Stendhal gia' un secolo fa aveva visto bene cos'era la politica in Italia: un'associazione di politicanti e politicastri vari.
Un imbroglio di proporzioni inimmaginabili.
Una politica che sposata al concetto di potere non e' piu' in funzione del sociale, ma bensi' dell'esatto contrario: e' la funzione dei pochi che comandano e vessano i molti in nome dell'interesse.
La politica come festival dell'ipocrisia, della vergogna, della furfanteria.
Non c'e' una coscienza di classe nei politici.
Mosca, il primo Ministro del Ducato di Parma ( nella fantasia di Stendhal) si salva in un certo senso: si e' adattato a questo andazzo ma ne sente l'assoluta infondatezza. Non c'e lealta', non c'e' onore (
anche nella politica e' fondamentale)
Si adatta contro voglia e cerca , per quanto gli e' possibile di aderire ai suoi principii personali: Mosca e' l'esempio di un uomo retto preso in un meccanismo troppo perverso per combatterlo da solo.
Quando Fabrizio nomina la possibilita' di presentarsi davanti ai magistrati che lo giudichino con serenita' e correttezza, Mosca, questo personaggio " strano" gli risponde: " se sai dove abitano mandami l'indirizzo".
La rassegnazione di queste parole indica l'immensa esperienza del primo Ministo.
Esperienza realista, che sembra cinica ma non lo e'.
Stendhal a piu' riprese e per vari motivi avverte i lettori francesi:
gli italiani sono fatti in un certo modo, da loro le cose vanno in un certo senso.
Mosca e' un tipo particolare: ha un senso dell'onore spiccato e questo lo contraddistingue.
La duchessa Sanseverina: altro personaggio particolare, poco incline al concetto sociale, poco incline a conoscere l'essenza politica.
Di quest'ultima ne fa solo un mezzo, un pretesto: la usa a suo piacimento, si adatta alla sua funzionalita' multivalente, la prende e la direziona a suo favore.
E' un donna dura". E piace per questa sua forza.
Stendhal in questo affresco immenso ( affresco umano polito sociale)
fa cadere la sua sentenza, la sua definitiva opinione, il suo giudizio: la sua penna saltando qui e la' in questo marasma, in questo piccolo spaccato del mondo che sara' il mondo moderno, l'unico ad essere veramente felice, facendo il paio con Fabrizio stesso, sara' proprio colui che e' il piu' distaccato, il piu' lontano e diciamolo di passaggio, il piu' disimpegnato di tutti: disimpegnato dalla politica stessa, dalla lotta di classe, dalla considerazione sociale, e dedito alla poetica, all'arte, alla letteratura: quel Ferrante Palla, brigante da rapina, e poeta.
Un Palla deliziosamente dipinto come matto, un poco folle, ma che proprio per questo ( sono matti coloro che non partecipano agli occhi dell'imbroglioni) e' il modello dell'uomo innocente, solido, ma soprattutto felice.
Felice di non partecipare alla farsa della societa' civile.
[Modificato da sergio.T 18/02/2008 11:36]