Caffé Letterario

Basta che funzioni - Woody Allen

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    mujer
    00 20/09/2009 11:48



    visto ieri
    Boris, l'alter ego di Sergio

    ahahahah

    bellissimo!
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    sergio.T
    00 21/09/2009 10:01
    Credo che stasera questo film non mi scappi! [SM=g8455]
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    sergio.T
    00 21/09/2009 10:11
    Un classico Allen
    Allen torna a New York con un film da maestro

    "Basta che funzioni" è il quarantesimo titolo del regista, che sceglie di girare nell'amata Grande Mela dopo le "vacanze" europee a Londra e Barcellona di Massimo Giraldi

    È in sala il 40° titolo di Woody Allen. “Basta che funzioni” segna il suo ritorno nella prediletta New York, dopo le “vacanze” europee a Barcellona e a Londra. La Grande Mela si ripropone come l’unico luogo possibile dove affrontare a viso aperto gli argomenti che più gli stanno a cuore (la religione, il sesso, la famiglia, la morte, l’America “sbagliata”) e con i quali oggi, a 74 anni, avverte l’urgenza di un confronto più aspro.

    Da queste premesse ecco il protagonista, Boris Yellnikoff, professore in pensione alla Columbia University, misantropo, dedito a irritare i pochi amici rimasti con lunghissime tiritere sull’inutilità del tutto. Boris ha un’altissima opinione di sé e una bassissima considerazione per la razza umana. Con insopprimibile cinismo si prende gioco dei sentimenti e delle aspirazioni della gente semplice. Accoglie in casa Melody, una ragazza sbandata arrivata dal Sud, e questo gesto innesca una serie di reazioni che lo obbligano a confrontarsi con gli altri, tra beffe e sarcasmo.

    Affidato a dialoghi serrati pieni di battute fulminanti, il film è il ritratto, dietro Boris, di un Allen stretto nell’odio-amore per la vita, le persone, le cose, spietato con se stesso ma innamorato degli sbandamenti del cuore. E anche del cinema, che usa da maestro, scardinando a nostro vantaggio la barriera tra realtà e finzione.


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    sergio.T
    00 21/09/2009 10:16
    Non ho ancora visto il film, ma da come me ne parla Julia e da quello che leggo, e' un film che mi attrae molto.
    Perche? per la filosofia del personaggio Boris.
    Un personaggio atipico, ma classico nello stesso tempo.
    Una curiosita': un maestro come W.Allen che sempre si e' riferito alla psicologia di Freud, nel suo 40esimo film, si affida ad un personaggio ( alter ego?) completamente all'opposto di di alcune teorie umanistiche e sociali.
    Ma come si sa bene: chiunque e' intelligente capisce che tutta la psicologia in fondo e' inutile. Anche quella di Freud.

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    mujer
    00 21/09/2009 10:59
    vai e poi ne parliamo, ti piacerà!
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    comesientra
    00 21/09/2009 11:29
    penso che questo film possa segnare il mio ritorno al cinema (come luogo)se poi qualche battuta fulminante, unita al quadro di un Boris emulo di un Sergio, riuscirà a scoppiarmi in una sana risata...massì
    vada "colà" la psicofreudiana mania di rendere a schema ogni alzata di ciglio.
    bentornato primitivo W.A.
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    sergio.T
    00 21/09/2009 17:37
    Corriere della sera
    Basta che funzioni: New York story
    Allen ricomincia da un misantropo fatalista.

    Sul comico e sul genio

    A New York tutto è davvero possibile, persino che un attempato docente in pensione della Columbia University, pessimista e suicida fallito, divorziato e claudicante, intollerante e inflessibile diventi la magnifica ossessione di Melodie St. Ann Celestine, una "dea dell'amore" bionda, vagabonda, provinciale e irresistibilmente stolta. Boris Yellnikoff, fisico ateo che pratica la filosofia del "whatever works" ("basta che funzioni") e ha sfiorato il Premio Nobel, è il nuovo personaggio creato da Woody Allen, rientrato da una tiepida vacanza europea nel cuore pulsante di New York. Dopo Londra, di nuovo e ancora Londra e infine Barcellona, Allen archivia amori, tradimenti e ricongiungimenti e torna geograficamente e idealmente alle origini e dentro lo spazio urbano che gli ha dato natali, ispirazione e fama. Ossessionato dalla morte, fustigatore intransigente e profittatore dei luoghi comuni della cultura di massa, abile nel coinvolgere il pubblico in sala con la matrice autobiografica e nel condensare temi cosmici come la solitudine, la morte, la religione, il potere, l'autore newyorkese torna a mostrarsi come "cattivo soggetto", raggiungendo vertici narcisistici sorprendenti e (ri)giocando a scacchi con la morte. Basta che funzioni è una prova oltremodo intelligente, che gioca con il senso della vita. È un ennesimo saggio di tecnica narrativa, è sottile e spudorato e produce effetti irresistibili sul pubblico che il Boris di Larry David guarda dritto negli occhi, facendo il punto sull'arte e l'artista, sull'amore e sulla morte, gettando il cuore oltre l'ostacolo e il corpo dalla finestra. Ancora una volta Allen interpreta il cinema come una forma di confessione, ancora una volta il suo umorismo viene dall'osservazione delle proprie nevrosi, ancora una volta il regista si ritrova da sé e si osserva, clonandosi in un corpo-personaggio e restando fuori campo. Forse davvero Boris Yellnikoff è "l'uomo peggiore del mondo" (così Woody Allen voleva intitolare il suo film) ma non importa. Il genio che è in lui basta ad assolverlo e a giustificarne l'esistenza.

    Storie dal passato
    Woody Allen: Scrissi il soggetto di Basta che funzioni negli anni Settanta e poi archiviai quella storia per tutti questi anni. Il mio protagonista, il misantropo Boris Yellnikoff, avrebbe dovuto essere interpretato da Zero Mostel, un attore brillante e dotato di uno spiccato senso dell'umorismo. La sua morte costrinse per altro tempo nel cassetto il mio progetto ma poi pensai a Larry David, aveva già lavorato per me in Radio Days e New York Stories in ruoli minori, era l'attore giusto al momento giusto. Nonostante le sue tante obiezioni e le sue infondate insicurezze, Larry è riuscito nell'impresa, ha dato vita al mio professore fatalista ed esagerato.

    Andata e ritorno
    Woody Allen: Dopo l'intervallo europeo ho deciso di tornare a New York per girare il mio quarantesimo film. Se non avessi già scritto la sceneggiatura in precedenza, probabilmente quest'anno, a causa dello sciopero degli sceneggiatori, non sarei riuscito a mantenere la mia media di un film all'anno. New York era perfetta per ospitare questo ex professore della Columbia University intollerante verso tutto e tutti. Boris Yellnikoff è un vecchio pessimista e misogino che non riesce semplicemente ad accettare la sua mortalità e le regole della vita. Il suo pessimismo cosmico nasce dal suo essere ateo, dal non credere nell'aldilà e naturalmente e irresistibilmente dall'essere il più intelligente di tutti.

    Identificazioni
    Woody Allen: Non sono come la gente mi immagina, probabilmente come un vecchio intellettuale nascosto dietro un paio di lenti spesse, invece da ragazzino, e al contrario del mio personaggio, ho praticato lo sport, giocavo a baseball e mi è anche capitato di vincere qualche premio. Direi allora che Boris Yellnikoff non sono io. Certo le parole che pronuncia le ho scritte io e non le rinnego, è evidente che è così che vedo le cose e guardo al mondo. Boris però resta un personaggio di finzione che ho creato per il film e, ripeto, non sono io, probabilmente e più correttamente quello che vedrete al cinema è l'esasperazione dei miei sentimenti.

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    sergio.T
    00 22/09/2009 11:50
    Decisamente un bel film in perfetto stile classico di Allen.
    I commenti? quando avro' tempo e oggi non e' proprio il massimo [SM=g8179]