Avrebbero ragionato in questo modo. Sicuro.
Era una notte fredda in quel confine tra Segrate e Monza.
La temperatura era -4, niente a che vedere con i -25 dell'attraversata delle Alpi, tra nevi e ghiacciai.
Erano partiti 4 mesi prima: quattro mesi a piedi, a cavallo, lontani dalla amata Francia, dalle amate famiglie, dagli amati figli.
Marce forzate di 50 km al giorno; stenti di ogni tipo; fame e sete; battaglie e guerra ogni giorno, ogni settimana, ogni mese.
Era la campagna D'Italia , la seconda, in quella repubblica Cisalpina appena nata.
Le sofferenze erano di ogni tipo: fisiche, morali, spirituali; molti compagni erano morti, molti erano feriti, e la dimensione di ogni condizione umana era tesa al limite: era la Grand Armee' Francese, in marcia.
Si erano accampati vicino a Segrate e nell'accampamento, nonostante tutta la miseria e la durezza di questi lunghi mesi, nessuno fiatava, nessuno si lamentava: credevano a quello che facevano e questo li salvava.
Quella sera non seppero che fare per distrarsi nell'imminenza della battaglia dell'indomani: accesero allora la tv ( trasmetteva da li' vicino , dagli studi Mediaset) e girarono canale quasi a casaccio.
Ne trovarono uno particolare, quasi curioso: trasmetteva, infatti, un programma con molte eminenze impettite: politici, giornalisti, banchieri, cianfrusaglia di questo tipo, insomma.
Tutti, davanti ai microfoni, piangevano, denunciavano, gridavano , il loro malumore per questo e per quello.
I soldati della Grand Armee' rimasero stupiti, ma nulla fu al confronto con lo stupore che si dipinse in loro, quando sul teleschermo apparve un altro mega tv color in collegamento con lo studio: apparve Maurizio Corona, che frigniava sulla sua dignita' umana offesa dagli arresti domiciliari. Un uomo distrutto.
Spensero la tv, e i soldati divertiti da quello che avevano appena sentito, se ne andarono a letto pensando: " ma che carnevalata e' quell'omino che abbiamo visto?"
Un poco piu' in la', a distanza di un centinaio di metri dalle mille tende dei centomila soldati, era installato il tendone del quartiere di comando.
Anche i generali avevano visto la trasmissione " culturale", e prima di alzarsi , uno di essi chiamo' il banditore e gli scrisse un foglietto con quattro righe, dicendo di leggere quel discorso all'indomani mattina all'alba.
L'alba arrivo: il banditore a cavallo suono' la " chiamata" e di fronte all'interminabile colonna dell'esercito della Grand Armee' lesse:
" Soldati!!! da stamane questa contrada mediatica di tal nome Segrate, sara' solo un ricordo, una diceria. Che sia messa a ferro e fuoco.
Chi di voi incontrera' sul suo suolo di guerra il nemico a viso/ viso, sappia che la sua causa e' giusta.
Se per caso poi, trovaste quell'omino di ier sera, beh, prendetelo e fatene quello che volete".
Delacroix, Maresciallo di Francia della Grand Armee'.
Si misero in marcia senza lamentarsi.