00 14/02/2008 09:59
Chiara: un grande perche' non inventa niente.
L'umanita' di Chiara, pero', non e' un'umanita' tontolona, non e' un'umanita' all'insegna della benevolenza.
Se Chiara dipinge un'umanita' d'angolo - su quelle rive e su quelle montagne - lontane dal clamore, dalle dinamiche sociali, dalla competitivita' del sistema, da tutta una serie di prerogative di gruppo astratto ( ogni grande dimensione prende i connotati dell'astrattismo), nonostante, questo , Chiara dona, regala, ai suoi personaggi solitari, silenziosi, quieti ( come e' quieto un lago d'inverno!) quella giusta " miscela" di umanita' individualista.
I piccoli capricci, le piccole vendette, le minime bassezze; tradimenti, furti, litigate, invidie, gelosie, rancorucci, risentimenti fanno capolino.
Chiara non dipinge, ne' tanto meno e' cosi' sciocco dal pretenderlo, un uomo estraneo alla prorpia umanita', alla propria natura.
Seppur uomini di piccoli " angoli", di piccole visuali del mondo, questo micro universo conserva tutte le contraddizioni degli uomini, belli e meno belli, buoni e meno buoni.
In Chira non troviamo favole, ne' fiabe: troviamo vere storie, verissime storie.
In quel miracolo della scrittura ( come Lui disse) appare quello che " PRIMA" si e' vissuto.
Solo gli scrittori davvero grandi hanno l'umilta' di non inventare niente.