00 21/05/2008 09:38
Mi stupisce la lettura di questa donna che, quasi un secolo fa, viveva l'ideale così come mi provo a viverlo io.
Un pensiero che si agisce, in un ambito sociale così distante dal mio, mostra pari vulnerabilità e dolore.

"Mi buttai a capofitto nello studio, preferendo in particolare le letture che avevano attinenza con gli avvenimenti contemporanei".

Ci sono donne che si pongono in una zona franca, tra il centro decisionista e la periferia indifferente.
E' una fascia circolare che permette, a certe donne, di vigilare apportando cambiamenti.

"Presi a studiare i vari sistemi sociali, quel giovane (che preferisco chiamare "il democratico") mi passò dei libri. Una delle questioni su cui ci soffermammo di più fu l'abolizione del diritto di successione, argomento che mi colpì molto poiché mi sembrava contenere l'intero codice di una nuova morale. Abolire la proprietà individuale, il frutto del lavoro, mi pareva ingiusto, se non impossibile. Mi sembrava invece ragionevole il fatto che la proprietà cessasse con la morte del possessore. In primo luogo sarebbe stato limitato lo strapotere del capitale e i genitori sarebbero stati costretti a impartire ai figli un'educazione tale da indurli a darsi da fare per diventare indipendenti".

La rottura del tramando, se espressa da una donna, dimostra la capacità di rompere quella morale "alma mater" che il pensiero occidentale ha imposto nei secoli, morale che ha il solo scopo di tutelare il tramando dei poteri.

Malwida von Meysenbug, di famiglia benestante, testimoniò la forza di un pensiero libertario che concepiva la passione unita all'intelligenza, dote che gli uomini temevano.

Il suo promesso Theodor, preferendole una donna sposata, le scrisse:
"Abbiamo vissuto in modo troppo esclusivo ed era quindi ovvio che saremmo arrivati a una rottura. Se foste stata più civettuola, avreste sfruttato diversamente la vostra posizione e ne sareste uscita vincente. Va da sé che così dicendo sto tessendo le vostre lodi".

Malwida riflette:
"Per la prima volta mi rendevo conto del potere di un comportamento lezioso, persino sugli uomini di una certa levatura. Da sempre avevo aborrito con tutta me stessa questo vizio femminile, credendo che onestà e sincerità fossero la più nobile realizzazione di un sentimento. Dopo aver letto quella lettera, stupita e amareggiata mi dissi che se in amore avessi saputo fare i miei calcoli, se fossi stata in grado di camuffare la passione dietro le spoglie dell'intelligenza, che ha sempre un forte ascendente sugli uomini brillanti, probabilmente le cose sarebbero andate in modo diverso. In seguito ebbi modo di osservare in più occasioni la debolezza di uomini importanti di fronte a donne civettuole e capricciose. All'uomo piacciono le continue conquiste a cui è costretto da una donna del genere; al contrario, una donna semplice e sincera nella sua devozione non chiede altro che costruire serenamente l'edificio della vita all'ombra del suo amore".

Mi piacciono queste parole, passione e azione, e una vita a testimoniarle.