Caffé Letterario

Certe volte e' meglio non leggere.

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    sergio.T
    00 11/11/2009 12:09
    Letto, si fa per dire, la polemica della giornalista del Manifesto per il suo articolo sui blog letterari.
    La Benedetti, critica letteraria, le ha risposto.
    Milioni di parole.
    Dopo un po, leggendo, non capivi piu' di che cazzo si stava parlando. [SM=g8273]
    [Modificato da sergio.T 11/11/2009 12:10]
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    comesientra
    00 11/11/2009 18:05
    Già, la new epic. Ho letto la "solita" diatriba scatenata da "moderni scrittori" e a leggerli mi chiedo ogni volta perchè perdo tempo e pazienza e danè coi loro manufatti, perchè chiamarli Letteratura, come vorrebbero, è sacrilegio.
    Forse stasera (o quando esattamente non so,in quanto ho sentito un promo di corsa,) anche Saviano torna a imbonirci del suo senso e valore di letteratura. Pensavo di seguirlo, perchè argomento utile a cesellare passioni e scelte.
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    sergio.T
    00 12/11/2009 09:23
    come e' andato Saviano, so che Julia l'ha visto. Cosa ha detto della scrittura militante? e degli scrittori militanti? li ha spiegati? ha spiegato la loro vita? l'impegno profuso? la morte subita? ha chiarito il loro pensiero? ha fatto parallelismi con alcuni scrittori italiani? ha fatto dei nomi? ma soprattutto: perche' ha presentato lui questa puntata? perche' proprio Saviano, insomma? forse perche' il suo libro e' militante? spiegaci julia.

    Diatribe letterarie tra scrittori e critici e lettori.
    Policastro Benedetti
    Giglioli
    Nazione Indiana
    Post noir
    New Epic.

    Ci sarebbe tanto da dire che in questo caso equivale a dire che c'e' poco da dire.
    Un gioco di parole, forse?
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    sergio.T
    00 12/11/2009 09:28
    Chiara
    Serino ha tirato in ballo Chiara. Si', Piero Chiara . Proprio Lui.
    Piero Chiara, uno dei piu' grandi scrittori italiani di sempre.
    Uno tradotto , in vita, in 35 paesi.
    Uno che sempre in vita ha venduto 4.000.000 di copie.( chissa' adesso!)
    Uno che e' esempio dell'arte del racconto perfetta.
    Uno che sa scrivere semplice.
    Soprattutto uno che della minuzia della provincia disse: qui capita poco, non saprei cosa raccontare , perche' cose poco importanti.
    Qui capita di vivere, e io racconto il vivere.

    Si e' capita e' grandezza di un Chiara senza troppe menate e correnti letterarie? o forme di scrittura?
    lo si e' capito o no?
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    sergio.T
    00 12/11/2009 09:35
    Chiara e' uno scrittore militante, perche' la militanza nella scrittura e' raccontare la vita di tutti i giorni. Ci sono tante militanze nella scrittura ( sociali, politiche, economiche), ma la piu' importante e' la vita della gente semplice; raccontare quello che tutti viviamo. Dal ricco al povero. E' la vita che si deve raccontare, quella di tutti i giorni.
    E mi si tira fuori un Chiara prendendolo a modello? dai, per favore, allora s'impari per favore.

    E si cita un Pasolini a destra e a sinistra : l'intellettuale si dice. L'esempio.

    Chiara e Pasolini! mio dio!
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    mujer
    00 12/11/2009 09:50
    Sì, l'ho visto. Ho acceso la tv che era già iniziato e stava parlando di Neda, la ragazza iraniana morta durante una manifestazione a Teheran. C'è stato un bel passaggio in cui ha raccontato l'impegno della Satrapi, l'iraniana del bellissimo Persepolis.
    E' passato poi a parlare dello scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwa, del suo romanzo “Sozaboy”, della sua letteratura/denuncia che spaziò tra i suoi saggi, i suoi racconti e le sue sceneggiature per la tv. E' stato incarcerato e impiccato nel novembre 1995.
    Ha parlato poi di Castel Volturno, del potere dei Coppola e di come si siano appropriati del territorio.
    Ha spiegato che gli unici, in Italia, ad aver contrastato fortemente, con una rivolta in strada, le mafie, sono stati gli africani, una volta a Castel Volturno dopo l'eccidio, e un'altra in Calabria contro la 'ndrangheta.
    Gli unici a lottare sono stati loro.
    Ha parlato di due forme di omertà: quella che non parla di quello che sa e l'altra, la più terribile, di quelli che non vogliono sapere.
    E ha ricordato Miriam Makeba, e si è detto in colpa per la sua morte a Castel Volturno dopo il concerto in cui si sentiva già male.
    Ha scritto alla sua famiglia in Sudafrica dicendo loro che gli era dispiaciuto che fosse morta lontana dall'Africa; la famiglia gli ha risposto: "Miriam è morta in Africa".
    Io non sapevo che la Makeba fosse stata in esilio 30 anni a causa della sua famosissima "Pata Pata".

    Poi ha fatto un lungo discorso sugli scrittori che denunciano, attraverso i loro libri, condizioni di vita sottomessa al potere.
    Ieri ha parlato di Varlam Shalamov e del suo "I racconti di Kolyma". Sono rimasta impressionata dalla vita di questo russo, non lo conoscevo e penso che lo leggerò. E' stato 20 anni in un gulag in Siberia e persino la figlia lo ha rinnegato. La sua critica al regime comunista gli è costato anche il ripudio delle sinistre europee.

    Credo che l'intento di Saviano sia stato quello di autocelebrarsi, di voler far accettare la sua posizione accomunandosi ai grandi lottatori letterari.
    Questa è una cosa che mi ha dato fastidio, così come mi dava fastidio ogni volta che inquadravano Fazio seduto su una poltroncina di pelle dietro a una montagna di libri.
    Questo manierismo contrasta con la vita dura dei nomi che sono venuti fuori in trasmissione e penso che ci sia stata della strumentalizzazione.
    Ma non capita più di sentire parlare di certi temi in prima serata. E' per questo che ritengo che chi ha visto la trasmissione di ieri sera abbia fatto bene, se non altro ha messo in moto la sua coscienza che, di questi tempi, è senz'altro arrugginita...

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    sergio.T
    00 12/11/2009 10:10
    Interessante puntata, non c'e' dubbio. Almeno questo a Saviano va' riconosciuto come va' riconosciuto che la Rai , almeno una volta, offre in prima serata una trasmissione di spessore.
    Non ho ben capito il passaggio degli africani che sono gli unici ad avere combattuto in strada l'avanzata delle mafie, pero'. Credo intendesse dire tra la gente comune...
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    mujer
    00 12/11/2009 10:22
    Sì, infatti. Ha spiegato la differenza tra un scendere in piazza per dire No alla mafia, e un scendere in piazza per dire "Non tollereremo che ci tocchiate"
    Gli africani hanno ribadito: noi siamo qui per lavorare, arriviamo in italia anche a costo della nostra vita, facciamo i lavori che voi non volete fare e non permetteremo che ci ammazziate. Hanno ribadito che, al prossimo morto, avrebbero aperto una guerra.
    Saviano vede, in queste due azioni, una resistenza che gli italiani non sono capaci di attuare.
    Ed è lì che ha fatto riferimento alla peggior omertà: quella di non voler sapere.

    Il punto centrale del discorso era: gli africani non solo hanno manifestato dissenso per quelle morti ma hanno ribadito il loro diritto ad essere su quel territorio.
    Gli italiani, secondo lui, non sono più in grado di ribadirlo.
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    sergio.T
    00 12/11/2009 10:54
    Interessante, detta cosi', mi piace e la comprendo. Posso anche aggiungere che in questo caso Saviano ha ragione.
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    mujer
    00 24/11/2009 09:10
    Comunico solennemente che è in uscita il libro della Patrizia D'Addario dal titolo "Gradisca Presidente".
    Sono pronta con i fiammiferi e a chi mi dice che per etica i libri non si bruciano gli mollo uno scanassone che se lo ricorda per la vita.
    Visto che quello non è un libro ma un'emerita stronzata io esprimo la mia completa disapprovazione per l'atto di sozzura che sporca la già tanto immonda editoria italiana.
    La mia è resistenza e, quindi, brucio ciò che questa disgraziata crede sia un suo diritto dire. A questo punto anch'io rivendico il mio diritto: quello di bruciare le sterpaglie che soffocano l'erba medica.
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    sergio.T
    00 24/11/2009 09:16
    Figuriamoci se non scriveva un libro. E vendera' anche mille e mille copie. Va cosi' questo mondo: diventano personaggi famosi i piu' insignificanti.
    Anche scrittori, ultimamente.
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