00 18/09/2007 14:42
quella prostituta, quella zoccola di una puttana, in fondo e' molto piu' onorevole dei suoi compagni di viaggio: piu' onorevole nella misura tale da apparire quasi ingenua.
La vera prostituzione per Maupassant e' la bigotteria e la grettezza di quella societa' borghese nascosta dietro al velo dell'apparenza, del pregiudizio, della convenzione.
La nostra Pallina e' infinitamente superiore a una Madam Bovary flaubertiana, o fors'anche di una Nana' di memoria Zoliana. Neppure una Moll Flanders di Defoe regge questa figura femminile, persino elegante e leggiadra nella sua speranza: se nelle altre eroine di questi famosi romanzi vi e' anche ambizione sociale, riscatto, risentimento, rivincita, in Pallina si ravvede solo una " speranza umana" di essere considerata nella sua figura di persona. Riconosciuta come " individuo" dignitoso: e' solo questo che lei chiede: un sacrificio il suo senza perche', senza motivo, senza premio tranne la considerazione della sua "presenza."
La distinzione dell'onore di questa donna tanto vilipesa da quei quattro borghesi " artificiali", fa di Pallina ancora oggi il simbolo della purezza d'animo al di la' di tutte le circostanze della vita.

Solo un Maupassant - guarda un po!!! un gran borghese - poteva avere quell'intelligenza autocritica e profondamente onesta, per leggere la bassezza della sua classe e proprio quel Maupassant che frequentava bordelli prende come " specchio" una prostituta per parlare d'onore.