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Caffé Letterario

Pier Paolo Pasolini

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    mujer
    00 05/03/2009 10:19
    hai ragione, riusciamo a litigare anche su un intellettuale che amiamo entrambi [SM=g8179]

    ma ricorda che hai iniziato ad amare Pasolini dopo aver iniziato ad amare me [SM=g10529]
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    sergio.T
    00 05/03/2009 11:43
    Come al solito ti vuoi prendere tutti i meriti: come a dire che una volta conosciuta te, io mi sia redento. [SM=g8455]
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    mujer
    00 05/03/2009 11:54
    ovvio, ma la cosa è reciproca [SM=g8455]
    scappooooooo!
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    sergio.T
    00 08/03/2009 22:06
    C'e' un fascino del fascismo che nessumo ha mai avuto il coraggio di raccontare.

    Pasolini.
    Petrolio
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    sergio.T
    00 09/03/2009 10:11
    Petrolio? un libro che forse non doveva essere pubblicato. L'opportunismo editoriale sui grandi nomi, a volte, sconfina nella mancanza di rispetto.
    Un libro informe, a pezzi, a salti, un mosaico disordinato.
    Un romanzo non romanzo; un saggio non saggio; un diario non diario; un "non" , insomma.
    Un libro contenutistico, forse?
    Mi ricorda la pubblicazione della Volonta' di potenza di Nietzsche.
    Rimodellato da Elisabeth Nietzsche , la sorella del filosofo, il libro assume il connotato di "summa filosofica" del pensiero niciano. C'e' omogeneita' , linearita', anche se lascia aperte molte considerazioni di dubbio: un forte travisamento del pensiero razziale; una forzatura schematica; un condizionamento forse politico sociale ( europeo).
    Petrolio e' peggio: e' uno zibaldone all'ennesima potenza.
    Se ne consiglio la lettura? si, in qualsiasi caso si, ma preparandosi ad un lavoro di setaccio per rubarne le pietre preziose. ( contenuti critici)
    La storia , invece, e' irrimediabilmente confusa.

    Petrolio e' un libro " fisico e corporeo".
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    sergio.T
    00 09/03/2009 19:27
    IL sesso e l'amore sono due cose totalmente dissociate tra loro: a volte contrarie, addirittura.

    Pasolini
    Petrolio
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    sergio.T
    00 10/03/2009 09:19
    In Petrolio pagina dopo pagina si hanno sorprese: o temi di spicco ( da leggere avidamente) o episodi assolutamente inspiegabili, persino difficili da spiegarsi.
    Un libro ad ostacoli, insomma.
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    sergio.T
    00 10/03/2009 16:13
    Per chi conosce appena appena Pasolini, questo Petrolio risulta subito libro difficile, ostico, un non libro insomma, che rischia di deprivare o diminuire il Pasolini scrittore.
    Ma se appena si riesce ad uscire dalla pretesa classica di una trama o di un romanzo inteso in modo ordinario, questo Petrolio riconosce al suo autore e al suo lettore, la soddisfazione o la curiosita' dell'ennesima denuncia Pasoliniana.
    E' uno zibaldone, un breviario, un summa dei temi dello scrittore scomparso. Sarebbe cosa curiosa chiedersi come avrebbe dato forma a questa storia di Potere.
    Pasolini stesso in un appunto, scrisse, io non voglio scrivere una storia ma dare una forma.
    Cosi' non fu per quello che successe e dunque bisogna trovare una " forma" di lettura diversa dalle solite : forse leggere alcuni appunti al giorno?

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    sergio.T
    00 10/03/2009 22:25
    Un Pasolini talmente onesto e lucido da dire, con voce calma, di come siano strane quelle persone che credono in ideali e poi, all'improvviso (fortuna loro?) scoprono un altra cosa e non credono piu': scoprono il " nulla" che non e' quello filosofico, ma quello sociale.
    Il nulla sociale inteso come gioco che li spinge non a ritirarsi dal mondo ma a parteciparvi ancora di piu': perche'? perche', sempre onestamente, non hanno altre alternative.
    Che dire di queste persone se non che sono in malafede?

    Trovo strepitosa un'analisi di questo tipo.
    [Modificato da sergio.T 10/03/2009 22:26]
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    sergio.T
    00 10/03/2009 22:30
    Questo Pasolini e' un uomo di sinistra ( si puo' dire cosi? io non ne sono sicuro) talmente strano da arrivare a dire che la resistenza alla borghesia ( l''intelligencia e gli intellettuali) e' ancora piu' borghese della stessa borghesia.
    Perche? perche' la loro rivoluzione non potra' mai essere autentica dato che scandisce i ritmi della borghesia stessa.
    O meglio: come puo' una resistenza resistere se ha abitudini culturali prettamente borghesi.
    Quando uomini di sinistra si riuniscono e progettano, dice Pasolini, e' persino inutile ascoltarli: sono talmente prevedibili e scontati nella loro ideologia da fare quasi schifo-
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    sergio.T
    00 10/03/2009 22:32
    questa decina di pagine mi hanno letteralmente strabiliato.
    Esistono uomini di sinistra, oggi, cosi?
    Direi proprio di no.
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    sergio.T
    00 10/03/2009 22:34
    Gli intellettuali se ne fregano dei giovani: pensano alla loro intellettualita'.

    Pasolini
    Petrolio
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    sergio.T
    00 12/03/2009 12:29
    Pasolini e' infinitamente superiore ( e rivendichiamolo ancora una volta il concetto superiorita' e inferiorita') agli intellettuali italiani di oggi e anche di ieri. ( Ortese compresa)
    La sua, al contrario delle altre, e' un esperienza vissuta in prima persona: partecipativa non solo sul piano sociale ( politica e scrittura) ma sul piano carnale, interiore, solitario.
    Pasolini critica la societa' italiana come mai nessuno ha fatto: un occhio attento, lucido, disincantato. Una sorta di Epoche' personale.
    Quest'occhio spazia a 360 gradi; non s'infervora solo "contro", ma s'infervora persino in se' stesso.
    Va' a fondo, analizza, gira e rigira, conclude. Una sintesi che non solo e' una sintesi esterna ma e' una sintesi personale: Pasolini e' una summa, e' un quantum, e' colui che sentenzia.
    Avete mai fatto caso che Pier Paolo ricorre spesso alle sentenze?: ne ha il carattere, ne ha la fierezza, ne ha' le spalle larghe per assumersi questa responsabilita'.
    Denota una sicurezza stupefacente; non si lascia invischiare sul piano della discussione, dei se dei ma dei forse: intelligentemente porta argomenti ai quali e' impossibile obiettare, tranne il caso ( malcostume dei parolai) di essere totalmente in malafede, accecati, sordi: insomma dei delinquenti del pensiero.
    Riassumendo la grandezza Pasoliniana la si potrebbe sintetizzare nel classico 2+2=4. Si leggano le sue tesi; si leggano le sue profezie e una volta fatto questo , ci si chieda che cavolo mai si puo' rispondere in modo onesto se non dicendo, e' vero.

    Questo non significa che Pasolini porta una verita' assoluta: dice parecchie castronerie, asserisce concetti ed ideali assurdi, fantasmagorici, un poco " deboli" e la sua visione del mondo non mi trova consono a tutte le sue sfumature, anzi.
    Pero' rimane un fatto incontrovertibile: leggerlo ed impararlo e' un banco di prova che merita ogni sforzo e ogni rispetto.
    L'ho gia' detto una volta: faccio fatica a dire che quest'uomo e' di sinistra o marxista. Secondo me Pasolini e' grande di per se senza bisogno di riconoscerlo in un sistema filosofico.
    [Modificato da sergio.T 12/03/2009 12:30]
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    mujer
    00 12/03/2009 16:37
    Io non tratterei la Ortese come hai fatto tu.
    Ti ricordo che, prima di leggere Pasolini, l'avevi snobbato ed eri parecchio distaccato dalla sua letteratura.
    Non puoi parlare della Ortese senza aver mai letto nulla di suo.

    La sua autonomia è stata molto rispettata da Pasolini. Lui e Dario Bellezza sono stati gli unici intellettuali a sostenere questa grande scrittrice.
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    sergio.T
    00 13/03/2009 10:24
    Prima o poi leggero' la Ortese. [SM=g8455]
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    sergio.T
    00 31/03/2009 09:16
    DOSSIER DELITTO PASOLINI
    Prefazione di Giorgio Galli
    Pagg. 370 – € 20,00



    Il delitto Pasolini (Idroscalo di Ostia, 2 novembre 1975) attraverso i documenti.

    Le cronache giornalistiche dell’omicidio, i commenti e le polemiche (Edoardo Sanguineti, Rossana Rossanda, Italo Calvino, Alberto Arbasino, Luigi Pintor, Enzo Biagi, Giovanni Testori). Gli interrogatori del reo confesso, il “ragazzo di vita” minorenne Giuseppe Pelosi che si autoaccusa del delitto. La controinchiesta di Oriana Fallaci e del settimanale “L’Europeo”. Le deposizioni, le testimonianze e le perizie medico-legali durante l’inchiesta. L’arringa processuale dell’avvocato di parte civile Guido Calvi. La sentenza del processo di primo grado (26 aprile 1976), secondo la quale Pasolini fu ucciso da più persone. La sentenza della Corte d’appello (4 dicembre 1976) che ritenne Pelosi il solo assassino. La sentenza della Corte di cassazione (26 aprile 1979).
    La ritrattazione di Pelosi trent’anni dopo il delitto: «Non fui io a uccidere Pasolini, ma un gruppo di picchiatori» (maggio 2005).

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    sergio.T
    00 14/04/2009 16:34
    Leggere Lettere Luterane.
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    sergio.T
    00 18/05/2009 16:05
    Uscito di corsa, scappato come una lepre dall'incubo Fresan, mi sono buttato in un piccolo libro di Pasolini, quelle Lettere Luterane che si leggono di un fiato. Quando hai poco da leggere o poco t'invoglia ( forse quel Dottor Zivago sfugge a questa regola del momento) cosa migliore non c'e' che qualche scritto critico. Ma non di tutti. Solo di coloro che come Pasolini oltre ad insegnare un'analisi attenta, l'insegnano ad di la' delle parti. Come a dire: a prescindere dall'essere comunista o fascista.

    La prima lettera, l'introduzione, e' tutto un programma: i figli pagano le colpe dei padri per un semplice motivo: la paternita' sia di sinistra che di destra, a detta di Pasolini, in italia e' completamente borghese. Ed e' ancora piu' borghese quanto piu' si professa comunista.
    Tutte le volte che leggo la limpidezza d'animo di Pasolini rimango sconcertato: se la metto a paragone con la faziosita' dei giorni d'oggi , quando sento certuni attaccare con qualsiasi pretesto quelli dell'altra parte, allora mi vien voglia di pensare a due cose: o non hanno letto un Pasolini o se lo hanno letto non lo hanno capito. Quello che dice il Pasolini non solo rivendica la criticita' di una cultura borghese o fascista ( con tutti i suoi difetti) ma va ben oltre: Pasolini mette in guardia da un'omologazione imperante che associa il fascista all'antifascista. Non e' piu , infatti, una questione politica o ideologica, ma ad accomunarli e' la cultura dell'esistenza quotidiana: insomma del modo di vivere, di rapportarsi con se stessi, o con gli altri.
    Chi crede di leggere in Pasolini la critica al borghese in quanto classe sociale e basta, non ha capito un bel niente: e chi crede che trovi una difesa a coloro che lottano da un'altra classe sociale, ha capito ancora meno. In vero nemico non e' la borghesia o il fascismo. il pericolo numero uno e' l'omologazione culturale di sottofondo che e' ben piu' profonda della semplice ideologia politica.
    Trenta anni dopo quel che scrisse Pasolini si e' puntualmente avverato: l'omologazione massificante e' compiuta. Sono tutti uguali, tutti identici, tutti emuli di uno status sociale finto e artefatto: l'uomo del benessere, del consumismo, del PENSIERO UNICO.
    Pensavo: chi se ne frega che uno e' comunista o fascista? quello che conta e' un altra cosa: chiedersi innanzitutto: quell'uno di quanta autonomia e' capace nel pensare con la sua testa?

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    sergio.T
    00 18/05/2009 16:18
    Pensavo a quel belissimo affondo di Saramago: meta' degli italiani sono come Berlusconi, l'altra meta' lo vuole diventare.
    E' il pensiero unico.
    E' l'annullamento di ogni differenza, di ogni interpretazione: la narcosi del senso critico.
    Pasolini: il problema di chi non e' borghese, come non lo sono i proletari, e' ancora piu' grave del problema del borghese nato: lo vuole diventare.
    Due animi limpidi, puliti, che non si lasciano ingannare.
    L'occhio acuto e' piu' in alto di qualsiasi ideologia: non professa come un animale d'armento che appartiene al gruppo, ma professa per quello che vede.
    Conoscitori di uomini.
    Una volta Nietzsche scrisse: " volavamo talmente in alto che sembravamo piccoli a coloro che non sapevano volare"
    Ecco: Pasolini e Saramago volano talmente in alto che e' quasi inutile che scrivano per coloro che non sanno volare ( unificati nel pensiero unico)

    PS: Pasolini lo scrisse pure: mi vien voglia di mollare tutto.


    [Modificato da sergio.T 18/05/2009 16:19]
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    mujer
    00 19/05/2009 10:24


    Alla mia nazione


    Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
    ma nazione vivente, ma nazione europea:
    e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
    governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
    avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
    funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
    una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
    Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
    pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
    tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
    Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
    proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
    E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
    che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.

    Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.


    Tratta dalla raccolta di poesie "La Religione del mio tempo"
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