Ho aspettato ben due giorni, due interi giorni per vedere le reazioni.
Sono andata al mercato ieri mattina a prendere contatto con i contadini per sentire, tra le contrattazioni dell'uva e l'elogio dei caki, qualche parola a riguardo.
Sono stata al lavoro, ho incontrato famiglie, ho avuto un colloquio con il presidente del quartiere, ho sentito al telefono il responsabile dei servizi sociali, ho sperato in qualche accenno al gravissimo fatto dell'altroieri.
Ho acceso la tv, ho seguito tutti i tg, tutti i dibattiti, tutti i talk-show per avere notizie strascico delle gravi dichiarazioni.
Niente.
Nessuno sembra essersi accorto del fatto che, se Bush ha pronunciato le magiche paroline, qua siamo tutti in guai seri.
"Siamo pronti per iniziare la 3° guerra mondiale"
Non vi allerta nemmeno un po'? Io sono preoccupatissima.
E in questi due giorni lo sono maggiormente, vista l'indifferenza profusa che ne è conseguita.
Ci dev'essere una ragione, tale menefreghismo mi risulta sospetto.
Non è che ci siamo abituati al concetto di "guerra permanente"?
Beh, disabituiamoci perchè, nel frattempo, chi deve trarne vantaggio ha già dichiarato guerra.
E dall'altro lato del mondo la risposta è stata limpida e chiara.
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Sto leggendo l'ultimo libro della Klein, Schock Economy, che dice:
il capitalismo dei disastri - come lo chiama lei - è un sistema violento che a volte deve servirsi del terrore per fare il suo lavoro.
Ci basterebbe ricordare gli eventi passati associando le azioni violente alle politiche economiche esportate dai paesi capitalisti sempre in seguito ad uno schock, dopo un evento che finisse con il vecchio per iniziare con il nuovo.
Per esempio, come sostiene la Klein, la crisi asiatica del 1997 spianò la strada al Fondo Monetario Internazionale, ai suoi propri programmi nella regione e alla svendita di molte imprese statali comprate da banche occidentali e da multinazionali.
Lo tsunami del 2004 permise al governo dello Sri-Lanka di obbligare i pescatori ad abbandonare le loro proprietà sul lungomare così che potessero essere vendute a società immobiliari.
La distruzione dell'11 settembre ha permesso a G. W. Bush di sferrare una guerra con lo scopo dichiarato di creare un Iraq con un libero mercato.
La distruzione di New Orleans ad opera dell'uragano Katrina ha scacciato molti residenti, afroamericani e poveri, e ha permesso che la maggior parte delle scuole pubbliche venissero rimpiazzate da scuole private e regolarmente riconosciute.
In uno dei primi capitoli, la Klein paragona la politica economica radical-capitalista alla shockterapia applicata dagli psichiatri.
Quale sarà l'evento schock che porterà l'Iran ad essere il prossimo bersaglio?
Io me lo chiedo perchè sono certa che la dichiarazione di guerra è il passaggio obbligato di un piano molto ben congeniato da entrambi i fronti.
Una guerra - una terza guerra mondiale, saranno d'accordo gli alleati? - livella le discrepanze dei regimi e legittima i buchi finanziari che i poteri assoluti si lasciano alle spalle.
Il sistema capitalistico deve alimentare le sue grandi fauci muovendo il mercato del terrore per poter sopravvivere.
Continuiamo a mettere il naso nelle futili questioni nostrane e ignoriamo ciò che si muove nel mondo; così facendo permettiamo ai poteri economici di decidere della nostra esistenza e di disporre della vita dei nostri figli mandandoli al macello.
Come può una madre non aver timore delle parole pronunciate l'altroieri dall'uomo più pericoloso del pianeta?
La nostra casa non è il mondo ma il mondo è la nostra casa.
E io sento già le scosse.