00 13/10/2008 11:41
Le novita? Spesso non vendono nemmeno una copia. ( La Repubblica)
Amati, desiderati, ma più fugaci di un saldo di stagione. Deperibili, volatili, e destinati ed esistenze così brevi da non superare spesso le sei settimane di vita. Introvabili se appena un po' d' antan. Quaranta giorni sugli scaffali, poi se i conti non tornano addio, il libro finisce tra le rese, e dopo le rese al macero. Nel 2000 un testo riusciva a "sopravvivere" sui banconi 90 giorni dopo il lancio, questo vuol dire che saggi e romanzi hanno perso in pochissimi anni una buona percentuale di visibilità. Ogni giorno in Italia vengono pubblicati 170 nuovi titoli, ma il 35% della tiratura è destinato alla carta straccia, come in una gigantesca discarica di parole e pensieri. E in libreria di loro non resta traccia, non importa se belli o brutti, la legge ormai è questa, fare spazio sugli scaffali per le "novità", così i libri di oggi divorano quelli di ieri, e sempre più frequentemente accade che sperduti tra chilometri di romanzi e saggi, tra migliaia di proposte e offerte, non si riesca a trovare quell' unico volume che stavamo cercando. Tanto che, come segnalava ieri Francesco Merlo sulle pagine di Repubblica, in tempi di megastore e bookshop multipiano, mentre l' oggetto libro conquista supermercati e autogrill, ai lettori più attenti ed esigenti, alla ricerca di un testo meno noto, più raffinato, o semplicemente di qualche anno fa, non resta che la caccia su Internet, ormai vera biblioteca alternativa e dove le vendite sono salite di oltre il 40% nell' arco di cinque anni. Ma è possibile che la vita di un libro sia così breve, e soprattutto che la sua memoria, in assenza di scorte e depositi, risulti tanto evanescente da scomparire nell' arco di poche stagioni? Purtroppo sì, risponde Giuliano Vigini, saggista ed esperto di editoria, «migliaia di titoli vengono cannibalizzati da altri titoli, basti pensare che dal 1996 al 2005 sono usciti dalla circolazione 373.787 libri, e che ogni anno finiscono fuori catalogo oltre 40mila volumi». Uscire fuori catalogo vuol dire scomparire, missing, perché per librai grandi e piccoli ormai il deposito è diventato un costo morto, una voce in perenne passivo. «La responsabilità di questa caducità di tanti testi, è figlia delle valanga di novità che ogni giorno arrivano nei megastore, che puntano tutto sui titoli di richiamo a discapito, spesso, della qualità degli autori, che se restassero più a lungo esposti e magari consigliati dai librai, potrebbero trovare lettori e successo». I libri però oggi si vendono sempre di più nelle multisale della letteratura, dove ci sono i romanzi e i Dvd, le offerte speciali, le poltrone per leggere, i caffè, mentre le piccole librerie sono sempre più in affanno. Perché il mercato cambia. E Inge Feltrinelli afferma, che il futuro è là, nei megastore, pur confessando «io amo le vecchie librerie, quelle dove il libro sembra un oggetto prezioso, da sfogliare, accarezzare, annusare, quando vado a Parigi, a Londra ci capito sempre, non credo che Internet potrà mai sostituire un libro, pensate a quanto potrebbe essere freddo leggere Montale su un computer o una favola di Andersen attraverso uno schermo...». Perché invece la strategia delle librerie Feltrinelli, le prime in Italia ad utilizzare la formula del grande contenitore che unisce editoria e musica, dice Inge Feltrinelli «è quella di avvicinare i giovani alla lettura, ma rendendo loro facile l' accesso, in luoghi dove si può trovare tutto, le novità, ma anche i tascabili, le offerte, e non è vero che le scorte non ci sono più, non c' è un classico che non esista in versione economica, però è impossibile avere tutti i titoli, infatti il futuro delle librerie piccole, indipendenti è la specializzazione, avere un catalogo selezionato». Insomma il mercato e la memoria, forse, corrono su due binari differenti. Anche se Luca Nicolini, uno degli organizzatori del Festival della Letteratura di Mantova, e libraio da 30 anni, precisa invece che buona parte della responsabilità della mancanza di "scorte", «dipende solo in piccola parte dai librai, e in gran parte dagli editori, che ormai sempre più spesso seguono le mode e non ristampano i cataloghi». «Noi siamo una realtà piccola - aggiunge Luca Nicolini - e per sopravvivere ci stiamo specializzando nel reperimento di titoli e testi. Anche se da un punto di vista commerciale è ben diverso vendere 100 copie dello stesso titolo, che 100 libri con titoli diversi. Per noi poi avere un magazzino è una spesa impossibile. La verità è che c' è un' invasione di novità insostenibili, e che spesso non vengono nemmeno una copia. A volte con una battuta dico che gli unici a fare un po' di soldi in questa invasione di libri, sono soltanto gli autotrasportatori: guadagnano infatti consegnando i libri, e guadagnano di nuovo portando indietro quei titoli come resa...».
- MARIA NOVELLA DE LUCA