Nella Persia del 1800 Tahirih Qurratu'l-Ayn è diversa da tutte: nata in una famiglia benestante, è cresciuta "come un uomo", libera di studiare e imparare. Bellissima, sensibile e curiosa, scrive poesie e discute di politica, proclama la dignità delle donne. La sua fama di poetessa e ribelle ("strega e puttana" per chi ne ha paura) è ormai diffusa in tutto il Paese quando, accusata di omicidio, fugge, tenendo in scacco la polizia dello Shah come se potesse prevederne le mosse. E quando infine viene catturata - dopo aver osato, nell'attimo che la consegna alla Storia, togliersi il velo in pubblico - il suo fascino e la sua saggezza confondono i persecutori, scatenando l'amore dello Shah e l'ira funesta di sua madre. Verità storica e leggenda si fondono in un romanzo emozionante e intenso, omaggio all'intelligenza, alla sensibilità e al coraggio di una donna libera e straordinaria.
Bahiyyih Nakhjavani è una donna iraniana dalla visione occidentale. Sto leggendo questo libro per puro caso, regalatomi da mia sorella perchè "ho letto il titolo e ho pensato a te".
La cosa strana è che, ultimamente, sono perseguitata dalle scrittrici iraniane, i loro libri piombano in casa e, in libreria, sono attirata nel settore in cui sono appilate le loro opere. Amiry Suad, Marsha Mehran, Laleh Khadivi e tante altre che sicuramente leggerò.
Marsha Mehran, tra l'altro è cresciuta a Buenos Aires, e sono curiosa di leggere le sue influenze migranti, se attingono alle mie stesse esperienze.
Questo "La donna che leggeva troppo" è un libro particolare. I capitoli alternano due momenti storici nella Persia degli Shah e in sezioni: Il libro della Madre, Il libro della moglie, Il libro della sorella, Il libro della Figlia. Protagoniste sono le donne, la perfida madre dello Shah, la moglie inglese del primo notabile, la sorella dello Shah - con il contorno delle donne dell'
anderoun regale - e la protagonista che resta sempre in disparte, la bellissima poetessa di Qazvin. Bisogna mantenere alta l'attenzione per tenere a mente gli intrighi del Vasir e del Primo notabile inglese, nonchè quelli perfidi della Regina Madre.
Il romanzo va letto senza tener conto dei nostri vizi occidentali, facendoci ammaliare dall'atmosfera magica di una cultura che, lo confesso, mi è sempre più difficile comprendere.
Nonostante il mio amico Alì, da più di vent'anni, tenti invano di spiegarmi la nascita della civiltà persiana e che, nell'Iran odierno, le donne rappresentano uno spaccato sociale fortemente rappresentativo.
Anche dal libro "La donna che leggeva troppo" spicca la figura femminile protagonista, quasi opportunista, e comunque artefice degli accadimenti della storia attraverso la poetessa che, oltre a leggere troppo, usava la parola per esercitare il suo potere.
Lo consiglio a chi sa spogliarsi della convenzione occidentale secondo cui la civiltà è parità.