Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Psicologia dei sentimenti

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2007 15:47
OFFLINE
Email Scheda Utente
10/05/2007 17:41
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Meursalt ha ragione.
Come ha ragione un grande filosofo tedesco quando dice che bisognerebbe riscrivere tutta la psicologia dei sentimenti.
Non esiste un sentimento in se', infatti.
Parlare di un singolo sentimento, astratto, conchiuso in se stesso, unico, significa solo una cosa: non vedere l'insieme degli stati d'animo che determinano siffatto sentimento.
La tenerezza ad esempio: cosa significa intenerirsi?
Forse che un singolo episodio, un singolo momento , possano scatenate in noi questo stato sentimentale? no e poi no ,ancora.
L'attimo di tenerezza nasce in un contesto piu' ampio: la bella giornata, il buon umore, il momento propizio.
Oppure: un certo ricordo, una associazione d'idee, il parallelismo con un altra situazione.
E cosi' per tutti i sentimenti: dipende dalle circostanze, dalle giornate, dagli atavismi.
Si e' soliti dire che un carattere non cambia: errore!! la vita del singolo individuo e' talmente corta, e' talmente un breve lasso di tempo, che noi non possiamo misurare il cambiamento.
Si provi a misurare, invece, il carattere "uomo" nei due millenni trascorsi e allora e solo allora si vedra' come il "carattere" legato a tempi diversi, sia cambiato in meglio o in peggio.
Cosi' per i sentimenti: in questo momento io amo una persona, io odio una persona e credo che questo sentimento non possa cambiare perche' assolutamente indipendente dal resto.
Falso e poi falso ancora.
A questo sentimento sono arrivato quasi per "caso": un insieme di circostanze, di momenti, di associazioni determinano cio' e solo per il momento presente.
Domani si vedra': cambiera' il tempo, la fase della luna, mi alzero' col piede destro invece del sinistro; un carretto intralcera' la mia strada, una nuova associazione nascera' nel mio pensiero, un ricordo nuovo fara' capolino: il mio sentimento diverra' altro.
I sentimenti sono puro divenire, come noi del resto.
OFFLINE
Email Scheda Utente
11/05/2007 09:55
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Non esiste una psicologia dei sentimenti, ma sì esiste quella delle emozioni che non nega quel divenire.
Una sorta di pulsione, niente a ché vedere con i sentimenti, intenti che preparano ai moti vitali.
Così la rabbia, l'invidia, la gelosia non sono distanti, nè contrapposte, alla gioia, la serenità, l'allegria.
Appartenenti ad un mondo emotivo a cui non si sfugge.
Mentre del sentimento si può fare tranquillamente a meno.
L'amore, secondo te, è emozione o sentimento?
OFFLINE
Email Scheda Utente
11/05/2007 10:04
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Il sentimento lo dice la parola stessa: come ci si sente.
I sentimenti esistono eccome, le emozioni sono i " picchi" oscillanti tra un basso sentire e un alto sentire.
L'amore? e' una passione, perche' esistono anche le passioni.
OFFLINE
Email Scheda Utente
14/05/2007 18:19
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Una distinzione che emerge dalla letteratura sulle emozioni è quella tra “emozioni primarie” ed “emozioni secondarie”.

La maggior parte delle ricerche empiriche riporta dati su specifiche emozioni come la paura, la rabbia, la tristezza o la gioia, indicate come primarie. Mentre meno numerose sono le ricerche su emozioni non primarie, quali la vergogna, la colpa, l’orgoglio, l’imbarazzo, il rammarico, e simili, indicate come secondarie o complesse.


Questa distinzione è molto antica e risale alla tradizione filosofica, dalla quale le emozioni primarie erano generalmente considerate il fondamento di tutta la vita umana. Recentemente ci si è soffermati su questa distinzione in conseguenza dello sviluppo di un filone di ricerca sull’espressione facciale delle emozioni (vedi Ekman, 1982,b). [...]


l'articolo continua in questo sito


Lo riporto perchè penso che è sulle emozioni e non sui sentimenti (o sulle passioni che, derivanti dal termine pathos, mi sembrano limitanti) che noi ci si debba soffermare.

Proprio perchè il sentire è "gesto", dobbiamo individuare l'oggetto del sentimento.

Nell'articolo che ho citato il Prof. Galati, studioso della psicologia delle emozioni, dice:

… Tutte queste domande possono avere due categorie di risposte in relazione ai dati ai quali esse si richiamano: una si riferisce all’ambito dell’esperienza (l’emozione come esperienza attualmente vissuta), l’altra a quello della conoscenza (l’emozione come rappresentazione mentale dell’esperienza stessa)…

L'ambito dell'esperienza fa sì che l'emozione venga riconosciuta ed espressa; quello della conoscenza porta al reale "sentire".
L'unione delle due consapevolezze lancia verso la semplice reazione "sana", verso il riconoscimento del reale vissuto.
Del non aver chiara l'una o l'altra si incorre nelle incertezze e nelle fobie classiche di noi uomini e donne moderni.
OFFLINE
Email Scheda Utente
15/05/2007 09:28
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

E' interessante questa distinzione.
Certamente le emozioni determinano molto di piu' dei sentimenti il nostro stato d'animo, che a sua volta pero', e' determinato da un insieme di componenti di circostanza.
In poche porole si vuole dire che il nostro stato d'animo e' suscettibile di gradazioni dipendenti da piccoli fatti quotidiani, che in se' non significano nulla di particolare, ma che nell'economia dell'umore possono rivestire un'improtanza decisiva.
OFFLINE
Email Scheda Utente
15/05/2007 09:53
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota


Infatti, basta osservare la psicologia delle emozioni nei bambini.
I picchi emotivi sono più frequenti in loro che negli adulti, la scarsa esperienza e la limitata conoscenza fanno questa differenza.

Ma negli adulti tale sentire è condizionato dai livelli diversi del rapporto esperienza/conoscenza.
Non sempre si ha il ricordo certo di un'emozione. In alcuni casi la conoscenza è fuorviata da un'errata percezione o da un'associazione forzata all'esperienza vissuta.
Si crede, ad esempio, di provare insofferenza per il mare, ma ad essa è legato il fastidioso senso di "calore" e non un reale rifiuto per l'ambiente.
Questo comporta un mancato riconoscimento della reale emozione e limita nella percezione, considerato che l'esperienza primaria vissuta ci ha fatto associare un'emozione ad un luogo.
Molti esempi, che ci riguardano tutti, potremmo fare.
La paura verso gli animali, l'ansia dello spostarsi, la rabbia rivolta ad un parente prossimo, etc etc.
Quando reiterate, riguardano il ricordo dell'emozione e non la sua reale espressione.
OFFLINE
Email Scheda Utente
15/05/2007 16:10
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

 

La vita non mi ha disilluso. Di anno in anno la trovo invece più ricca, più desiderabile e più misteriosa -da quel giorno in cui venne a me il grande liberatore, quel pensiero cioè che la vita potrebbe essere un esperimento di chi è volto alla conoscenza- e non un dovere, non una fatalità, non una frode. E la conoscenza stessa: può anche essere per altri qualcosa di diverso, per esempio un giaciglio di riposo o la via ad un giaciglio di riposo; oppure uno svago o un ozio; ma per me essa è un mondo di pericoli e di vittorie, in cui anche i sentimenti eroici hanno le loro arene per la danza e per la lotta. "La vita come mezzo della conoscenza" - con questo principio nel cuore si può non soltanto valorosamente, ma perfino gioiosamente vivere e gioiosamente ridere.

(La gaia scienza, aforisma 324)


Come anche per Nietzsche: la conoscenza è il mezzo per vivere valorosamente e gioiosamente.

OFFLINE
Email Scheda Utente
16/05/2007 08:53
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Re:
mujer, 15/05/2007 09.53:


Infatti, basta osservare la psicologia delle emozioni nei bambini.
I picchi emotivi sono più frequenti in loro che negli adulti, la scarsa esperienza e la limitata conoscenza fanno questa differenza.

Ma negli adulti tale sentire è condizionato dai livelli diversi del rapporto esperienza/conoscenza.
Non sempre si ha il ricordo certo di un'emozione. In alcuni casi la conoscenza è fuorviata da un'errata percezione o da un'associazione forzata all'esperienza vissuta.
Si crede, ad esempio, di provare insofferenza per il mare, ma ad essa è legato il fastidioso senso di "calore" e non un reale rifiuto per l'ambiente.
Questo comporta un mancato riconoscimento della reale emozione e limita nella percezione, considerato che l'esperienza primaria vissuta ci ha fatto associare un'emozione ad un luogo.
Molti esempi, che ci riguardano tutti, potremmo fare.
La paura verso gli animali, l'ansia dello spostarsi, la rabbia rivolta ad un parente prossimo, etc etc.
Quando reiterate, riguardano il ricordo dell'emozione e non la sua reale espressione.



Certo, certo, molto interessante quanto dici.

OFFLINE
Email Scheda Utente
13/09/2007 15:47
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Vi saluto, o stati d'animo, mirabili alternanze di un'anima impetuosa, vari come la natura ma di essa più grandi, perché vi superate di continuo, guardate sempre in alto; mentre la pianta profuma oggi come profumava nel giorno della creazione. Io non amo più come amavo qualche settimana fa; in questo momento non sono più dello stesso umore di quando ho incominciato a scrivere. -

F.Nietzsche
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:44. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com