00 23/10/2008 09:03
Sì, molti insegnanti si stanno scoprendo pantere ma, in verità, pensano alla propria tasca. Poco male, peggio sarebbe se fossero ancora arroccati nel pensiero "gli studenti occupano perchè non vogliono fare niente". Ma il solo fatto che l'abbiano pensato in passato ce la dice lunga sul concetto che gli insegnanti hanno degli studenti.

Mi piace molto quello che sta accadendo in giro per le piazze. Le lezioni pubbliche non dimostrano soltanto che è possibile essere contrari e continuare a fare educazione in piazza come in un'aula, condividendo saperi e motivando all'unità, ma esaltano anche la potenzialità della pedagogia attiva, quella che Freire - un pedagogo brasiliano di grande umanità - definiva la pedagogia PARTECIPATA.
Alle lezioni stanno assistendo anche persone che non hanno mai varcato la soglia di un'università e parlano studenti che, finora, non riuscivano ad esprimere altro che il proprio piano di studi.

Sulla possibilità di poter protestare facendo proposte si è già capito che non sarà preso in considerazione nessun dialogo né lo si vuole, a dire il vero.
La riforma dev'essere ritirata perchè ha come obiettivo primario l'abattimento dei costi, finalità che in uno stato democratico dovrebbe riguardare, invece, l'acquisizione di saperi e il potenziamento delle abilità dei propri giovani.
Ho letto la riforma 2002 (Moratti) ed è già un enorme passo indietro rispetto al concetto di pedagogia che i grandi studiosi (da Piaget a Montessori, passando per La Porta e Freire) ci hanno regalato.

Si pensava che non fosse peggiorabile e invece...