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Caffé Letterario

Pier Paolo Pasolini

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    sergio.T
    00 19/05/2009 10:49
    Vedere gli oggetti.
    ha ragione, molto bella.
    L'italia paese di borghesi con il pensiero unico.
    Ormai l'ho definito cosi': pensiero unificante, omologante, appiattito, massificante. Uno schifo, insomma.

    Ieri su alcune lettere Luterane, leggevo: " non c'e' nemmeno bisogno di osservare attentamente i giovani degli anni 70. Basta guardarli per indovinare cosa diventeranno. E anche i cosidetti rivoluzionari sono la medesima cosa: tutti omologati nella loro ribellione.
    Stessi capelloni, stessi vestiti, stesso linguaggio. Non hanno capito che proprio per questo sono come i borghesi"

    Che dire? se si vede la generazione di cui parlava Pasolini 30 anni fa, si capisce al volo che aveva capito come finiva: una classe che e' diventata una classe di manager impiegatizi , tutti assorti davanti alla tv e al Grande Fratello. Tutti uguali.

    Pasolini era un forte sostenitore della dis-eguaglianza. Incomincio a pensare fortemente che seppur lui la intendesse in modo diverso da come la intendo io, il substrato piu' profondo rimane pero' lo stesso: il fascismo peggiore si annida nel consumismo e nel linguaggio moderno. Queste due caratteristiche rendono gli uomini tutti uguali sotto l'imperativo di uno status sociale ( piccolo borghese) inteso come modo omologante di pensare. ( Pensiero unico)

    E' straordinario come Pasolini abbia anticiapto un altra cosa: il linguaggio delle cose ( Heidegger : probabilmente lo conosceva ) e' determinante nella cultura.

    Si legga il concetto di campagna: una volta intesa come liberta' perche' il linguaggio dei prati era il linguaggio del libero correre. La campagna campagneggiava ( per dirla con Heidegger) esprimendo un linguaggio visivo.
    Ora la campagna , dice Pasolini, sopravvive: e' stetta dalla grande citta' di cemento e il suo linguaggio e' diventato il linguaggio del sopravvissuto: la campagna visivamente esprime la sua resistenza al cemento.

    Siamo alle solite: niente grandi teorie. Pasolini aveva il segreto di tutti i grandi: raccontare quello che uno vede. ( se non si e' ciechi)
    [Modificato da sergio.T 19/05/2009 10:51]
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    sergio.T
    00 20/05/2009 10:53
    Il processo:: bisogna portarli in un tribunale e processarli ( la stessa medesima cosa di oggi)
    Cari colleghi della «Stampa», «il Processo» avete scritto in un fondo del 14 settembre «e poi?». Bene, se i prossimi dieci anni della nostra vita contano (sono, cioè storia) poi si sarà saputo qualcosa. Se invece quelli che contano sono i prossimi diecimila anni (cioè la vita del mondo), poi tutto è pleonastico e vano.
    Io, per me, tendo a dare infinitamente maggiore importanza ai prossimi diecimila anni che ai prossimi dieci: e, se mi interesso ai prossimi dieci, è per pura filosofia della virtù.
    Che cosa è necessario sapere, o meglio, che cosa i cittadini italiani vogliono sapere, affinché i prossimi dieci anni della loro vita non siano loro sottratti (come è stato per gli ultimi dieci )?
    Ripeterò ancora una volta la litania magari a costo di fare, a dispetto della virtù, del mero esercizio accademico.
    I cittadini italiani vogliono consapevolmente sapere perché in questi dieci anni di cosiddetto benessere si è speso in tutto fuorché nei servizi pubblici di prima necessità: ospedali, scuole, asili, ospizi, verde pubblico, beni naturali cioè culturali.
    I cittadini italiani vogliono consapevolmente sapere perché in questi dieci anni di cosiddetta tolleranza si è fatta ancora più profonda la divisione tra Italia Settentrionale e Italia Meridionale, rendendo sempre più, i meridionali, cittadini di seconda qualità.
    I cittadini italiani vogliono consapevolmente sapere perché in questi dieci anni di cosiddetta civiltà tecnologica si siano compiuti così selvaggi disastri edilizi, urbanistici, paesaggistici, ecologici, abbandonando, sempre selvaggiamente, a se stessa la campagna.
    I cittadini italiani vogliono consapevolmente sapere perché in questi dieci anni di cosiddetto progresso la «massa», dal punto di vista umano, si sia così depauperata e degradata.
    I cittadini italiani vogliono consapevolmente sapere perché in questi dieci anni di cosiddetto laicismo l’unico discorso laico sia stato quello, laido, della televisione (che si è unita alla scuola in una forse irriducibile opera di diseducazione della gente).
    I cittadini italiani vogliono consapevolmente sapere perché in questi dieci anni di cosiddetta democratizzazione (è quasi comico il dirlo: se mai «cultura» è stata più accentatrice che la «cultura» di questi dieci anni) i decentramenti siano serviti unicamente come cinica copertura alle manovre di un vecchio sottogoverno clerico-fascista divenuto meramente mafioso.
    Ho detto e ripetuto la parola «perché»: gli italiani non vogliono infatti consapevolmente sapere che questi fenomeni oggettivamente esistono, e quali siano gli eventuali rimedi: ma vogliono sapere, appunto, e prima di tutto, perché esistono.
    Voi dite, cari colleghi della «Stampa», che a far sapere tutte queste cose agli italiani provvede il gioco democratico, ossia le critiche che i partiti si muovono a vicenda - anche violentemente - e, in specie, le critiche che tutti i partiti muovono alla Democrazia cristiana. No. Non è così. E proprio per la ragione che voi stessi (contraddicendovi) sostenete: e cioè per la ragione che, ognuno in diversa misura e in diverso modo, tutti gli uomini politici e tutti i partiti condividono con la Democrazia cristiana cecità e responsabilità.
    Dunque, prima di tutto, gli altri partiti non possono muovere critiche oggettive e convincenti alla Democrazia cristiana, dal momento che anch’essi non hanno capito certi problemi o, peggio ancora, anch’essi hanno condiviso certe decisioni.
    Inoltre su tutta la vita democratica italiana incombe il sospetto di omertà da una parte e di ignoranza dall’altra, per cui nasce - quasi da se stesso - un naturale patto col potere: una tacita diplomazia del silenzio.
    Un elenco, anche sommario, ma, per quanto é possibile, completo e ragionato, dei fenomeni, cioè delle colpe, non è mai stato fatto. Forse la cosa è considerata insostenibile.
    Perché, ai capi di imputazione che ho qui sopra elencato, c’è molto altro da aggiungere - sempre a proposito di ciò che gli italiani vogliono consapevolmente sapere.
    Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia stato il vero ruolo del Sifar.
    Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia stato il vero ruolo del Sid.
    Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia stato il vero ruolo della Cia.
    Gli italiani vogliono consapevolmente sapere fino a che punto la Mafia abbia partecipato alle decisioni del governo di Roma o collaborato con esso.
    Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia la realtà dei cosiddetti golpe fascisti.
    Gli italiani vogliono consapevolmente sapere da quali menti e in quale sede sia stato varato il progetto della «strategia della tensione» (prima anticomunista e poi antifascista, indifferentemente).
    Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi ha creato il caso Valpreda.
    Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi sono gli esecutori materiali e i mandanti, connazionali, delle stragi di Milano, di Brescia, di Bologna.
    Ma gli italiani - e questo è il nodo della questione - vogliono sapere tutte queste cose insieme: e insieme agli altri potenziali reati col cui elenco ho esordito. Fin che non si sapranno tutte queste cose insieme - e la logica che le connette e le lega in un tutto unico non sarà lasciata alla sola fantasia dei moralisti - la coscienza politica degli italiani non potrà produrre nuova coscienza. Cioè l’Italia non potrà essere governata.
    Il Processo Penale di cui parlo ha (nella mia fantasia di moralista) la figura, il senso e il valore di una Sintesi. La cacciata e il processo (istruito - dicevo - se non celebrato) di Nixon dovrebbe pur voler dire qualcosa per voi, che credete in questo gioco democratico. Se contro Nixon in America si fosse svolto un gioco democratico, quale sembra esser da voi concepito, Nixon sarebbe ancora lì, e l’America non saprebbe di sé ciò che sa: o almeno non avrebbe avuto la conferma, sia pur formale (ed è importante) della bontà di ciò che essa reputa buono: la propria democrazia.
    Ma se (come mi pare evidente, con immedicabile mortificazione) l’opinione pubblica italiana - che anche voi rappresentate - non vuole sapere - o si accontenta di sospettare -, il gioco democratico non è formale: è falso.
    Inoltre se la consapevole volontà di sapere dei cittadini italiani non ha la forza di costringere il potere ad autocriticarsi e a smascherarsi - se non altro secondo il modello americano -, ciò significa che il nostro è un ben povero paese: anzi, diciamo pure, un paese miserabile.
    Ci sono inoltre delle cose (e a questo punto continuo, più che mai, nel puro spirito della Stoà) che i cittadini italiani vogliono sapere, pur senza aver formulato con la sufficiente chiarezza, io credo, la loro volontà di sapere: fatto che si verifica là dove il gioco democratico, appunto, è falso; dove tutti giocano con il potere; e dove la cecità dei politici è ormai ben assodata.
    Gli italiani vogliono dunque sapere ancora cos’è con precisione la «condizione» umana - politica e sociale - in cui sono stati e sono costretti a vivere quasi come da un cataclisma naturale: prima, dalle illusioni nefaste e degradanti del benessere e poi dalle illusioni frustranti, no, non del ritorno della povertà, ma del rientro del benessere.
    Gli italiani vogliono ancora sapere che cos’è, che limiti ha, che futuro prevede, la «nuova cultura» - in senso antropologico - in cui essi vivono come in sogno: una cultura livellatrice, degradante, volgare (specie nell’ultima generazione).
    Gli italiani vogliono ancora sapere che cos’è, e come si definisce veramente, il «nuovo tipo di potere» da cui tale cultura si è prodotta: visto che il potere clerico-fascista è tramontato, e ormai esso ad altro non costringe che a «lotte ritardate» (la condanna a morte degli antifranchisti, i rapporti tra la vecchia e la nuova generazione mafiosa nel Mezzogiorno ecc.).
    Gli italiani vogliono ancora sapere, soprattutto, che cos’è e come si definisce il «nuovo modo di produzione» (da cui sono nati quel «nuovo potere» e, quindi, quella «nuova cultura»): se per caso tale «nuovo modo di produzione» - introducendo una nuova qualità di merce e perciò una nuova qualità di umanità - non produca, per la prima volta nella storia, «rapporti sociali immodificabili»: ossia sottratti e negati, una volta per sempre, a ogni possibile forma di “alterità”.
    Senza sapere che cosa siano questo «nuovo modo di produzione», questo “nuovo potere” e questa «nuova cultura», non si può governare: non si possono prendere decisioni politiche (se non quelle che servono a tirare avanti fino al giorno dopo, come fa Moro).
    I potenti democristiani che ci hanno governato in questi ultimi dieci anni, non hanno saputo neanche porsi il problema di tale «nuovo modo di produzione», di tale «nuovo potere» e di tale «nuova cultura», se non nei meandri del loro Palazzo di pazzi: e continuando a credere di servire il potere istituito clerico-fascista. Ciò li ha portati ai tragici scompensi che hanno ridotto il nostro paese in quello stato, che più volte ho paragonato alle macerie del 1945.
    È questo il vero reato politico di cui i potenti democristiani si sono resi colpevoli: e per cui meriterebbero di essere trascinati in un’aula di tribunale e processati.
    Non dico, con questo, che anche altri uomini politici non si siano posti i problemi che non si son posti i sacrestani al potere, o che, come loro, non abbiano saputo risolverli. Anche i comunisti hanno per esempio confuso il tenore di vita dell’operaio con la sua vita, e lo sviluppo col progresso. Ma i comunisti hanno compiuto - se hanno compiuto - degli errori teorici. Essi non erano al governo, non detenevano il potere. Essi non derubavano gli italiani. Sono coloro che si sono assunti delle responsabilità che devono pagare, cari colleghi della «Stampa», che, sono certo, siete perfettamente d’accordo con me...
    Un’ultima osservazione che mi sembra, del resto, capitale.
    L’inchiesta sui golpe (Tamburino, Vitalone...), l’inchiesta sulla morte di Pinelli, il processo Valpreda, il processo Freda e Ventura, i vari processi contro i delitti neofascisti... Perché non va avanti niente? Perché tutto è immobile come in un cimitero? È spaventosamente chiaro. Perché tutte queste inchieste e questi processi, una volta condotti a termine, ad altro non porterebbero che al Processo di cui parlo io. Dunque, al centro e al fondo di tutto, c’é il problema della Magistratura e delle sue scelte politiche.
    Ma, mentre contro gli uomini politici, tutti noi, cari colleghi della «Stampa», abbiamo coraggio di parlare, perché in fondo gli uomini politici sono cinici, disponibili, pazienti, furbi, grandi incassatori, e conoscono un sia pur provinciale e grossolano fair play, a proposito dei Magistrati tutti stiamo zitti, civicamente e seriamente zitti. Perché? Ecco l’ultima atrocità da dire: perché abbiamo paura.
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    sergio.T
    00 20/05/2009 11:02
    Sbalorditivo
    " Bisogna dirlo: la cultura della tolleranza, soprattutto quella di sinistra, ha sbagliato tutto: avremo migliaia di criminali e criminaloidi. La tolleranza e' diventata impunibilita'"

    Pier Paolo Pasolini
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    sergio.T
    00 20/05/2009 11:04
    Onesta' intellettuale
    " Dobbiamo smetterla di essere felici se criminali come quelli del Circeo sono neofascisti borghesi. Quelli di Torcenville, ad esempio, sono proletari. E allora? cosa si dovrebbe dire di questi criminali che votano PCI?"

    Pier Paolo Pasolini
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    sergio.T
    00 20/05/2009 11:04
    " Ci vorrebbe un altra Piazzale Loreto"

    Pier Paolo Pasolini.
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    sergio.T
    00 20/05/2009 11:10
    Quando oggi tutti gridano " i nostri diritti!"
    «Le persone più adorabili sono quelle che non sanno di avere dei diritti», e «sono adorabili anche le persone che, pur sapendo di avere dei diritti, non li pretendono, o addirittura ci rinunciano.»

    Pier Paolo Pasolini
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    sergio.T
    00 20/05/2009 11:13
    Giovani
    " Siamo troppo belli, abbiamo tutto e dunque abbruttiamoci. I giovani di oggi sono persino brutti, ma proprio brutti, esteticamente. Inutile dire altro."

    Pier Paolo Pasolini.

    Chissa' se vede quelli del 2009....
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    sergio.T
    00 20/05/2009 11:35
    Potrei andare avanti all'infinito dopo la lettura di Lettere Luterane. Mi ricorda molto il capolavoro Scritti Corsari. Non risparmia nessuno, dice le cose come stanno, non le manda a dire ma le dice a destra e a sinistra, indistintamente.
    Non si lascia condizionare dalla propria ideologia; non arretra davanti a durezze ( piazzale Loreto; processateli; condannateli; la tolleranza e' sbagliata; il nuovo potere consumistico italiano e' fascista; la borghesia italiana e' una degenarazione razzista; il proletariato e' piu' borghese del borghese stesso; l'italia e' un paese di disgraziati; il popolo italiano non e' mai esistito; ecc.ecc.). Con fierezza rivendica quello che vede.

    Che dire di uno cosi? c'e' molto da imparare e laddove non convince o esagera ( anche Pasolini, come tutti, prende qualche cantonata) c'e' sempre lo spunto per una nuova riflessione.

    Da rileggere insieme a Scritti Corsari
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    sergio.T
    00 20/05/2009 14:12
    Il terzo paragrafo dell'intervento al Congresso dei Radicali, il paragrafo dedicato alla rivendicazione dei diritti da parte degli estremisti e dei rivoluzionari ( inclusi i marxisti leninisti, parole di Pasolini stesso) merita da solo tutta la possibile ammirazione verso un'intellettuale che piu' libero di cosi' non si puo'.
    Merita un'inchino, davvero.
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    sergio.T
    00 01/10/2009 10:20
    Scandalo escort.
    Ora, degli italiani piccolo-borghesi si sentono tranquilli davanti a ogni forma di scandalo, se questo scandalo ha dietro una qualsiasi forma di opinione pubblica o di potere; perché essi riconoscono subito, in tale scandalo, una possibilità di istituzionalizzazione, e, con questa possibilità, essi fraternizzano.

    Pier Paolo Pasolini
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    sergio.T
    00 01/10/2009 10:52
    Queste splendide parole di Pasolini sono l'esatta fotografia dello scandalo escort italiano.
    Una sinistra , una parte politica, una coscienza popolare che non avendo la benche' minima compattezza - anzi! ha fatto della dispersione la sua virtu'!- ha bisogno di uno scandalo per sentirsi tutti insieme contro.
    Dietro questo scandalo c'e' un opinione di potere.( politico)
    Dietro questo scandalo c'e' una voglia di istituzionalizzazione.
    Dietro questo scandalo c'e' l'ultima possibilita' per fraternizzare in una classe politica anonima ( la sinistra)

    Le parole di Pasolini calzano perfettamente.
    Pagherei di tasca mia se stasera potessi assistere ad Annozero con Pier Paolo a fianco, ma sapendo bene che un tipo come lui mai e poi mai perderebbe tempo con una farsa simile, mi accontenterei - sempre pagando di tasca mia - di andare a cena con lui per sentire le sue opinioni.
    Non gli chiederei di Berlusconi, non ce ne sarebbe bisogno. E non gli chiederei nemmeno sulla parte avversa, sugli altri, quelli della sinistra.
    A Pasolini, una mente acuta, chiederei piuttosto della totale mancanza d'identita' degli italiani come coscienza popolare; della loro assoluta incapacita' critica, della loro completa insignificanza politica.

    E poi gli chiederei del suo Bologna, tema forse piu' interessante di Annozero di stasera.
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    sergio.T
    00 01/10/2009 10:58
    E' dal 1994 che Berlusconi impazza con la sua nefandezza politica per l'italia.
    Impazza sui giornali, sulle tv, in parlamento; impazza in milioni di voti, dunque gli italiani lo votano.
    Impazza con leggi assurde; con favoritismi allucinanti; con messaggi culturali pericolosissimi; impazza totalmente e radicalmente.
    E abbiamo bisogno di una escort per indignarci?

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    sergio.T
    00 01/10/2009 11:05
    Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo.

    Pier Paolo Pasolini

    "Ho visto Milan - Manchester United. Un'emotivita' unica. Dite quello che volete ma una partita cosi' emoziona di piu' dello sbarco sulla luna"

    Pier Paolo Pasolini.
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    mujer
    00 01/10/2009 11:07
    sarebbe veramente bello averlo a cena.

    a casa mia, negli ultimi giorni, c'è gente che va e viene. chi comunista, chi cattolica, chi movimentista, chi futurista.
    li ascolto parlare e mi convinco sempre più che parlare del tempo è molto meglio di tanti discorsi basati sul nulla.

    uno ha pure fatto finto di commuoversi, l'altra sera. parlava di quanto era bello negli anni '70 essere comunista.
    gli ho riso in faccia e non gli è piaciuto granché.

    ha finito la cena e se n'è andato senza salutare.
    tutto a mio vantaggio [SM=g8273]

    ah, se ci fosse pierpaolo
    (annozero non l'ho mai guardato e non lo farò certo questa sera)
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    sergio.T
    00 01/10/2009 11:09
    Il sistema
    Basta ai giovani contestatori staccarsi dalla cultura, ed eccoli optare per l'azione e l'utilitarismo, rassegnarsi alla situazione in cui il sistema si ingegna ad integrarli. Questa è la radice del problema: usano contro il neocapitalismo armi che in realtà portano il suo marchio di fabbrica, e sono quindi destinate soltanto a rafforzare il suo dominio. Essi credono di spezzare il cerchio, e invece non fanno altro che rinsaldarlo.

    Saggi sulla politica
    Pier Paolo Pasolini.

    Questo l'ho sempre pensato sulla politica. Chi la fa, anche per contestarla, la rafforza.
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    sergio.T
    00 01/10/2009 11:12
    Chissa' il perche'.
    ah julia, stamani apro i giornali e vedo annozero, d'addario e erotika berlusconi show tour 2009.
    E tutti in trepida attesa.

    Non so il perche', all'improvviso, e' diventata una giornata Pasoliniana.
    E mi sono buttato qui' e la' a leggere Pasolini.

    Chissa' il perche'.

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    sergio.T
    00 01/10/2009 11:19
    Gli italiani
    Gli Italiani...
    L'Italia vive a vari livelli economici, culturali, storici. Questa varietà di livelli si rifrange negli individui, facendone dei casi sempre in po' impalpabili, sfuggenti, difficilmente definibili. D'altra parte ciò non li preserva dallo standard, dal conformismo, la standardizzazione si supera soltanto con la coscienza critica, con un alto, sviluppato, adulto, senso civile: e questo purtroppo non è il caso degli italiani, che sono dunque da una parte instabili, misteriosi, irrazionali - tendenti a sfuggire alle definizioni della media - d'altra parte sono elementarmente parificati e codificati, tendenti a rientrare sempre in un tipo medio meccanicamente fisso.

    Pier Paolo Pasolini
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    mujer
    00 19/12/2009 09:32
    È difficile dire con parole di figlio
    ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
    Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
    ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore.

    Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere:
    è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

    Sei insostituibile. Per questo è dannata
    alla solitudine la vita che mi hai data.

    E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame
    d'amore, dell'amore di corpi senza anima.

    Perché l'anima è in te, ma tu
    sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

    ho passato l'infanzia schiavo di questo senso
    alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

    Era l'unico modo per sentire la vita,
    l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita.

    Sopravviviamo: ed è la confusione
    di una vita rinata fuori dalla ragione.

    Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
    Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile...



    P.P.Pasolini


    "Sei così ipocrita
    che come l'ipocrisia ti avrà ucciso
    sarai all'inferno
    e ti crederai in paradiso."
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    mujer
    00 28/06/2011 09:03
    Me ne vado, ti lascio nella sera che, benchè triste, così dolce scende per noi viventi, con la luce cerea che al quartiere in penombra si rapprende.
    E lo sommuove. Lo fa più grande, vuoto, intorno e, più lontano, lo riaccende di una vita smaniosa che dal roco rotolio dei tram, dei gridi umani, dialettali, fa un concerto fioco.


    da Le ceneri di Gramsci - Pier Paolo Pasolini
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