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Camera con vista

Ultimo Aggiornamento: 10/07/2012 16:28
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24/01/2011 11:30
 
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E’ l’una e mezza di venerdì 21 gennaio 2011. Sono seduta con Monsieur Balzac che mi parla di un libertino avvezzo alla conquista di fanciulle povere. Dico a Mr Balzac che da questa parte di mondo, sulle mie montagne, certe libertà sono bandite.

Dài, che siamo nell’anno ponte!
Quanto è alto questo ponte?
L’importante è che non sia troppo lungo.


A volte ho la sensazione che l’esibizionismo sia onnipresente. In internet, se metti una telecamera, puoi vedere una stanza a tutte le ore. Ci sono persone che si tengono in perenne contatto per vedere come dormono o preparano il pranzo, come fosse uno spettacolo. A volte ho la sensazione che tutto ciò abbia a ché vedere con la perdita progressiva di quell’idea antica che ha accompagnato gli uomini per tanti secoli: dio vedeva tutto, dio osservava tutto e niente gli sfuggiva.

Oh, un tipo che paga le donne per divertirsi!
Sì, ma è l’unto del signore.
Olio extravergine?


Ieri, dopo tanta nebbia, in una serata limpida e freddissima, con l’aiuto di un tassì, sono salita a Cerete. In un tassi grigio Mercedes con i sedili in pelle. Faceva le salite di corsa e rallentava nelle gallerie. Nella valle le salite sono dolci, quasi senza curve. Il tassista ha parlato per un po’ ma ha capito che volevo guardare la strada. Allora ha fatto andare Stevie Wonder versione romantica anni ’80.

Hai le chiavi con te?
Certo che le ho.


Facendo colazione uno di fronte all’altra si potrebbero indovinare pensieri anche se stiamo in silenzio. Avevo previsto che, prima di uscire, mi avresti dato un bacio sulla fronte. Più che prevederlo, te l’ho chiesto senza dirlo. E’ merito della colazione uno di fronte all’altra.

Come sta andando il viaggio?
C’è tanta neve, sto facendo foto.
Bello.


Due signore conversano abbandonate all’inverno. Sono infagottate in lunghi cappotti verdi, grasse, molto vegetali e quiete, sorde, guardano prigioniere l’aereo che sta espellendo pendolari.
Se riuscissero, una, a curvarsi un po’ a sinistra, l’altra ad alzarsi sulla punta dei piedi, vedrebbero le montagne buie con poche luci alle pendici. Il vento soffia da sud, domani soffierà ancora da nord, ritorna il freddo.

Mia figlia sposa un bravo ragazzo, ha il lavoro fisso.
Anche mia figlia ne ha trovato uno così.
Hanno figli?
No, per fortuna.


Un sud tiepido in un cielo mite, quasi quieto, salvato dalle luci soavi di alcune nuvole basse. Devo rompere il legame scrittura-forum. Il legame scrittura-visibilità. Il legame scrittura-italiano.
Devo anche andare da un dottore a farmi controllare la vista. Che mi dica se il mio occhio pigro è ancora attivo. Devo fare che due signore che conversano si annoino di parlare, brucino i cappotti, si rimettano sedute e via in solitudine verso la vecchiaia, ignare dell’amore dei figli che si fanno le corna, fargli ciao ciao, dare loro le spalle e augurargli una schiera di nipoti.

Vedo stelline nell’occhio destro.
Sarà la retina, era sofferente.
Il distacco è sofferenza?
Eh sì.


Siamo stati due o tre giorni a Venezia e non sono riuscita a scrivere niente in questa camera con vista. E’ che quando sono eccitata e coinvolta semplicemente non riesco a raccontare la realtà. E’ sempre eccessiva la realtà, mi affonda e mi esalta senza tregua. Non c’erano fantasie, né immaginazione di viaggio prima dei nostri due o tre giorni a Venezia. Certo è che i migliori momenti sono quelli che non crei.

Torniamo da Mario a mangiare?
Sì, e ci sediamo accanto a Pier Paolo.
In mezzo a tutti quegli interisti del cazzo.


Il surrealismo è la realtà che si nasconde. Come quando sono scesa in quella coltre di nebbia e sapevo che la realtà non era quella che stavo vivendo, era sospesa fino a quando non sarei arrivata.
E infatti mi sono addormentata in mezzo a centocinquanta belve feroci.

Quando vivrai qui non dovrai più addormentarti per salvarti.
Quando vivremo qui ci addormenteremo quando tramonta il sole.
Sì, ma senza svenire.
E svegliandoci all’alba.


Quando suona il campanello potremmo rispondere urlando che nessuno è in casa. Non ci crederebbero ma la smetterebbero di interrompere le nostre prove d’amore duraturo.
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