00 01/10/2008 09:39
Casares vuole regalare ai suoi protagonisti la vita eterna ripetuta eternamente ( un eterno ritorno in senso niciano).
Se una volta alla settimana l'immagine di una persona durante alcuni giorni della sua vita si ri-proietta su uno schermo ( o qualcosa di simile) di fronte ad uno spettatore ignaro di quanto sta accadendo ( ripetizione dell'immagine, delle parole, dei colori, degli odori,ecc.ecc.) , questa immagine che investe nel tempo e in un determinato spazio tutta la percezione spettatrice, puo' assumere il connotato di pura realta'.
Dunque quello che il fuggiasco vede, apparentemente, diventa reale.
Il " fu" una volta diviene l'e' di adesso. Quello che era ieri diviene presente oggi e diverra' anche domani, dopodomani, per sempre.
Una realta' sempre medesima a se stessa dunque ( seppur in una limitata successione), ma che a sua volta diviene irreale per chi la puo' osservare consapevole dell'aspetto riproduttivo di essa.
La ripetizione quindi e' inautentica per due motivi: innanzitutto e' fissa in se stessa e non diviene come percezione; secondariamente non e' percepita dalla coscienza che la vive, dato che non c'e' piu' nessuna coscienza tranne quella spettatrice. E' una realta solo d'immagine, unilaterale.

La realta' presuppone sempre un soggetto percipiente ; se viene a mancare questo, viene a mancare l'aspetto fondativo di tutto il reale.
Presenza e assenza non sono solo relativi a chi " vede", ma sono determinanti proprio da chi fonda l'atto reale che a sua volta diviene immagine per un altro.

Il genere fantastico inteso in questo modo e' postulato dunque su un equivoco grossolano quanto metafisico: postula la presenza incontrovertibile di un soggetto che intercala nel passato ( ritenzione) nel presente ( copula) e nel futuro ( protensione).
Ma tutto questo - si sa - e' un incidente del percorso occidentale ( ma anche della filosofia immaginativa sudamericana che seppur fantastica parte sempre dallo stesso punto: la coscienza): non esiste nessun soggetto se non nell'errore grammaticale.
Dire " io" o "tu" o " essi" significa solo auto-ingannarsi per necessita'.
La realta , infatti, e' solo una menzogna.