00 27/10/2008 10:43
Sul voto in condotta la questione è molto più complessa, bisogna considerare l'aspetto pedagogico e non può ridursi al mero concetto di punibilità.
Intanto c'è da valutare qual è il criterio di comportamento da cui si parte per formulare il voto: la partecipazione? il silenzio? la tranquillità? l'espressione? l'apprendimento?

In passato c'erano scuole (per esempio quelle artistiche) in cui il comportamento estroso non era considerato criterio per l'abbassamento del voto.
In un liceo, certi comportamenti, sarebbero stati considerati irriguardosi e avrebbero portato l'alunno alla bocciatura.

Questo non significa concedere attenuanti né non far rispettare le regole. Dico che il voto in condotta non può rappresentare la forma per risolvere i comportamenti che, a detta del ministero (e non della scuola, bada bene), sono da contenere.
Qui si apre la spinosa questione del bullismo (fenomeno che non esiste nelle forme che vogliono far credere) e non sarà un voto a risolverlo.