Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Caffé Letterario

Oscar Wilde

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    sergio.T
    00 11/11/2008 10:15
    Oscar Fingal O'Flaherty Wills Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854 – Parigi, 30 novembre 1900) è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo irlandese.

    Oscar Wilde nacque a Dublino il 16 ottobre 1854. Figlio di due personaggi di notevole prestigio ma singolari: il padre, Il padre Sir William Wilde era un celebre oftalmologo irlandese, egli dopo aver fondato un ospedale a Dublino (il St Mark) e pubblicato diverse opere ritenute per molto tempo importanti nel campo medico[1] ebbe fra i suoi illustri pazienti, il re Oscar I di Svezia, e al culmine della carriera era diventato oculista personale della regina Vittoria nel 1863. Scrisse libri sull'archeologia e di folklore[2]Egli sciupò la sua fama per la sfrenata passione per le donne. La sua condotta di vita, ardita e spregiudicata, gli procurò un’accusa di stupro ai danni di una ragazza diciannovenne, Mary Travers,[3] nel 1862, quando Oscar aveva otto anni. Ne seguì un processo, che sembrava annunciare quello che in seguito subirà il figlio e fu condannato al risarcimento di una somma (2000 sterline).[4]

    La madre, Jane Francesca Elgee, di origini italiane, nata il 27 dicembre 1821[5] poetessa d’ispirazione byroniana conosciuta come sotto il nome di “Speranza”, presa dal suo motto “Fidanza, speranza, costanza”.[6]possedeva un carattere ribelle che mise al servizio della causa dell’irredentismo irlandese. Aveva fondato un salotto letterario a Dublino ed in seguito uno a Londra[7] anche lei dovette subire un processo, e forse grazie alla sua bellezza ebbe una sentenza assai mite. Era un’abile conversatrice, dotata di una voce espressiva ed i suoi ricevimenti erano avvenimenti importanti nella società dublinese. Alla nascita di Oscar si racconta che lei non fosse affatto felice desiderando invece una figlia.[8]

    Oscar Wilde aveva poco in comune col padre, ma molto con la madre, cui somigliava nell’aspetto, nella voce e nelle eccentricità. Fin da bambino, ereditò dalla madre una passione quasi morbosa per la letteratura. Le sue abilità di parlatore sembravano essere prese dal medico.[9] Altro lato del carattere in comune era l’indifferenza alle cose che gli stavano intorno come nel caso del processo subito, dove il padre scrisse in seguito un libro sull’accaduto (il Lough Corrib) [10], confermato dal commento di Oscar in seguito dove si vantava di aver ereditato un nome così importante.

    Il precoce e lungo distacco dalla famiglia lo indurrà probabilmente a riversare tutti i suoi interessi e le emozioni sui compagni di corso. Può darsi che ciò abbia un rapporto con l’ossessione per la giovinezza che ricorre in tante sue opere e che lo condusse, nella vita, a circondarsi di giovani, tenendo all'abitudine di sua madre di nascondersi l'età, come durante il processo all’Old Bailey, affermando di avere trentanove anni mentre ne aveva quaranta. L’accusatore in quell'occasione si propese in un attacco a Wilde su questa contraddizione esibendo un certificato di nascita e sostenendo l’inattendibilità della sua deposizione.

    Durante i suoi compleanni Oscar era sovente scherzare e vestirsi di gramaglie, affermando di sentirsi in lutto, per la morte di un altro dei suoi anni.

    Da parte di madre discende da Charles Robert Maturin, famoso per aver scritto un romanzo dal titolo “Melmoth the Wanderer”, Oscar risulterà in seguito legato a tal parente arrivando ad adottare il nome di Sebastian Melmoth, appena libero dalla prigione.


    Il nome
    La coppia ebbe tre figli, il maggiore si chiamò William Robert Kingsbury Wills Wilde (nato il 26 settembre 1852) e alla minore venne dato il nome di Isola Francesca Emily Wilde (nata il 2 aprile 1857), mentre il nome completo di Oscar era Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde. La madre era molto precisa e teneva molto ai dettagli, infatti il nome di Oscar (Costanza lo chiamava Oscár) era infatti un insieme di riferimenti:

    Oscar e Fingal da leggende irlandesi
    Kingsbury, per omaggiare la famiglia della madre
    O’Flahertie derivava dalla vecchia parentela del padre, attraverso sua madre
    Per via di questo nome Oscar cambiava firma e modo di farsi chiamare, come quando all'università scelse il nome di Wills Wilde.[15]

    Più volte partecipò alla discussione in cui si difese di un accusa da parte degli inglesi dove affermavano che il cognome “Mac” era più importante di quelli di “O’”, egli si difese affermando che dimenticava gli “O Wilde”.

    Nel corso della sua vita usò anche altre firme:

    O.FO.F.W.W., Durante le sue partecipazioni alla rivista Kottabos, (negli anni del College)
    C.3.3., Firma inventata durante il tempo di prigionia[17]
    Sant’Oscar di Oxford, elaborata poco prima della sua morte[18]
    Si arrabbiava se qualcuno gli facesse notare che si chiamava in realtà solo Oscar Wilde,[19] o ancora peggio solo Oscar.[20] successivamente venne chiamato anche "Grey Crow" (corvo grigio).


    Nei primi anni della sua vita le notizie certe giunte sino a noi non sono molte, era fuggito di casa una volta, una volta giocando con suo fratello si ruppe un braccio E si divertiva a pescare.

    Fra le sue amicizie di gioventù si annovera quella di Edward Carson, conosciuto d’estate nelle spiagge di Dungarvan, diventato in seguito famoso per essere colui a cui si imputa la divisione del regno dell’Irlanda

    Un esempio del carattere di Wilde bambino lo ritroviamo quando lui e suo fratello si trovarono affidati ad una bambinaia: in sua assenza i loro vestiti presero fuoco, mentre Wilde applaudiva contento, il fratello maggiore gridò aiuto, subito la donna arrivò spegnendo il fuoco, al che Oscar pianse perché l’interessante spettacolo era finito.

    Di quegli anni è l'aneddoto secondo cui Wilde nei primi anni in cui prese la decisione di diventare poeta stesse leggendo una poesia e nell’udirla un ragazzo lo derise, Oscar si arrabbiò arrivando a sfidarlo e anche se tutti, visto i suoi trascorsi, non credevano nelle possibilità dello scrittore mostrò, con sorpresa generale, di possedere delle doti anche come pugile.

    Wilde lesse con particolare interesse l’annuncio del 17 marzo 1874 dove il college di Magdalen aveva bandito il concorso che assegnava due borse di studio, della durata di 5 anni con assegnazione di un compenso (95 sterline erogati ogni anno), l’esame lo sostenne con successo il 23 giugno dello stesso anno.

    Qui alla fine non potè rinunciare ancora alle richieste sportive, provò dunque la barca, svogliatamente si mise ai remi per la "Eights Week", finì in seguito con il lamentarsi di un'altra squadra la "Varsity Eight". Partecipò dunque a qualche piccola regata e saltuariamente si dilettava come pugile, anche se afferma che per l'atletica e le varie gare che si sostengono all’aperto riferì che fra tutte l'attività preferita era il domino. Per le sue affermazioni arrivava spesso a litigare con chi invece amava praticare lo sport: si racconta in tal senso che una volta lo gettarono nella polvere su di una collina, qui rialzatosi subito commentò che la vista era incantevole da quel luogo.In seguito si ruppe il braccio partecipando ad un gioco senza importanza.

    In quegli anni vi era un processo che destava interesse nei giovani e soprattutto in Oscar, egli affermava che avrebbe tanto voluto essere imputato in un processo, quasi a presagire il futuro.


    All’università si mostrò ribelle riuscendo al contempo ad eccellere nelle discipline umanistiche e nello studio dei classici, il mondo greco in particolare, con il suo culto per la bellezza, gli fece scoprire la propria natura di esteta, In particolare la sua opera preferita era l’Agamennone di Eschilo, tanto che non mancherà anche in futuro occasione di citare parte dell’opera. In tale epoca iniziò a scrivere le su prime poesie. la sua bravura gli permise di continuare i voti degli anni passati mostrando ancora di non privilegiare i poeti latini, proprio come Mahaffy prima di lui.[45]

    Grazie all'amicizia di Bodlet Oscar entrò nella Loggia di Apollo il 23 febbraio 1875 (la prima proposta da parte dell’amico fu venti giorni prima), il costume tipico di stampo massonico era composto da:

    Pantaloni alla zuava
    Marsina
    Cravatta bianca
    Calze di seta
    Scarpe di vernice
    Durante la cena accennò a quella che poi sarà la stesura della Salomè.

    L'abbigliamento di Oscar appariva in ogni caso sempre molto particolare, tanto che un giorno un cronista si interessò a lui chiedendogli della stranissima giacca che portava quel giorno, al che Wilde riferì che quella giacca, la quale sembrava cambiare colore a seconda della luce e il cui dorso ricordava per forma quello di un violoncello era stato eseguito successivamente ad un suo sogno. Appena sveglio Wilde ricordandosi quale vestito avesse sognato ne fece uno schizzo e lo portò da un sarto a cui chiese di crearla secondo tali indicazioni.

    Crogiolava nel vestirsi in quel modo e andava alla ricerca di complimenti; una volta in conversazione con Margaret Woods alludeva sottilmente al vestito che indossava in quell'occasione quando commentò di essere triste perché anche se amava la bellezza era condannato ad avere una schiena simile. La ragazza, scrittrice ammirata dallo stesso Wilde per “A village tregedy”, gli rispose con freddezza suggerendogli di arruolarsi: in quell’ambiente la schiena verrebbe raddrizzata. Anche il suo alloggio appariva esagerato, pieno di cose inutili, di cui come egli stesso affermava poteva disfarsi di tutto tranne che di un vaso che contenesse almeno un giglio.


    Il 1876 è l'anno in cui gli muore il padre, e in quegli anni riuscì a pubblicare (1876-1879) sette liriche e 13 poesie. L'anno successivo, nelle vacanze primaverili Oscar partì di nuovo in compagnia dei suoi vecchi amici a cui si aggiunse George Macmillan. Insieme andarono Genova e Torino, mentre Mahaffy il cui obiettivo finale era quello di dissuadere il ragazzo dalle idee cattoliche, cercando di persuaderlo nel suo intento di recarsi a Roma, era sordo alle richieste di Mahaffy, ma lo convinse con uno stratagemma: si finse convinto del rifiuto di Oscar affermando che non voleva un simile compagno nel viaggio, questo tolse ogni dubbio a Wilde che accettò il vecchio invito. Fecero sosta a Ravenna, che il caso volle in seguito essere sorteggiata come tema per il premio Newdigate: Oscar in quell’occasione decise di descrivere il suo ingresso nella città con cavallo e sole alto.

    In seguito al lungo viaggio in Grecia dove capitarono alcune disavventure conclusesi positivamente, dopo essersi imbarcato per Napoli giunse infine a Roma, qui accolto da Hunter Blair, che continuava la sua lotta dell’anima di Wilde, portandolo dal Papa Pio IX, riuscì ad incontrarlo privatamente e appena lasciato le stanze papali, tutto felice, si mise subito al lavoro e nell’albergo scrisse un altro sonetto che inviò allo stesso Papa in copia. Blair stesso approfittò della situazione e inviò un altra copia al direttore del “The Month”, il titolo in lingua italiana fu Graffiti d'Italia. Nella capitale conobbe una ragazza che frequentò: Julia Constance Fletcher che veniva da una tormentata storia d’amore.[61]La ragazza, scrittrice, dedicò a Wilde il personaggio chiamato “Claude Davenant” protagonista dei suoi libri, infatti molti atteggiamenti tipici di Wilde si riscontrano nel ragazzo, mentre Oscar in seguito le dedicò “Ravenna”.

    Per via della lunga vacanza arriva in ritardo al college venendo sospeso dagli studi, gli vietarono la residenza per il periodo del trimestre rimasto e privato di tutti i benefici e se avesse ritardato la partecipazione anche a quello successivo avrebbero ritirato probabilmente la Demyship.[63] Oscar rimase deluso e indignato a lungo per tale decisione, anche dopo anni dall'evento cercò ogni possibile cavillo a cui appellarsi senza trovarlo. Wilde decise di scrivere una lettera il 4 maggio per ottenere uno sconto sulla pena pecuniaria imposta per la sospensione ciò porterà alla decisione finale del 15 ottobre 1877 di non infliggerli ulteriore condanna

    Wilde a quei tempi si sentiva povero, colpevolizzava tale stato dell'impossibilità di un suo matrimonio con Florence Balcombe come avrebbe voluto, anche se in realtà aveva sempre speso più di quello che guadagnava. Cercò quindi conforto e risorse economiche in sua madre, ma la donna facendogli i conti in tasca (aveva ricevuto in eredità dal padre alcune proprietà) rispose che era felice di sapere che suo figlio poteva vivere in tranquillità economica per anni.[65]

    Tuttavia due volte dovette presenziare davanti al tribunale per pagare dei debiti: (16 e 30 novembre del 1877 ), due volte tanto vicine che Oscar stesso le confuse.

    Il 13 giugno 1877 morì Henry Wilson, suo fratellastro, Oscar si aspettava tanto dall’eredità ma rimase deluso, ebbe la somma di 100 sterline e la parte dell’abitazione di Illaunroe (i due erano comproprietari) ma solo a patto che per almeno 5 anni non diventasse cattolico.


    L'Estetismo
    La figura dell’esteta fu riconosciuto più volte dall’Oxford and Cambridge Undergraduate’s Journals già dal 26 aprile del 1877, anche se il movimento in realtà era più antico, anche della parola “Estetica” che fu coniata in precedenza dal filosofo Baumgarten. Lo Stesso Wilde menzionò che già nei simposi di Platone era considerato Agatone esteta di quei tempi. Fra i suoi autori preferiti che rappresentavano il movimento vi era Théophile Gautier, ma Wilde approvava anche coloro che mostravano avversità alla corrente esteta, bastava che le critiche fossero condotte con intelligenza A quei tempi però la sua opera preferita era Aurora Leigh di Elizabeth Barrett Browning di cui parlava benissimo.
    In seguito si definì socialista, anche se intendeva con tale termine genericamente un odio verso ogni tirannia, andando avanti con il tempo associava sempre di più il termine "socialismo" con quello dell’esteta, definendo godimento, bellezza il socialismo.
    Giunto negli USA, giudicò l’estetismo come una scienza, che studiava il bello e che si poteva trovarlo in ogni cosa, stesso la ricerca del bello costituiva il fondamento dell'esteta.

    Wilde all'inizio s’avvicinò alla religione cattolica, come potrebbe testimoniare i muri della sua casa all'epoca: oltre a possedere una madonna di gesso, erano state appese foto di Pio IX e del cardinale Manning, In seguito, nell’aprile del 1878 Wilde si confessò con un reverendo molto abile con la parole di quel tempo, che alloggiava presso il Brompton Oratory di Londra, H. Sebastien Bowden, anche lui tentò di portarlo verso la fede cattolica, scrivendogli in seguito una lettera dove lo pregava di rispondergli venendolo a trovare, un giovedì come concordato il reverendo ricevette poi una visita, non Wilde ma in vice sua arrivò un pacco contenente dei gigli, il suo rifiuto. Alla fine affermò di non avere alcuna religione e di essere protestante irlandese.

    Ad Oxford, Wilde scandalizzò i professori con il suo atteggiamento irriverente nei confronti della religione, e venne deriso per il suo abbigliamento eccentrico. Attirarono l'attenzione in modo particolare la sua collezione di piume e i suoi pantaloni alla zuava di velluto.

    Il 31 marzo 1878 Wilde riuscì a consegnare la sua opera "Ravenna". In quei giorni Wilde si ammalò probabilmente di sifilide, malattia forse contratta da una prostituta
    Una poesia, forse la taedium vitae, fu utilizzata a scopi commerciali in quei tempi: infatti un libraio, approfittando della diceria, supponeva che quella poesia era indirizzata alla donna responsabile del contagio della sifilide.

    Nel giugno dello stesso anno Oscar si presentò per il "Final Schools", dove consegnò il compito mezz’ora prima dello scadere del tempo.

    La commissione l’11 giugno composta dall’oratore ufficiale, dal docente di poesia e altri tre membri della congregazione stabilì che il vincitore fu Oscar Wilde, prima di lui il premio fu affidato in tempi recenti al solo Sewell nel 1825. Nella lettera della madre dove affermava che il figlio avesse 22 anni, mentre risultava averne 23, si congratulava con lui.Wilde doveva leggere la poesia, consuetudine era a tal duopo l'assegnazione dell'aiuto di un docente (in tal caso venne scelto J.C. Shairp, docente di poesia già membro della commissione) lui aveva il compito di fornire consigli e apporre migliorie alla poesia da citare, Oscar ascoltò tutti i suoi consigli con attenzione per poi non ascoltarne alcuno.[88] La lettura avvenne il 26 giugno e L’Oxford and Cambridge Undergraduate’s Journal per l’occasione rilasciò encomi per l'evento, commenti positivi che in seguito vennero ritirati.Ottenne, in seguito, un doppio “I” ("primo") davanti agli esaminatori del Final Schools, in tal sede si parlò di Aristotele e del suo ipotetico pensiero su Walt Whitman, sbalordendo i professori.
    A Neuvlle fu ospite di una famiglia, dove amava raccontare ai figli, fra cui Helena che chiamava invece chiamare “signorina Nelly” e altri due più piccoli storie palesemente assurde che cercava di far apparire reali.

    Aveva ancora l’esame di teologia da superare e a novembre tornò ad Oxford per superarlo il 22 del mese, e ricevuto il diploma di Bachelor of Arts partì alla volta di Londra. Riuscì dunque a vincere l'Oxford Newdigate Prize per il poema Ravenna prestigioso riconoscimento studentesco già assegnato a letterati poi divenuti insigni tra cui gli stessi Ruskin e Matthew Arnold.

    A seguito di tale successo vennero scritte a caratteri d’oro le sue iniziali nell’albo della scuola, ma in seguito quando ci fu il processo e la condanna si decise di cancellarle, solo molto tempo dopo vennero nuovamente inserite.

    Dopo gli studi
    L’esitazione che aveva nei confronti di Florence Balcombe portò la ragazza ad accettare la proposta di matrimonio di Bram Stoker, l’autore di Dracula. (il matrimonio avvenne il 4 dicembre 1878), Wilde non poteva offrirle molto e doveva aspettare com’era consuetudine all’epoca che fossero trascorsi due anni dall’insorgere della sifilide. Egli anche dopo anni continuava a corrispondere con una sua amica affermando che i suoi sentimenti non erano cambiati.
    Fece domanda al Trinity per ottenere una "fellowships" ma al momento del concorso, durante la prove scritta Oscar notò che le domande erano scritte in maniera discutibile, cosa che comunque non gli consentì di passare l'esame. Wilde continuò la ricerca di una borsa di studio, non volendo seguire il consiglio della madre di cercare una ereditiera cosa che invece suo fratello cercò di fare invano preferendo applicarsi per ad una a lui congeniale, quella sull’archeologia come scritto ad una lettera a A.H. Sayce, docente di Filologia comparata a Oxford.

    Grazie all’aiuto di Frank Benson riuscì a portare in scena come desiderava la rappresentazione teatrale dell’ Agamennone dell’Eschilo il 3 giugno 1880 e affermò che in seguito sarebbe stato di grande aiuto per la rappresentazione, elargendo consigli e istruzioni, anche se tale versione non trova riscontro nei commenti di Benson

    Il 4 settembre 1879 Wilde scrisse mantenendo l'anonimato per l'Athenaeum, qui effettuò recensioni di una partedell' Enciclopedia Britannica, nei pezzi scelti si notava la collaborazione di R.C. Jebb con cui Wilde non concordava su molti punti

    Oscar continuava intanto a stupire la gente con le sue stravaganze: una volta l’attrice Luoise Jopling lo incontrò con serpente attorcigliato al collo e sapeva rispondere a tono ad ogni offesa a lui rivolta, celebre quella volta quando si recò in teatro uno spettatore al vederlo si rivolse a lui in tono offensivo e Wilde rispose sereno <<É incredibile come sia semplice farsi conoscere a Londra>> Si compiaceva di essere noto affermando quando fosse stato facile diventarlo


    Nella vita di Wilde mancava, dopo la carriera studentesca, un luogo dove sentirsi a suo agio. Era irlandese, ma per il fervore culturale la sua città non poteva essere che Londra o Parigi. Tanti paesi poi destavano la sua attenzione: C’era poi la Grecia, il paese dell’anima, l’Italia, il paese dell’arte, l’America, quello del progresso, l’Africa, quello della natura. C’erano, inoltre, un’infinità di luoghi popolati dal gran mondo aristocratico di cui si riteneva parte, in ragione della sua capacità di conversare o dell’eleganza dei suoi modi e dei suoi abiti. O, all’opposto, c’erano luoghi immorali, frequentati da ragazzi audaci e sfrontati, egli da entrambi era attratto. Divenne presto un esponente dell'Estetismo, il movimento inglese di fine '800 che sosteneva un'arte fine a se stessa.

    Dopo aver passato un pò di tempo con la madre Wilde trovò nuova residenza al terzo piano di Charles Street che si trovava vicino a Grosvenor Square

    Lavorò come critico d'arte (1881), tenne conferenze negli Stati Uniti e in Canada (1882), e visse a Parigi dal 1883. Tra il 1883 e il 1884 tenne conferenze in Gran Bretagna. Dalla metà degli anni '80 divenne collaboratore fisso per il Pall Mall Gazette e il Dramatic View.

    Conquistò la società conformista del tempo vittoriano con le sue stravaganze, i suoi eccessi, i suoi scandali. Il 7 maggio del 1879 Willie e sua madre raggiunsero Oscar a Londra, finendo dopo vari cambi di residenza ad abitare al 146 di Oakley Street (Chelsea), qui Lady Wilde aprì un salotto londinese dove i suoi figli attraevano il pubblico, diventò famoso al punto di attirare l’attenzione del principe del Galles dove disse <>.

    Nel 1881 in occasione della pubblicazione del volume intitolato Poems ("Poesie") comprese che era diventato un personaggio scomodo: all’Oxford Union, dove una copia dell'opera fu inviata dallo stesso Wilde sperando in una ammissione alla prestigiosa biblioteca venne recensita da Oliver Elton e Henry Newbolt dove parlavano di immoralità, inconsistenza e affermando che l’opera fosse colma di plagi di autori più importanti. In seguito si espresse L’Oxford and Cambridge Undergraduate’s Journal affermando che non era ostilità all’opera ma all’autore. Il concetto stesso di immoralità lo perseguitava, il padre di Frank Miles, suo coinquilino, non vedeva bene tale convivenza e ingiunse al figlio di percorrere una strada differente, ciò porto alla rottura dei rapporti con Wilde che abbandonò la casa

    Divenne presto popolare per la sua lingua sferzante, per i suoi modi stravaganti e per la versatile intelligenza. La notorietà dello scrittore irlandese si accrebbe per merito del giornale umoristico “Punch”, che pubblicò numerose caricature del rappresentante di questa nuova moda dell’ estetismo, a tal punto che, nel 1881, il librettista William Schwenck Gilbert e il musicista Arthur Seymour Sullivan composero un’operetta dal titolo Patience, in cui facevano la parodia degli esteti.


    Il processo Wilde
    Benché fosse sposato e padre di due bambini, Wilde aveva segretamente un'intensa vita omosessuale extraconiugale, che si suppone durasse sin da quando frequentava Oxford. Fino a quando si limitò ad avventure con ragazzi proletari, la società chiuse un occhio, ma la situazione precipitò quando Wilde iniziò una relazione con il figlio di un Lord, Alfred Douglas, detto "Bosie".

    Il padre di Alfred (John Sholto Douglas, nono marchese di Queensberry), ovviamente contrario alla storia del figlio, insultò pubblicamente Wilde come sodomita. Wilde, spinto da "Bosie", che voleva vendicarsi del padre, lo querelò per diffamazione, ma gli avvocati del marchese riuscirono rapidamente a rovesciare la situazione, chiamando a testimoniare prostituti con cui Wilde aveva avuto rapporti sessuali. Lo scrittore divenne così, da querelante, imputato di gross indecency ("grave immoralità", termine usato per indicare l'omosessualità, che era illegale). Il processo si concluse con la condanna di Wilde a due anni di lavori forzati, la bancarotta, e la rovina definitiva della sua carriera.

    Durante il processo fu letta una poesia di Alfred Douglas, intitolata Two Loves, Due amori, che si conclude con il celebre verso in cui l'"Altro Amore" dichiara: Io sono l'Amore che non osa dire il suo nome. A Wilde fu rinfacciato di aver appoggiato The chameleon, la rivista che aveva pubblicato Two Loves.

    Wilde si difese affermando che: l'Amore, che non osa dire il suo nome in questo secolo, è il grande affetto di un uomo anziano nei confronti di un giovane, lo stesso che esisteva tra Davide e Gionata, e che Platone mise alla base stessa della sua filosofia, lo stesso che si può trovare nei sonetti di Michelangelo e di Shakespeare... Non c'è nulla di innaturale in ciò.

    Il Giudice Wills, pronunciando la sentenza (il massimo della pena prevista dalla legge), per nulla impressionato da tale difesa dell'amore omosessuale, affermò però che le persone che fanno cose di questo genere devono essere immuni da ogni senso della vergogna, e non si può produrre alcun cambiamento su di loro.

    In carcere lo scrittore decise di scrivere a Bosie una lettera di vero e proprio sfogo, il celebre De profundis la quale gli fu recapitata da un suo carissimo amico, Robbie Ross, che conservò astutamente l'originale consegnando a Lord Alfred una copia che egli strappò dopo averne letto solo poche righe. Nel 1909 Ross consegnò l'originale al British Museum di Londra sotto la condizione che non fosse resa pubblica prima di mezzo secolo. E' per questo che solo dal 1962 in poi abbiamo avuto la possibilità di leggere la versione integrale.

    Wilde fu portato prima alla prigione di Wandsworth, a Londra, e poi al Reading Gaol (il carcere di Reading). Quando alla fine, dopo 19 mesi di detenzione, gli fu consentito di avere carta e penna, Wilde era ormai diventato incline a opinioni opposte riguardo alle possibilità dell'uomo di raggiungere la perfezione.

    Fu in questo periodo che egli scrisse il citato De Profundis (1900). In esso confessò: Tutto nella mia tragedia è stato orribile, mediocre, repellente, senza stile. Il nostro stesso abito ci rende grotteschi. Noi siamo i pagliacci del dolore. Siamo i clown dal cuore spezzato. (De Profundis).

    Successivamente Wilde scrisse anche La ballata del carcere di Reading, che esprimeva la sua preoccupazione per le disumane condizioni di prigionia. Anche in quest'opera, Wilde, fa sfoggio involontario di buon gusto "lamentando", e dando voce, non ai propri patimenti carcerari, ma alla preoccupazione per i figli dei prigionieri, costretti a subire tanto passivamente quanto fisicamente la loro stessa prigionia. A quel tempo infatti, quando veniva incarcerata una donna, di riflesso, i suoi bambini venivano incarcerati con essa. L'opera, considerata una delle migliori di Wilde, ebbe un enorme successo, ma i proventi furono assorbiti in gran parte dai debiti derivanti dal fallimento, e gli giovarono poco.


    La fine
    Wilde non riuscì mai più a riprendersi dalle conseguenze dello scandalo e dell'arresto, dopo i quali era diventato un paria, rifiutato da gran parte della "buona società" che lo aveva fin lì vezzeggiato.

    Dopo il rilascio, avvenuto nel 1897, Wilde visse con il nome di Sebastian Melmoth a Berneval, vicino a Dieppe, poi a Parigi. Un tentativo di vivere assieme a Douglas, prima a Napoli, poi nel piccolo hotel Vittoria della "trasgressiva" Taormina, se non altro in modo finalmente aperto, fu stroncato dalle famiglie di entrambi, con l'efficace minaccia di cessare l'erogazione del piccolo sussidio di cui i due, privi di altre rendite, vivevano. Fu allora aiutato economicamente dalla nobildonna inglese Florence Trevelyan che anche ottenne per lui un vitalizio governativo di 70 sterline di cui Wilde non riuscì a godere.

    Sul letto di morte Wilde si convertì al Cattolicesimo, prendendo una decisione che aveva rimandato a lungo. Morì di meningite il 30 novembre 1900, povero, con problemi di salute derivati dall'abuso di alcol, in un hotel economico di Parigi, "L'Hotel" in Rue des Beaux-Arts 13, all'età di 46 anni. Prima di morire chiese che gli venisse servita una coppa di champagne e le sue ultime parole furono: "Muoio sopra le mie possibilità".

    Le sue spoglie riposano al cimitero di Père Lachaise, dopo essere state qui traslate dal cimitero di Bagneaux. Nel cimitero di Bagneaux, sulla sua tomba, gli amici che nonostante tutto gli erano rimasti fedeli anche negli ultimi difficilissimi anni, avevano fatto costruire un modesto monumento su cui avevano fatto incidere la frase (tratta dal libro di Giobbe) "Nulla osavano aggiungere alle mie parole, e su di loro stillava goccia a goccia il mio discorso". Nel cimitero di Père Lachaise, invece, riposa sotto un imponente monumento costruitogli da Jacob Epstein, raffigurante una sfinge. Negli anni, numerose estimatrici di Oscar Wilde si sono succedute dinnanzi a questo monumento lasciandovi, come traccia del loro passaggio, impronte di baci.

    Wilde disse una volta ad André Gide:

    « Volete sapere qual è stato il grande dramma della mia vita? È che ho messo il mio genio nella mia vita; tutto quello che ho messo nelle mie opere è il mio talento. »


    Anni dopo la sua morte di Oscar Wilde Reggie Turner scriveva a Robert Sherard affermando che secondo lui mai si sarebbe scritto un libro che potesse essere considerato soddisfacente per contenere un personaggio talmente infinito come Oscar Wilde.


    Aspetto e carattere
    Oltre alle innumerevoli foto giunte sino a noi, innumerevoli sono le descrizioni che ci sono rimaste di lui, spesso rappresentato nel caricaturale ritratto di polemista, sardonico battutista e confezionatore di aforismi. Molte parodie sono state fatte su di lui, spesso per vendicarsi di torti subiti come nel caso di Francis Chaloner, personaggio creato da Rhoda Broughton, mai invitata da Wilde nei suoi incontri, dove lo descriveva come un uomo dalle membra flaccide e dalla testa botticelliana.
    Si arrivò anche a commentare come si muoveva trovando, se si voleva trovare, qualcosa di sgradevole.
    Somigliava d’aspetto a suo fratello Willie, tanto che agli occhi inesperti i due si potevano confondere, ma non di carattere dove mancava lo spessore, più volte tentò la sua stessa strada fallendo Anche se agli occhi dei bambini appariva come Pierrot

    Il suo aspetto fisico nei dettagli viene descritto da chi visse insieme a lui: alto 1,88 cm, labbra spesse, corpo grosso con i capelli che sembravano neri anche se il suo vero colore era di una tinta sul marrone scuro gli occhi blu, sguardo profondo, la sua andatura era oscillante e i denti sporgenti tanto che Edith Cooper lo paragonò ad un frutto che per quanto poteva apparire succoso era allo stesso tempo privo di grazia. Appariva a tratti come se fosse impacciato e possedeva un modo di ridere che poteva dare fastidio.
    Il suo accento irlandese, molto marcato all'inizio, si corresse durante la sua permanenza ad Oxford come descrisse l’attore Seymour Hicks, mentre alle orecchie di Max Beerbohm sembrava avesse una tonalità da mezzosoprano, e le sue frasi erano un misto di attenta preparazione e di spontaneità.

    La figura letteraria di Wilde è stata per molto tempo subordinata a quella biografica, egli è stato provocatore ed eccentrico nelle sue pose, umorista pungente e amabile conversatore.Ebbe la sfrontatezza di dichiararsi socialista, di lasciar trasparire di essere omosessuale e di farsi beffa della saggezza depositata nei luoghi comuni. Divenne simbolo della spregiudicatezza, negli scritti come nella vita. La sua condotta fu un affronto costante all’ipocrisia vittoriana, rispettando, e chiedendo lo stesso ai suoi interlocutori, sempre l'osservanza delle buone maniere.E si divertiva a pescare.

    Quando poteva cercava anche di essere d’’aiuto al prossimo come quando in occasione di un inondazione nella città di Lambeth convinse Rennell Rodd a venire con lui per cercare di aiutare le persone in difficoltà: qui riuscì a far divertire tantissimo una vecchia signora costretta a letto.Non faceva progetti sul futuro, non ci pensava, semplicemente viveva alla giornata.

    Richard Ellmann, curatore di una biografia che gli è valso il premio Premio Pulitzer affermava che non vi era traccia di crudeltà in lui e che non la comprendeva.


    Critica letteraria
    « Un tempo ti mettevano alla ruota adesso ti mettono sulla rotativa.»


    Tutti si sono espressi su Oscar Wilde e sul suo modo di scrivere, anche chi come nel caso di Giulio Andreotti, ammetteva candidamente di non conoscere pressoché nulla dell’autore, l' "artista martire" come lo definirà Hugues Rebell mostra nelle sue opere il suo semplice linguaggio, la facilità con cui veniva compreso anche fuori dal suo paese d’origine come sottolinea Jorge Luis Borges. Nei suoi scritti Karl Beckson notò che qualunque fosse l’argomento trattato si leggeva del post-modernismo, riusciva sempre a presagire i tempi, ma la sua abilità più che con la poesia veniva espressa con la prosa, per via delle sue frasi colorate e dell'immaginazione che nascevano dalle parole come nel 1925 espresse Osbert Burdett.
    Mario Praz lo paragona più volte a Byron, ammettendo che entrambi davano una grande importanza all'arte che in mano loro diventava vita, notando che anche le loro opere meno riuscite avevano di fatto un identico impatto, superiore a quello che si poteva pensare, grazie alle loro personalità e Wilde, massimo esponente dell'estetismo, aveva poco da offrire per contrastare la superiorità di Byron, solo la sua capacità di conversare in maniera brillante, riuscendo a strappare sorrisi.

    Arthur Nethercot parlava della coesistenza di un Wilde e di un Anti-Wilde, nella sua esposizione si ritrova a parlare sia del dandy, colui che voleva farsi conoscere a ogni costo, colui che proclamava l’estetismo che si frapponeva all’altra parte conosciuta da pochi: una persona normale sentimentale e penitente, il paradosso è stato evidenziato da molti autori Il peccatore che è anche santo, il pagliaccio che ha visto la tragedia della realtà del resto lui stesso ammetteva che concetti come il pianto di gioia erano per lui l’effetto drammatico della natura, cosa che amava esternalizzare nelle sue opere.

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    mujer
    00 03/01/2011 10:37
    Il ritratto di Dorian Gray, rilettura arricchente.
    Negli anni avevo perso molti spunti sull'estetica di Wilde. Un punto di vista condivisibile quello dell'arte fine a se stessa, persino inutile. Argomento che ho sviscerato più volte in Camus e che ho ritrovato in molti passaggi di quest'opera.
    I caratteri, le loro influenze/defluenze, le relazioni: un Wilde capace di fotografare le pochezze degli uomini, o le grandezze. Dipende dai punti di vista.
    Letto in tre giorni, ritmo che non riservo a molti.
    E' stato un piacevole - e fortuito - reincontro.
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    sergio.T
    00 03/01/2011 11:33
    Tutta l'arte e' completamente inutile.
    O.Wilde.

    secondo me non e' affatto un suo modo di scherzare.
    Fine a se stessa in questo modo...


    Nella letteratura, invece, vale un altro discorso...; ci metti del tuo.