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Miguel de Unamuno y Jugo (Bilbao, 29 settembre 1864 – Salamanca, 31 dicembre 1936) è stato un filosofo, scrittore, drammaturgo e politico spagnolo di origini basche che, rinnovandoli, ha portato sul piano filosofico i motivi più tipici dell'ispanismo, seppure in opere non sistematiche e quasi sempre di carattere letterario. Canonicamente, viene fatto rientrare nel movimento letterario chiamato Generazione del '98, espressione del modernismo letterario spagnolo.

Il suo pensiero nasce dal contrasto fra le istanze della ragione e quelle della vita in una visione di tragica lotta, senza tregua e senza pace. Così il suo modello ideale è la figura di Don Chisciotte, cui dedica il famoso Vita di Don Chisciotte e Sancho (1903). L'eroe di Cervantes viene da lui inteso come suprema incarnazione dell'idealismo umano, che persegue una meta, ricercata ed amata non come termine di possesso, ma come miraggio.

Personalità controversa e contraddittoria, aderisce al movimento franchista dopo aver sopportato sei anni di esilio (dal 1924 al 1930) per le sue idee repubblicane, ed essersi più volte scagliato contro il militarismo, da lui considerato sofisticatore del genuino concetto di patria.

Essendo una personalità importante della cultura internazionale, nonché filosofo e grecista, Unamuno mantiene il suo ruolo di rettore dell'Università di Salamanca, la più prestigiosa di Spagna, anche sotto il franchismo, nonostante appoggiasse in modo tiepido il regime.

Al centro della sua tormentata tematica si pone il problema religioso, di cui parla in La mia religione (1910), Del sentimento tragico della vita (1913), L'agonia del cristianesimo (1925). Svuotando il cristianesimo di ogni struttura dogmatica, Unamuno si accanisce contro la "casta sacerdotale", monopolizzatrice del dogma e mortificatrice del genuino spirito cristiano.

Sempre in relazione con questa tematica è anche il suo romanzo Nebbia del 1914: Augusto Pérez, il protagonista di quello che Unamuno si rifiuta di chiamare romanzo e per cui inventa il nome nivola, deve infatti alla fine affrontare Unamuno stesso, il suo creatore. Da qui la concezione dello scrittore come dio dei suoi personaggi che si trasponde al concepire l'umanità come un sogno di Dio. Augusto però si ribella, affermando che è in funzione di lui che, in realtà, il suo creatore esiste.

Unanumo fu anche poeta di un lirismo rude ed efficace: celebri sono le sue Poesie (1907) e Il Cristo di Velásquez (1920).