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Cose cosi'

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2012 10:53
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14/02/2012 19:26
 
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COMMERCIALISTA

1a vignetta: Come ti vedono i tuoi clienti
2a vignetta: Come ti vedono i tuoi amici
3a vignetta: Come ti vedono i tuoi genitori
4a vignetta: Com'è in realtà...
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23/02/2012 09:14
 
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04/04/2012 18:04
 
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Ho appena letto di uno che dice a tutti sulla rete, in una di quelle reti sociali tanto in voga, “grazie a mia moglie perché sta per darmi un figlio”.
Non so chi sia, né dove viva, né quanti anni abbia e se lavora o no. So di sicuro che sarà un padre impegnato nel dare un’immagine di uomo felice, perché continua a sbandierarlo ai quattro venti. Sarò cinica, come dicono molti, ma questo uomo, così contento di spifferare le sue faccende in un luogo così prostituente, vende il suo futuro figlio o figlia all’immaginazione del primo passante/lettore che, toh!, di sapere che il suo seme abbia fecondato un ovulo che tra nove mesi darà il suo buon frutto, beh, gli frega un bel niente.
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04/04/2012 19:19
 
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non so se parli di fb o robba simile
li' dovresti parlare agli amici e' anche di moda mettersi in piazza
e allora perche' no?

stasera ne parlero' a cena e di sicuro uscira una chiacherata fiuma

gia mi imagino qualcuna con i capelli arancioni dritti... [SM=g8434]
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17/04/2012 11:23
 
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Di oppressioni adulte e d'infanzia oppressa

Ieri molti hanno commemorato l'anniversario della morte di Iqbal Masih, ricordato la schiavitù infantile nel mondo e condannato lo sfruttamento dei minori.
Sempre più spesso sentiamo come giusto questo nostro essere garanti dell’integrità sociale, richiamando alla memoria fatti così lontani da rassicurarci nei nostri comodi salotti e mobilitandoci, quasi sempre in forma materiale, per mettere in luce le incongruenze di un mondo che si descrive come scenario di sfruttatori e di sfruttati. Mondo che non sempre coincide con la nostra certezza di essere noi i “civili tutori di giustizia”.
Se per Iqbal nutro un sentimento di profondo rispetto per la dignità del suo grande gesto, non posso dire altrettanto per coloro che, nella giornata di ieri, lo hanno ricordato certi di fare un’azione utile.
Ebbene, in una società come questa, con genitori totalmente distratti dal sogno di figli realizzati e famosi, con adulti incapaci di concepirsi educatori e amministratori che riducono le politiche dell’infanzia a teatrini mediatici di infima cultura, in una società come questa, dicevo, non c’è tanto da vanagloriarsi: Iqbal è degno del mio totale rispetto mentre chi lo ha ricordato in quest’unica giornata e discostandosi dal suo ideale di autodeterminazione è degno di disprezzo.
Abbiate la decenza di pensare allo sfruttamento della vita dei bambini e delle bambine in ogni luogo, anche qui, degnateli di una vita in consapevolezza e risparmiate loro lo status di consumatori.
E’ questo il grande lascito di Iqbal Masih.
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11/05/2012 17:33
 
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Una lettera. Caro il Mio Milan.
Tutte le cose che state per leggere saranno sempre seconde, rispetto ad una. La prima e unica cosa che voglio che voi sappiate per sempre è questa: ho giocato e vinto per Noi. Giocare e vincere senza condividere le emozioni è nulla, invece io e voi, noi, abbiamo fatto tutto insieme. Abbiamo sperato, abbiamo sofferto, abbiamo esultato, abbiamo gioito. E abbiamo alzato le coppe e gli scudetti insieme ai nostri cuori. Siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda. E questo non ce lo toglierà mai nessuno.

Sapete, cari Milanisti, quando sono arrivato a Milano voi non lo sapevate. Ero in una stanza d’albergo e dovevo uscire il meno possibile, per non dare nell’occhio e per non compromettere quella trattativa di mercato fra la Juventus e il Milan. Le prime settimane, i primi mesi, mi avete studiato, ci siamo guardati.

Poi, ci siamo innamorati. Quella sera contro il Torino. Eravate arrabbiati, le cose in campo non andavano bene, eravate in silenzio. Mi sono tolto le stampelle, ho iniziato il riscaldamento e il vostro ruggito dedicato a me ci ha fatto vincere la partita, ci ha proiettati al preliminare di Champions League e poi alla nostra Finale di Manchester. Questi ricordi, insieme a tutte le persone che mi consolavano ad Anversa nei mesi difficili del 2004 e del 2005 e ai brividi che abbiamo provato insieme il 9 Agosto 2006, il giorno del mio compleanno, contro la Stella Rossa, saranno sempre sul comodino del mio cuore, accanto agli affetti più cari.

Atene. Il calcio ce l’ha regalata per un solo motivo: io e voi, noi, l’abbiamo voluta così fortemente, così intensamente, che non poteva concedersi. Certo, la realtà è andata oltre i nostri sogni più belli. Due gol, contro il Liverpool, due anni dopo Istanbul, la Settima Champions League. Il destino ci ha riservato quello che non osavamo sperare.

Io oggi voglio ringraziare con affetto e commozione il presidente Berlusconi e Adriano Galliani: la loro elettricità e la loro capacità di emozionarsi per me mi ha reso più forte, mi ha spinto oltre qualsiasi limite. Ma voglio rivolgere un pensiero anche a chi, dalle giovanili a tutte le splendide squadre dove ho giocato nella mia carriera, mi ha aiutato a diventare l’uomo e il calciatore che sono oggi.

Grazie Milan, grazie calcio. Concedetemi di chiamarlo mio il Milan, le persone di via Turati, di Milanello, gli uffici, i centralini, i magazzinieri, i fisioterapisti, i medici, le cucine, lo Stadio, gli addetti, lo spogliatoio. Tutte le persone che mi vedevano arrivare con il maglioncino alla domenica e vibravano già sperando nel mio gol. Ciao Mister Ancelotti, con te ho vinto tutto, ciao ai miei meravigliosi tifosi che mi seguono da tutto il mondo, sempre con affetto e con grande passione, ciao ai miei fantastici compagni di squadra, di oggi e di ieri.

E infine, concedetemelo, grazie, grazie, grazie alla mia famiglia: mamma Marina, papà Giancarlo, Simone e Tommaso. Non sarei arrivato fino a qui senza di voi. Siete la mia forza. Caro il mio Milan, Ti lascio solo perché è la vita, perché è il momento. Lo sai anche Tu.

Ciao a tutti e grazie,
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04/09/2012 10:53
 
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Chissa' cosa pensano quei lupi di quel povero gatto! E chissa' cosa pensa lui! [SM=g8431]
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