SABATO 6 OTTOBRE, ore 18:00, appuntamento a Bisegna (AQ)
FIACCOLATA PER GLI ORSI
Da Bisegna a San Sebastiano nei luoghi dell'Orso bernardo.
Partecipiamo in massa per chiedere giustizia e azioni concrete affinchè questi atti non accadano più.
ADERISCI ALL'INIZIATIVA
Promuovono WWF e Amici dell'Orso Bernardo, con l'adesione di numerose organizzazioni (si veda il comunicato qui sotto)
COMUNICATO STAMPA DEL 3/10/2007
Orsi uccisi al Parco d’Abruzzo: Sabato 6 ottobre tutti a Bisegna e San Sebastiano in Provincia di L’Aquila per manifestare contro questa barbarie.
WWF e Amici dell’Orso Bernardo promuovono una fiaccolata per chiedere giustizia e salvaguardare gli ultimi orsi rimasti.
Appello a cittadini ed organizzazioni all’adesione e agli organi d’informazione per sostenere l’iniziativa.
Orsi avvelenati al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: sabato 6 ottobre alle ore 18:00 tutti sono invitati a partecipare, con appuntamento a Bisegna (AQ), alla fiaccolata promossa da WWF e Amici dell’Orso Bernardo per protestare contro la barbarie.
Il WWF e gli Amici dell’Orso Bernardo promuovono l’iniziativa per chiedere che venga fatta giustizia per questo atto di bracconaggio indegno di un paese civile e affinchè siano messe in campo azioni concrete per la salvaguardia degli orsi ancora in vita.
Quello che è accaduto non deve rimanere una giusta ma estemporanea indignazione ma deve trasformarsi in azione sul territorio perchè questi atti non si ripetano mai più. Nella Marsica e in altre aree dell’Appennino ormai si ripetono da anni avvelenamenti che colpiscono sia la fauna selvatica che animali domestici e di compagnia. Delinquenti senza scupoli spargono micidiali veleni sul territorio anche vicino alle case. E’ un fenomeno che in pochi anni ha portato all’uccisione di ben 6 orsi (2 sul versante laziale del Parco e 1 nel Parco Sirente-Velino alcuni anni or sono e 3 ora), decine di Grifoni (in ben due occasioni, con più di 10 morti l’anno scorso), lupi e aquile reali. A questo fenomeno si aggiunge il bracconaggio con i lacci d’acciaio che ha portato all’uccisione di un’orsa nel Parco della Majella alcuni anni fa.
E’ ora di dire basta e di chiedere interventi reali, senza tentennamenti e senza cedere ad interessi che potrebbero essere toccati dai sacrosanti atti necessari per tutelare la popolazione di orso marsicano prima che si estingua. Ne va della civiltà del nostro paese.
Il WWF e gli Amici dell’Orso Bernardo lanciano quindi un appello a cittadini e organizzazioni affinché aderiscano numerosi alla fiaccolata. Hanno già aderito le organizzazioni: Montagna Grande, Lav Abruzzo, Lipu, Empa Marsica, Mountain Wilderness, Animalisti Italiani, Italia Nostra, CGIL Abruzzo. Tra i partiti, Sinistra Democratica, Verdi e Rifondazione Comunista. Sono solo le prime adesioni e, anche attraverso un sostegno degli organi d’informazione, siamo convinti che si possa creare un ampio movimento affinché quanto accaduto rimanga solo un brutto, seppur indelebile, ricordo del passato.
Per informazioni ed adesioni alla manifestazione:
abruzzo@wwf.it
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comunicato stampa del 2 ottobre 2007
MATTANZA DELLA FAUNA IN ABRUZZO TRE ORSI, DUE LUPI UCCISI NEL PARCO NAZIONALE WWF DESTINA UNA TAGLIA DI 10.000 EURO A CHI CONSEGNERA’ I RESPONSABILI ALLA GIUSTIZIA
GRAVISSIMO: UN PAESE CIVILE NON PUO’ PERMETTERSI QUESTI SCEMPI”
La perdita di un maschio, una femmina in età riproduttiva e un giovane su una popolazione di 30-50 orsi può costituire un colpo mortale alla specie.
Nelle ultime ore scoperti anche due lupi uccisi nella stessa maniera.
Un abisso tra le proposizioni degli Enti che dovrebbero tutelare la specie e le reali azioni che dovrebbero essere messe in campo.
Il WWF chiede un ‘RIS’ per la tutela dell’orso marsicano, una squadra investigativa in grado di condurre indagini puntuali e rintracciare i responsabili di un reato gravissimo che distrugge la nostra fauna. Il sito dell’associazione oggi listato a lutto.
Indignazione del WWF per la perdita di tre esemplari di orso bruno marsicano, a questi si aggiungono due lupi appena ritrovati nella stessa zona. Si tratta di specie tra le più importanti della fauna italiana. Tra questi l’orso Bernardo, diventato famoso nel mondo per le sue incursioni nei paesi del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. A proteggerlo era nata l’Associazione “Amici di Bernardo” che risarciva i proprietari delle galline di cui sembra che Bernardo fosse ghiotto.
“Sempre nella Marsica l’anno scorso sono stati ritrovati più di 10 grifoni avvelenati e tanti altri animali – commenta Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF Italia - E’ chiaro che si tratta di un’area ad alto rischio. Ma tutta l’Italia lo è. Stiamo distruggendo una delle ricchezze attorno a cui è nata e fiorita l’economia di intere regioni. Consentire che si perda un orso o un lupo alla volta è come lasciar sfregiare un’opera d’arte, è un atto insano come prendere a martellate la Pietà di Michelangelo. Siamo profondamente indignati: dopo una stagione di incendi – e l’Abruzzo è la regioni più colpita - i Parchi e la loro fauna continuano a subire colpi. Ora serve una risposta ferma e puntuale sulla prevenzione”.
Allo sconcerto il WWF aggiunge la propria profonda preoccupazione per il significato e le implicazioni di quest’atto: l’uccisione di questi rari esemplari, infatti, si aggiunge al triste record estivo della ragione Abruzzo, risultata una delle regioni maggiormente colpite dall’ondata di incendi dolosi che ha colpito il nostro Paese; e gli Enti coinvolti nella gestione di questa specie hanno dimostrati i propri limiti ed incapacità nelle azioni di tutela e prevenzione.
Un esempio su tutti, la Regione Abruzzo: mentre nei mesi scorsi ha tanto pubblicizzato la nascita del cosiddetto Patto per la Tutela dell’Orso Marsicano (PATOM), ovvero l’accordo tra gli enti sulla tutela dell’Orso bruno, non ha neanche risposto all’appello del Ministero dell’Ambiente per evitare la preapertura della caccia per l’emergenza incendi proprio in quelle aree interessate dagli avvelenamenti.
Il WWF segnala ormai un abisso tra le emergenze e le necessità di tutela concreta di specie e aree protette, da un lato e, dall’altro, l’ossessione con la quale si traduce tutto in vuote iniziative di immagine. E spesso, troppo spesso, ormai, le attività reali sul territorio sono intraprese e condotte da volontari e associazioni, come il WWF, che pochi anni fa organizzò proprio in queste aree campi per il recupero degli alberi da frutta. Per il resto, invece, troppo spesso solo eventi, carte e tanto spettacolo, e molte, troppe sedie ed incarichi di cui fregiarsi e da spartire.
Per non parlare di viaggi: ricordiamo, ad esempio, un viaggio in Cina di una folta delegazione di questi enti preposti alla gestione e tutela del territorio, realizzato per spiegare ai ricercatori cinesi i grandi progetti che in Italia si stanno attuando per la tutela della specie, l’orso, appunto. Dalla Cina era difficile accorgersi delle innumerevoli e insistenti voci che nei paesi marsicani si susseguivano circa possibili atti vendicativi verso questi esemplari. Forse avrebbe pagato di più l’impiego di queste ingenti risorse destinate ai viaggi a favore, ad esempio, della costituzione di una banca dati sugli animali vittime di avvelenamenti, per inquadrare territorialmente il problema e supportare le indagini.
Grifoni, lupi, corvi imperiali, aquile reali, gipeti e ora l’orso: un patrimonio faunistico che continua ad essere messo a rischio da atti criminali, come l’uso dei bocconi avvelenati, la causa più probabile della morte dei tre orsi ritrovati oggi. Un barbaro sistema di uccisione che ancora oggi non è trattato come un reato contro il nostro patrimonio naturale e culturale e contro la salute dei cittadini. Per il WWF occorre rimettere ordine nelle priorità di chi è responsabile della prevenzione e della tutela del nostro patrimonio naturale: immediatamente, è necessario avviare un puntuale monitoraggio della compra-vendita delle sostanze velenose usate in agricoltura, vere e proprie armi nelle mani di gente senza scrupoli; poi, si creino strumenti appropriati di cui squadre investigative e ad alta specializzazione scientifica possano servirsi per individuare responsabilità e perseguire i reati. Ma soprattutto è necessario che il Governo rafforzi il suo impegno nella tutela della nostra biodiversità e faccia sì che i Parchi possano tornare a svolgere in via prioritaria l’attività primaria per cui sono stati creati: proteggere la natura e garantire il nostro patrimonio di biodiversità.
Queste morti sono una perdita immensa per il nostro paese. Che servano, almeno, a qualcosa.
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