00 07/09/2007 15:57
Pescara e' un altro discorso.
Cittadina che non conosceva affatto, mi ha soprpreso per quanto e' diversa da come l'immaginavo.
Abbarbicata in riva al mare, si distingue per due cose: l'atmosfera tipicamente marittima ( spiagge, locali, bagnanti, lungomare) e per il disordine della cittadina stessa, soprattutto architettonico.
Pescara non ha un filo rosso: Julia mi spiega che e' una cittadina ricostruita sulle rovine della vecchia Castellamare, dunque, una cittadina ricostruita con una certa disinvoltura.
Il tratto distintivo di Pescara e' proprio il suo carattere multiforme.
Dopo qualche giorno di ambientamento , pero', e' un centro che si fa volere bene, a suo modo.
Calascio , invece, e' un salto - come dicevo - fuori dal tempo.
Paesino arroccato sui monti ( Parco del Gran Sasso) ha mantenuto un profilo rigidamente medievale, rigidamente paesano, montanaro, rustico.
Dall'alto del suo monte si gode un panorama stupendo e la brezza che corre su per i pendii ( ristoro dal gran caldo di Pescara!!) rende piu' nitida la sua visione.
Calascio non puo' non piacere, perche' e' un posto sano, salubre, silenzioso, sereno: ha mantenuto un suo profilo naturale e sembra che viva di se stesso.
Paesi come Calascio non hanno bisogno di niente di moderno: le vetrine, i rumori, i centri commerciali, il tran tran cittadino, tutto insomma, viene allontanato persino dai pensieri, dalle esperienze.
Quando arrivi in un posto cosi', capisci quanto e' malato il nostro vivere da altre parti; quelle parti cittadine e metropolitane che un falso benessere, una falsa propaganda, un falsissimo status simbol, vogliono farci credere - per meglio dire - ci spacciano come il comfort del progresso, l'eden dell'abitare in citta'. L'assuefazione a una miserabile condizione metropolitana, il piu' delle volte, imbastardisce vecchi richiami antichi e naturali, ma noi che siamo di buona razza e un po' sordi a questo " chiasso moderno", ci ristoriamo quando troviamo posti come Calascio.