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Spiriti Critici

Ultimo Aggiornamento: 10/10/2012 09:49
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09/11/2007 10:20
 
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Re:
mujer, 08/11/2007 16.51:

Parliamo dei problemi oggettivi allora...

I primi che mi vengono in mente:
- dove sono andate a finire le persone sgomberate dai campi?
- come rendere le nostre città sicure e vivibili?

Si può partire da qui.



- In qualche altro campo?
Magari nascoste un po’ meglio.

- Mah…non lo so.
Mi verrebbe da rispondere facendo semplicemente rispettare le leggi…ma lo so che è una risposta banale.



Le opinioni sono come le palle. Ognuno ha le sue.
(Clint Eastwood)
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09/11/2007 10:24
 
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Infatti i miei punti di partenza, oggettivi come li volevi tu, sono volutamente contrapposti per permetterci di trovare il punto centrale da cui partire.

E Max ce ne dà lo spunto quando descrive la condizione lavorativa degli immigrati, vero e proprio sfruttamento.

E' proprio per questa mentalità che ci porta a pensare che la presenza dello straniero debba portarci dei vantaggi che ci riduce a queste condizioni di indigenza.

Non lo dico perchè ci "lavoro" ma perchè è semplice trarne le conclusioni...

C'è della gente che non è stata accolta, c'è della gente che ha paura e in mezzo c'è lo sfruttamento.

Se continuiamo a guardarla da questo punto di vista non se ne uscirà mai.

Parliamo un po' dell'emigrazione italiana nel mondo? Può aiutarci...
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09/11/2007 10:38
 
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Re: Re: Re:
dudley starks, 09/11/2007 10.13:



La soluzione del problema immigrazione spetta agli organi competenti, in primis allo stato italiano che permette questo flusso incontrollato nel nostro paese.
Non penso si possa incolpare la gente comune di indifferenza o addirittura di menefreghismo…oggi una famiglia normale (una persona normale) deve far fronte a talmente tanti problemi che accollarsi anche quello degli stranieri mi sembra veramente troppo.

Tu parli della necessità di trovare una comunanza di intenti e io, in linea generale, potrei anche essere d’accordo con te…il fatto è che al punto in cui siamo arrivati oggi questa strada mi sembra assolutamente impraticabile.
Troppo si è concesso in passato…la gente è sfiduciata, arrabbiata, rassegnata.
La gente ha paura come dici tu.

Una paura alimentata da strumentalizzazioni giornalistiche e politiche?
In parte si, ma ci sono anche dei fatti oggettivi che non si possono discutere…sono lì, davanti agli occhi di tutti.
Il numero chiuso può essere un’idea buona come un'altra, quello di cui veramente abbiamo bisogno è la volontà concreta da parte dei parrucconi che ci governano di risolvere il problema.
Se non c'è questa volontà non se ne verrà mai a capo.






La tua risposta e' inappuntabile e freddamente lucida, precisa, veritiera: rispecchia molto bene la situazione che si e' venuta a creare in Italia e su questo non posso non essere assolutamente d'accordo con te.
E' una situazione irricuperabile perche' fin da troppo tempo, da sempre si potrebbe dire, nulla e' stato fatto.
Concordo sulla tua disamina anche dei politici e della loro icapacita' e nullafacenza per risolvere la questione.
Invece sull'indifferenza della gente si puo' un poco discutere: certamente hai ragione nel dire che una persona normale ha gia' un sacco di problemi da risolvere per non accollarsene altri.
Il lavoro scarso; la famiglia; la precarieta' di un futuro incerto; il caro vita; la difficolta' oggettiva di comunicazione sociale ; sono tuti problemi che attanagliano l'italiano medio , la persona comune e non vederli , non riconoscerli sarebbe un grave errore.
E' vero, non si puo' caricare un individuo di altro ancora.
Pero' su un altro versante, Max, si sa bene come gira l'animo umano: e' un caleidoscopio di mille luci polivalenti, di mille sensazioni, di mille emozioni: su tutte queste una luce particolarmente forte e', pero', l'egoismo che ci spinge a metterci davanti ad ogni altra considerazione.
Sai come la penso: l'individuo singolo, l'io personale, prevale sempre ed in ogni caso sul senso comune, sul significato comunitario e tranne rare volte ( per altre compensazioni psicologiche) si spinge a guardare in la' da se stesso, ovvero a guardare gli altri.
E' su questo che si dovrebbe lavorare: accorgerci che ci sono anche altre persone, altre realta'. ( gli stranieri).
Su tutto, poi, questo ritmo frenetico non ci permette piu'di misurare il nostro rapporto con gli altri: se e' naturale un certo egoismo o indifferenza ( su questo non ci piove), meno naturale e' la nostra miopia nel vedere certe realta' perche' distratti da un meccanismo infernale che ci spinge a camminare come robot.
Sono convinto che molta indifferenza ( verso qualsiasi problema) nasca da una mancanza di tempo, ovvero, da quella sensazione di non averne abbastanza per adempiere a tutto quanto ci viene richiesto.
E allora che si fa? si sacrifica magari una chiaccherata con una persona per correre a pagare una bolletta in posta o per rinnovare un abbonamento, o per adempiere alla prima cazzata di questo sistema infernale.
Sono solo esempi, naturalmente.
[Modificato da sergio.T 09/11/2007 10:42]
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11/11/2007 12:45
 
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Re:
mujer, 09/11/2007 10.24:

Infatti i miei punti di partenza, oggettivi come li volevi tu, sono volutamente contrapposti per permetterci di trovare il punto centrale da cui partire.

E Max ce ne dà lo spunto quando descrive la condizione lavorativa degli immigrati, vero e proprio sfruttamento.

E' proprio per questa mentalità che ci porta a pensare che la presenza dello straniero debba portarci dei vantaggi che ci riduce a queste condizioni di indigenza.

Non lo dico perchè ci "lavoro" ma perchè è semplice trarne le conclusioni...

C'è della gente che non è stata accolta, c'è della gente che ha paura e in mezzo c'è lo sfruttamento.

Se continuiamo a guardarla da questo punto di vista non se ne uscirà mai.

Parliamo un po' dell'emigrazione italiana nel mondo? Può aiutarci...



Non ho mai pensato personalmente che la presenza di uno straniero debba essere necessaiamente un vantaggio per l'italiano.
Ovvio:se lavorano da noi, partecipano al ciclo produttivo italiano e dunque accrescono l'economia. Ma questo non deve essere inteso come sfruttamento: nel caso si verificasse e' da condannare ferocemente.
Un pakistano che esegue un lavoro deve essere pagato quanto lo e' un italiano nello stesso lavoro.
Io la penso cosi':diciamo che magari questi stranieri si abituano di piu' a quei lavori che l'italiano medio ( per presunzione) ormai rifiuta perche' troppo viziato.
Ma questo valeva anche per l'italiano emigrato negli Usa negli anni 50: che credete che andassero a fare in America? lavapiatti, sgatteri, camerieri, muratori...
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11/11/2007 17:12
 
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Re: Re: Re: Re:
sergio.T, 09/11/2007 10.38:



E allora che si fa? si sacrifica magari una chiaccherata con una persona per correre a pagare una bolletta in posta o per rinnovare un abbonamento, o per adempiere alla prima cazzata di questo sistema infernale.
Sono solo esempi, naturalmente.



Quella che descrivi è la realtà del mondo di oggi, un mondo che impone all’individuo un ritmo vertiginoso che lo obbliga a fare delle scelte quotidiane.
Se ti fermi sei perduto…da qui nasce l’egoismo e la paura.
Però trovare una soluzione a questo è ancora più difficile che risolvere il problema dell’immigrazione.
In linea teorica io sono d’accordo con tutto quello che scrivi ma questo ci porta molto lontano dalla praticità e dall’esigenza di trovare delle risposte concrete.

Per quanto riguarda il modo del lavoro io penso che la verità, come al solito, sia nel mezzo.
È vero che molti stranieri vengono sfruttati senza pietà e costretti a lavori sottopagati ma è altrettanto vero che datori di lavoro senza scrupoli preferiscono uno straniero ad un italiano semplicemente perché costano meno e si controllano meglio.

A parità di condizioni (il rispetto dei diritti del lavoratore) siamo sicuri che un carpentiere rumeno avrebbe la meglio su uno italiano?






Le opinioni sono come le palle. Ognuno ha le sue.
(Clint Eastwood)
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19/11/2007 09:43
 
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E' morto un altro bambino, questa notte, nella ricca Bologna.
E' morto in un incendio divampato nel campo Rom di Borgo Panigale, recintato e custodito, racchiuso e controllato a parer mio.
Ancora cordoglio per noi, indifferenza per altri.

In due mesi una creatura assiderata e l'altra arsa.
Agli antipodi della miseria.
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20/11/2007 09:00
 
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Si, ho visto la notizia sul tg5.
E' desolante che accadano queste cose: poi i bambini sono motivo di un cordoglio ancora piu' profondo.
In una societa' opulenta come la nostra ( ah! che opulenza!) qualsiasi bambino dovrebbe essere tutelato almeno nelle sue condizioni di vita.
Morire assiderati per il freddo o bruciati in una baracca sono cose da societa' incivile; a prescindere che un bambino sia un rom, un congolese, un'americano.
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23/11/2007 15:53
 
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Tempi civili!
Perugia e Garlasco non solo devono essere fatti di cronaca nera; non solo devono essere strumentalizzazioni della comunicazione o dei giornalisti; Perugia e Garlasco devono essere motivi di profonda riflessione.
Ne avremo sempre di piu' di questi casi.
Una cosa incuriosisce: la morbosa partecipazione dell'opinione pubblica non deve essere biasimata perche' cosi' interessata a queste vicende; semmai devono essere biasimate alcune trasmissioni che ne fanno solo una questione di share.
O alcuni personaggi che ne cavalcano l'onda.
Una trasmissionei come quella di Mentana, invece, mi sembra seria nella sua esposizione dei fatti: invita chiunque vicino alla vicenda, non prende posizioni nette, pregiudizievoli, di parte.
Non condanna, ma prende atto.
In altra maniera, interviene qualcuno d'altro.
Ad esempio ora si legge di quel Corona ( ma e' ancora in giro?) che si avvicina a Lumumba per farne un personaggio del suo cast. Anche a Garlasco ci aveva tentato.
Bene: a prescindere dal fatto inverosimile che questa " cosa" sia ancora in giro a piede libero, ci si domanda quando verra' il giusto, giustissimo momento, nel quale personaggi simili non vengano, in qualche manuale di oggettistica, trasferiti e catalogati in altra specie: quella degli sciacalli.
Gli sciacalli in tempo di guerra venivano fucilati. Tempi civili, quelli!!!
[Modificato da sergio.T 23/11/2007 15:56]
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Email Scheda Utente
23/11/2007 15:56
 
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Ruoli scomodi.
Mentana, Vespa, Taormina.
Tre personaggi diversissimi tra loro, tre ruoli che a seconda dell'occasione cambiano radicalmente.
Vespa: Porta a Porta e' per me inguardabile. Servo e riverente di ogni tipo di potere, questo giornalista accondiscende a qualsiasi tipo di situazione. Camaleontico e un pochino viscido.
Un Porta a Porta , invece, sulla cronaca ( come il caso di Meredith) risulta una trasmissione piu' guardabile e lo stesso Vespa assume un tipo di atteggiamento sopportabile; questo gli va' riconosciuto.
Tiene bene il ritmo; fa girare bene la ruota delle domande; espone con senso critico una situazione ( criminale).
Taormina: detestabilissimo per la sua strumentalizzazione politica, odioso quando avvocato di parte( Cogne), incantevole e ammirabile quando e' nel ruolo di avvocato non interessato, ma di consulenza e spiegazione.
Molte trasmissioni di Telelombardia nelle settimane scorse sono state dedicate al caso di Garlasco con Taormina presente negli studi per spiegare e analizzare i tempi delle indagini: spiegava la logica degli inquirenti ( polizia) e l'atteggiamento dello stesso Stasi e dei suoi avvocati.
Devo riconoscere che in questa veste e' ammirabile: attento, preciso, preparato, buon psicologo, si e' dimostrato quell'avvocato di razza ( forse uno dei migliori d'europa) che sarebbe se quella sua mania di essere personaggio a tutti i costi, non l'avesse offuscato.
Mentana: Matrix per la cronaca, si addice a lui. Calza molto bene.
L'intervista con il padre del quarto uomo nel caso di Perugia, non era molto facile sotto l'aspetto dell'equilibrio: in fondo, Mentana, doveva rivolgere domande pesanti a un padre di un ragazzo che tutto, ma proprio tutto, indica come dentro fino al collo in un caso di omicidio volontario.
E ci e' riuscito benissimo: e' stato quasi un esempio di impertinenza moderata con rispetto.

I ruoli quando sono nudi e spogliati di " interesse" permettono a tre protagonisti televisivi ( avvocatura e giornalismo) di essere migliori professionalmente di quanto lo siano nella loro strumentale posizione politica.
E' molto scomodo riconoscerlo quando li si sono criticati per anni.

[Modificato da sergio.T 23/11/2007 16:15]
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Email Scheda Utente
17/01/2008 09:21
 
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Quanto ci sarebbe da dire in questi giorni sui poteri corrotti della nostra italietta? Papa compreso.
Il fatto è che non ho più voglia di parlare dell'ovvio.
Allora riporto la lettera di Travaglio a Grillo (da beppegrillo.it)

"Caro Beppe, siamo tutti costernati e affranti per quanto sta accadendo al cosiddetto ministro della Giustizia Clemente Mastella e alla sua numerosa famiglia, nonché al suo partito, che poi è la stessa cosa. Costernati, affranti, ma soprattutto increduli per la terribile sorte che sta toccando a tante brave persone. Infatti, oltre alla signora Sandra, presidente del Consiglio regionale della Campania, sono finiti agli arresti il consuocero Carlo Camilleri, già segretario provinciale Udeur; gli assessori regionali campani dell’Udeur Luigi Nocera (Ambiente) e Andrea Abbamonte (Personale); il sindaco di Benevento dell’Udeur, Fausto Pepe, e il capogruppo Udeur alla Regione, Fernando Errico, e il consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro e altri venti amministratori dell’Udeur. In pratica, hanno arrestato l’Udeur (un mese fa era finito ai domiciliari l’unico sottosegretario dell’Udeur, Marco Verzaschi, per lo scandalo delle Asl a Roma, mentre un altro consigliere regionale campano, Angelo Brancaccio, era finito in galera prima dell’estate quando era ancora nei Ds, ma appena uscito di galera era entrato nell’Udeur per meriti penali). Mastella, ancora a piede libero, è indagato a Catanzaro nell’inchiesta "Why Not" avviata da Luigi De Magistris e avocata dal procuratore generale non appena aveva raggiunto Mastella, che intanto non solo non si era dimesso, ma aveva chiesto al Csm di levargli dai piedi De Magistris. S’è dimesso invece oggi, Mastella, ma per qualche minuto appena: poi Prodi gli ha respinto le dimissioni, lasciandolo al suo posto che – pare incredibile – ma è sempre quello di MINISTRO DELLA GIUSTIZIA. La sua signora, invece, non s’è dimessa (a Napoli, di questi tempi, c’è perfino il rischio che le dimissioni di un politico vengano accolte): dunque, par di capire, dirigerà il Consiglio regionale dai domiciliari, cioè dal salotto della villa di Ceppaloni. Al momento nessuno sa nulla delle accuse che vengono mosse a lei e agli altri 29 arrestati. Ma l’intero Parlamento – con l’eccezione, mi pare, di Di Pietro e dei Comunisti Italiani – s’è stretto intorno al suo uomo più rappresentativo, tributandogli applausi scroscianti e standing ovation mentre insultava i giudici con parole eversive, che sarebbero parse eccessive anche a Craxi, ma non a Berlusconi: insomma la casta (sempre più simile a una cosca) ha già deciso che le accuse - che nessuno conosce - sono infondate e gli arrestati sono tutti innocenti. A prescindere. Un golpetto bianco, anzi nero, nerissimo, in diretta tv. Nessuno, tranne Alfredo Mantovano di An, s’è domandato come facesse il ministro della Giustizia a sapere che sua moglie sarebbe stata arrestata e a presentarsi a metà mattina alla Camera con un bel discorso scritto, con tanto di citazioni di Fedro: insomma, com’è che gli arresti vengono annunciati ore prima di essere eseguiti? E perché gli arrestandi non sono stati prelevati all’alba, per evitare il rischio che qualcuno si desse alla fuga? Anche stavolta, la fuga di notizie è servita agli indagati, non ai magistrati. E, naturalmente, al cosiddetto ministro. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, anziché aprire una pratica a tutela dei giudici aggrediti dal ministro, ha subito assicurato "solidarietà umana" al ministro e ai suoi cari (dobbiamo prepararci al trasferimento dei procuratori e del gip di Santa Maria Capua Vetere, sulla scia di quanto sta accadendo per De Magistris e Forleo?). Il senatore ambidestro Lamberto Dini ha colto l’occasione per denunciare un "fatto sconvolgente: i magistrati se la prendono con le nostre mogli" (la sua, Donatella, avendo fatto fallimento con certe sue società, è stata addirittura condannata a 2 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta, pena interamente indultata grazie anche a Mastella). Insomma, è l’ennesimo attacco ai valori della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio: dopo l'immunità parlamentare, occorre una bella immunità parentale. Come fa osservare la signora Sandra Lonardo in Mastella dai domiciliari, "questo è l’amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo". Che aspettano a invitarli a parlare alla Sapienza?."
Marco Travaglio

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Email Scheda Utente
17/01/2008 09:26
 
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ah, dopo leggo Julia, interessante, ma hai ragione: parlare dell'ovvio alla lunga stanca.
E quel Mastella, e quella Signora Mastella?
Mah! che dire? basti pensare che oggi il fantomatico Ministro ha dichiarato che lui e' al centro per la lotta della democrazia e sempre lui, ma va la', lotta contro i poteri forti.
Ovvio, appunto. [SM=g8180]
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Email Scheda Utente
17/01/2008 10:38
 
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(ANSA) - ROMA, 17 GEN, ore 9:50 - L'ingresso principale dell'Universita' 'La Sapienza' di Roma di piazzale Aldo Moro e' chiuso e presidiato dalle forze dell'ordine. In occasione dell'apertura dell'anno accademico, gli studenti possono entrare nella citta' universitaria passando per gli altri ingressi, davanti ai quali viene chiesto loro il tesserino che dimostri l'iscrizione per poter accedere all'interno. Tutto il perimetro della citta' universitaria e' recintato e presidiato dalle forze dell'ordine.

Bisognerebbe spiegare a chi ha disposto questa misura che l'Università è un luogo libero.
Che, liberamente, uno studente, un professore, un ricercatore può esprimere le sue opinioni in merito ai temi e alle iniziative intraprese dall'ateneo.
L'università, inoltre, è un luogo di cultura e - come tale - aperto anche a coloro che iscritti non sono.

Vorrei proprio conoscere le ragioni di questo scellerato provvedimento.

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Email Scheda Utente
14/02/2008 10:51
 
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Posto questa lettera che Franca Rame ha inviato, lo scorso 8 febbraio, a Prodi. La posto perchè, pur non essendo molto d'accordo sulla sua "percezione" politica, la trovo coraggiosa e coerente con la sua scelta dimissionaria. Franca Rame ha lasciato il suo incarico di senatrice tra le fila del PRC a metà dello scorso anno, proprio perchè non accettava i meccanismi del partito fondati sul consenso.
Ora questa lettera che, se non fa scalpore, denuncia di quanto "inciucio bipartisan" soffra quest'italietta da quattro soldi...

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Gentile presidente Prodi,
mi scusi se la disturbo, ma non posso farne a meno: ho una domanda da porLe che riguarda un grosso problema morale a cui La prego cortesemente di rispondere. Sono giorni che con grande malessere e malinconia, mi ritrovo a ragionare da sola sul susseguirsi degli avvenimenti, cercando di ricostruire come si sia arrivati a questa catastrofica situazione. Per capirci qualcosa dobbiamo partire dall'inizio della storia, rivederci i passi salienti della XV legislatura.

Ricordo in quanti siamo andati alle urne sentendo il dovere di allontanare il rischio di un nuovo governo Berlusconi, e con lui tutte le sue leggi vergogna e il rosario di sciagure che ci ha imposto a proprio vantaggio. RitenendoLa persona onesta leale e capace, gli elettori confidavano nella realizzazione di almeno una buona parte delle 280 pagine del programma dell'Unione, dove già a pagina 18 si parla di conflitto d¹interessi.

Questa non era una vaga promessa ma un impegno sacrosanto che si assumeva coi Suoi elettori. Un impegno ribadito con forza subito dopo la vittoria elettorale, e prima di vestire la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri. Ne è passato del tempo, quasi due anni, ma di questo programma solo una parte ha visto la luce. Oltretutto, sui problemi più scottanti non si è neppure iniziato un dibattito, anzi si sono accantonati come si fa con i quesiti fastidiosi. Come mai? Da cosa è stato causato questo 'accantonamento' dei molti problemi? Io mi rifiuto assolutamente di ritenerLa un giocoliere da Porta a Porta, che fa contratti con gli italiani e poi se la ride alle loro spalle. Temo piuttosto che Lei non abbia potuto tener fede al Suo programma perché a qualcuno della coalizione di sinistra o, meglio, sinistra-centrodest ra non andava bene.

Il Suo torto Presidente, mi permetta l'ardire e mi scusi, è stato quello di non denunciare subito, pubblicamente, le difficoltà in cui si veniva a trovare, a costo di recarsi in televisione e, a reti unificate, svelare la situazione, con un discorso tipo questo: "Mi rivolgo a voi, cittadini democratici che mi avete eletto vostro Presidente certi che avrei mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale. Promesse che era mia profonda intenzione attuare, ma purtroppo mi è stato impedito. Sto a Palazzo Chigi, sì, ma in una condizione che ben si potrebbe definire di 'libertà limitata'. I miei custodi sono coloro che non gradiscono cambiamenti sostanziali. Essi anelano piuttosto a poltrone, privilegi e affari. Ecco i nomi: ..." e doveva fare veramente i nomi, caro Presidente! Credo che Lei, Presidente, più di una volta abbia pensato veramente di dar fiato a questa denuncia, ma il senso di responsabilità e il timore per un futuro negativo per il Paese glieLo hanno impedito.

Però a questo punto, Lei non se ne può andare con un indice di gradimento che non si merita, come non merita che si provino sfiducia e senso d'ironia verso la Sua persona. Quante volte è stato insultato, disprezzato e profondamente offeso?

No, non può andarsene così, tra i lazzi di tanti rozzi-cafoni che ahimè ci accompagneranno negli anni futuri. La rispetto troppo per accettarlo.

Caro Presidente, lei ha il dovere, l'obbligo di riacquistare la credibilità e la considerazione che si merita. C'è una sola strada da percorrere, anche se faticosa. Ma lo deve al Paese: fuori i nomi di chi Le ha impedito di portare a termine gli obiettivi prefissati e soprattutto le subdole scantonate ricattatorie con le quali è stato indotto ad affossare le parti essenziali del programma. E' indispensabile che i Suoi elettori siano consci d'ogni pressione alla quale ha dovuto adattarsi e cedere. Dobbiamo sapere quali sono gli onorevoli che, sia in Parlamento che al Governo hanno materialmente fatto opposizione alla realizzazione di misure fondamentali per il cambiamento del nostro Paese.

È un diritto che ci spetta. E Lei, professor Prodi, questo atto ce lo deve. Non solo per onorare la nostra lealtà ma anche la Sua. Il suo silenzio è sicuramente un gesto di fair play nei confronti dei suoi avversari, ma in questo modo ci lascia nelle loro mani!

Chi Le ha imposto quel numero spropositato di sottosegretari, ministri con portafoglio e senza portafoglio?
Chi si è opposto all'abbattimento dei costi della politica?
Chi ha bloccato, nei fatti, la più severa applicazione della riforma in materia di sicurezza sul lavoro?
Chi sono le persone che hanno vanificato la realizzazione dei Dico?
Chi ha voluto la vergogna dell'indulto di tre anni?
Chi le ha tirato la giacchetta per tentare di portare a termine una legge-bavaglio sulle intercettazioni?
Chi ha voluto il commissario De Gennaro a Napoli, il super-poliziotto di buona memoria alcuna in materia di gestione dei rifiuti?
Chi si è messo di traverso per bloccare la tassazione delle rendite finanziarie?
Chi ha impedito un serio confronto sulle missioni all'estero? E sulla base di Vicenza?
Chi Le ha fatto ingoiare l'accettazione di quel impegno capestro?
Tutte scelte soltanto Sue?
Ma chi ci può credere?!
Come diceva Socrate: "Solo rovesciando la tunica lisa si può leggere con chiarezza la storia di chi l'indossava" .

Quindi sarebbe davvero utile che Lei spiegasse pubblicamente a tutti i cittadini italiani le vere ragioni che hanno portato prima al giornaliero logoramento e poi alla caduta del Governo da Lei presieduto. Non può tacere i motivi veri della crisi, altrimenti permetterebbe che coloro che hanno deliberatamente affossato il Suo Esecutivo, possano tranquillamente continuare ad abbattere qualsiasi tentativo serio di modificare la situazione di grave deterioramento, politico, economico e sociale, del nostro Paese.

E non mi riferisco soltanto a responsabilità dell'opposizione ben organizzata (questo è il mestiere del polo conservatore! ) ma piuttosto al tradimento messo in atto da elementi di governo in combutta con ambigui faccendieri. Se non si assume, una volta per tutte, il coraggio politico di fare chiarezza, ci troveremo come sempre a roteare nel cerchio dell'ignavia, dal quale non si uscirà mai. Le avvisaglie di questo torbido clima, che alla fine ci ha portato alla débâcle, ci erano apparse palesi fin dall'inizio di questa Legislatura: dal primo giorno in Senato, quando dovevamo eleggerne il Presidente.

Si ricorda le tre votazioni andate a vuoto? Tre votazioni! Per tre volte i Suoi senatori, sbagliavano il nome o il cognome: Franco Marini (il prescelto) con Ignazio Marino con l'aggiunta di schede bianche. Insomma, i numeri non c'erano. La seduta è finita a tarda notte senza nulla di fatto. Quando, novella senatrice, chiedevo: "Ma che sta succedendo? Come può accadere che sbaglino? Non è difficile!", mi si rispondeva: "Qualcuno della nostra coalizione manda messaggi: richieste rivolte al Presidente del Consiglio. Vogliono qualcosa, stanno bussando e attendono risposta come a tre sette! Finché non l'avranno ottenuta, niente Presidente!" . "Ho capito!" ­ho esclamato.­ E' un gioco al ricatto! Mio Dio, ma dove sono capitata?! E' questa la politica?"

Se tanto mi dà tanto mi domandavo: quante telefonate in codice avrà ricevuto, Presidente, e pressioni, e messaggi: "Io do, tu mi dai; noi ti appoggiamo, tu ci favorisci. Quanti sottosegretari sei disposto a sistemarci? Quanti ministeri? Quali favori?". Insomma, la solita danza da pochade con porte, portoni e portali che si aprono e chiudono in tempo e contrattempo. Temo che tutto quanto è successo sotto i miei occhi da neofita stupita, in questi 23 mesi si sia ripetuto a tormentone: "O mi favorisci o mi astengo e tu inciampi e vai giù piatto a terra".
La partita è chiusa, d'accordo.
E che facciamo? Ce ne andiamo mesti per non aver reagito con solerzia all'andazzo del prender tempo nella speranza d'arrangiare ogni situazione? Io non credo si possa rimontare da sotterrati. So che è duro, ma questo è il tempo di non accettare supinamente, senza un moto di orgoglio, d'esser gettati nella discarica dei refuses politici e soprattutto è ora di denunciare le responsabilità di chi all'interno della coalizione ha remato contro, trascinando il Paese a questa rovina, evitando di incolpare la malasorte che sghignazza sempre nell'angolo basso della storia.

Ora è "solo" Presidente. E' il Suo momento. Lei deve finalmente parlare. Deve dare una risposta decisa alla domanda che in tanti Le poniamo: "Perché non ha reagito alle imposizioni ricattatorie da subito? Perché non si è impegnato con tutte le sue forze e sul conflitto d'interessi e sulle leggi vergogna?".

Attendiamo in TANTI una risposta.
Con stima,
Franca Rame
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Email Scheda Utente
14/02/2008 11:15
 
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Una politica da demolire.
Julia, ha ragione Franca Rame, la penso come lei, anche se lei non mi e' molto simpatica.
Il problema e' questo: cosa ci si aspetta dalla politica italiana?
Non e' qualunquismo, ma un dato di fatto che dura da 40 anni a questa parte.
Se lo si vuole chiamare qualunquismo, ok mi va bene, ma non cambio opinione solo per questo tipo di obiezione.
Piuttosto mi si dica: che differenza c'e' oggi in italia tra la sinistra e la destra? ne vedete qualcuna nei fatti concreti? io non ne vedo di differenze che rimangono solo allo stato di parole e oratoria.
La verita' e' un altra ed e' quella che dice la Rame: ma che razza di posto e' la politica?
E' il posto dell'imbroglio, della convenienza, dell'interesse. Stop e a capo.
Mi ricordo in Emozionalia prima delle ultime elezioni: qualcuno non votava , altri invece si.
Si fini', quasi, che chi non votava era considerato un irresponsabile quando invece e' fondalmentalmente irresponsabile chi continua a votare questi uomini, questi politici, questi delinquenti.
Perche' diciamolo fini in fondo: sono un'associazione a delinquere, dei truffatori.
Che si fa ora? vado a votare forse un Berlusconi? o forse una sinistra che non ha coscienza ma e' solo una coalizione per evitare il Berlusconismo?
Lo dice persino la Rame donna di sinistra.
Ti posso assicurare : io che di sinistra non sono mai stato, piuttosto la voterei se fosse vera sinistra, in alternativa a una destra che destra non e'.
Ma qui e' tutto uguale! votare uno significa votare l'altro e dunque non voto. Sono anche per queste elezioni un menefreghista se cosi' si vuol chiamarmi, ma preferisco essere tale, piuttosto di votare i " finti".
La mia soluzione? tu la sai, e so che non la pensi come me.
La politica italiana si regge anche su questo rispetto della forma: queso garantismo che e' lo schermo di ogni malfatto, di ogni abuso e sopruso, basti pensare a quella fantomatica immunita' parlamentare.
Questo garantismo del cazzo che assomiglia tanto a quelle ville fungo sul mare dalle tue parti: un paese civile -sai che farebbe- demolirebbe cio' che e' abusivo a cannonate nel vero senso della parola, come si dovrebbe demolire questa " politica" e mandarla a casa una volta per tutte dandogli una legnata in testa, ma una legnata, che non la scordano piu' per tutta la vita.
Ma siamo in italia! e allora in Aprile, voila', altro spettacolino!
[Modificato da sergio.T 14/02/2008 11:17]
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14/02/2008 11:27
 
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Condividiamo lo stesso dissenso e la stessa pratica del 'non voto'. E' questa la nostra espressione politica.
Quello che non condividiamo è il "rimedio", tu parteggi per il golpe (ma non avendolo vissuto non sai quali nefaste conseguenze possa portare una simile azione di forza) io punto a quello che chiede Franca Rame: fuori i nomi, una bella pedata nel culo e si riparte con la politica partecipata, dal basso e territoriale.
Nient'altro che democrazia vera.

Il teatrino elettorale, e si vede lontano un miglio, è la prosecuzione della telenovela mastelliana, né più né meno.
E se gli italiani si sentono liberi cittadini quando si recano alle urne vuol dire che il loro quotidiano si è trasformato in un vespasiano: maleodorante e buio, salvo aprire la finestra il giorno elettorale per far entrare un po' d'aria, ma non appena richiusa...
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14/02/2008 11:38
 
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io non intendo un rimedio cosi' radicale: intendo una presa di posizione forte e decisa.
Alla Romana, tanto per spiegarsi.
Questa classe politica deve andare a casa in silenzio e non si lesinino legnate a destra e a manca.
Orsu'! non paga piu' nessuno in questo paese? si e' davvero liberi di fare e disfare quello che si vuole? ( di rubare di qui' e di li')
Non ti rammento l'esercizio della pena dei Romani per i politici corrotti, non e' il caso.
Ma loro avevano altro carattere! ben altra statura di responsabilita'! ben altro coraggio! e infatti erano Romani e non italiani.
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05/03/2008 09:49
 
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E’ irreversibile, non c’è più nulla da fare.
La causa non è imputabile al solo “strumento bugiardo” ma al mancato senso di realtà.
Nessuno sembra impressionarsi fino al punto in cui arrivo io - ho persino battuto il pugno sulla scrivania - e non credo di essere così eccessiva da risultar desta tra gli assopiti.
Cosa capita a tutti? Ché vi succede?
Non vedete, sentite, toccate con mano che vi stanno schiacciando?
La settimana scorsa sono successi fatti gravissimi, sia qui che nel mondo, eppure ognuno di voi continua come se niente fosse accaduto.
Non vi viene di fermarvi e di riflettere sparpagliando sul tavolo le nozioni superficiali che vi arrivano, le scarse informazioni e le grandissime bugie?
Basta osservare questa marmaglia e la sua volontà di depistare il pensiero per rendersi conto che si vuole un popolo senza coscienza.
E quel popolo siete voi, uno per uno, soggiogato dalle false speranze di protagonismo.
Pecore, ecco cosa siete.

Così vi ha trattato Riotta, l’altro ieri, in una trasmissione radiofonica (28 minuti, su radiodue) e nell’edizione delle 20:00 del tg1.
Nella prima ha completamente omesso i fatti realmente accaduti negli ultimi giorni (i settantacinque morti in Palestina, l’uccisione dei guerriglieri rivoluzionari delle Farc in territorio ecuadoregno, i morti sul lavoro) per parlare di bullismo, indicando che è la mentalità odierna a farci amare i bulli (secondo lui il presidente venezuelano Chàvez è un bullo…) e che siamo noi a legittimare questa situazione nazionale e mondiale.

E voi ci credete?

Ha continuato, poi, nell’edizione serale del suo Tg accusandoci di essere carnefici quando appoggiamo certe lotte e – secondo il suo limitato senso internazionalista – quando non inorridiamo per la prigionia di Ingrid Betancourt.

Siccome i carnefici li conosco bene – e anche voi se vi sforzate un pochino – e non permetto a Riotta di considerarmi una “stupida telespettatrice”, ho scritto questa lettera all’ignorante direttore del Tg1 che, come al solito, sarà cestinata o consegnata ai servizi segreti:

Al Direttore del Tg1 Rai,
Gianni Riotta

Le scrivo in merito alla sua partecipazione alla trasmissione radiofonica "28 minuti" comunicandole il mio totale disgusto su quanto da lei affermato in relazione agli eventi accaduti in Ecuador.
Ritengo che la sua ignoranza dei fatti abbia influito sulla sua scarsa capacità di analisi dei fatti avvenuti, rendendo una situazione gravissima che minaccia le popolazioni colombiane, ecuadoregne e venezuelane – se non l’intero continente latinoamericano – in una squallida diatriba tra caudillos capricciosi.
Questo suo qualunquismo minaccia l’intera informazione italiana che non merita un’esposizione della notizia così come lei vuole renderla: una deliberata distorsione della realtà per far sì che il popolo italiano consideri ciò che avviene in altre parti del mondo come evento di natura socialmente instabile.
I fatti che lei non ha raccontato hanno una matrice politica internazionalista, di chiaro stampo egemonico da parte di chi lei non si sogna di citare, nonostante l’evidente dichiarazione del Sig. Bush di fronte al mondo, dichiarazione che dimostra che, se il bullismo esiste, quell’epiteto se lo prende proprio “el caballerito del norte”.
Sperando in un suo maggior impegno informativo, la saluto.
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05/03/2008 10:34
 
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Non conosco la situazione perche', come sai, non m'interesso piu' delle vicende del mondo, oibo': sono un menefreghista, o per meglio dire, non ho voglia di caricarmi di tutto il peso di quello che succede ( filosofia da Candido Volteriano)
E' cosi'.
Ma qualche sprazzo, mio malgrado, mi giunge e come ogni volta rimango basito.
Basito dell'imbroglio generale dei mezzi di comunicazione e dell'informazione; sia chiaro, non sempre, ma spesso e volentieri quando le notizie riguardano il " sistema politico/economico" mondiale.
C'e' una congiura occidental capitalista: un travisamento generale, una mega mistificazione.

Da quello che mi hai velocemente raccontato ( non conoscendone i dettagli) mi piace Chavez.
Mi piace il suo modo di prendere posizione: mi hai accennato, ma ho letto anche sul Corriere , che ai confini ha schierato i carri armati.
Bene, uno solo, vale molto piu' di mille conferenze o cazzate e ciance simili: vale ancora di piu', se dall'altra parte ci sono orecchie in malafede, gente che parla, parla, parla, parla, e ancora parla. Poi fa altre cose.
Con " sistemi" simili e' inutile dilungarsi.

La lettera: comprendo l'impegno, beata te e beati voi che lo avete.


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05/03/2008 10:41
 
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Ho letto della reazione Israeliana in Palestina: noiosa, l'ho sempre detto.
Questo piccolo paese continua a rimanere un attentato continuo, una bomba in continua esplosione, una rottura di coglioni che meta' basterebbe.
Come una rottura di coglioni e' l'altra parte, perche' di responsabilita', nel corso degli anni ne ha parecchie.
Certo che Israele supera ogni limite: questa accozzaglia di semiti arricchiti fondamentalmente per strozzinaggio, continua imperterrita a girovagare per l'economia mondiale e non contenta di questo, se la prende anche per striscioline di territorio.
Una cosa cosi', dopo secoli, io la trovo noiosa.
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Email Scheda Utente
05/03/2008 10:59
 
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Il tg1 : interessante.
Com'e' in questi anni? la solita pomposita'? la soluta direttiva di governo? la solita scelta oculata delle notizie? come si fa a vedere il Tg1? o il Tg2? Tg5? come si fa?
Fede e' un discorso a parte: almeno li' si ride, non si prende niente sul serio. E' uno scherzo, lo si sa e si e' contenti.
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