00 20/05/2007 10:53
Dalle origini all'Unita' d'Italia ( in senso Romano, naturalmente) ha atteso a tutte le aspettative che riponevo in essa: questa opera capitale di Mommsen, seppur non sostenuta dalle piu' recenti scoperte di archeologia, rimane un caposaldo irrinunciabile per chi volesse interessarsi alla storia romana.
Perche'?
Forse e' lo stesso motivo per il quale si e' discusso in altre stanze a proposito della scrittura: il nuovo o l'innovativo non sempre sono sinonimo di miglioramento o di vattelapesca, ma anzi, sono fumo per narici.
Mommsen e la sua interpretazione: questo e' il punto.
Seppur limitato nelle risorse di studio, seppur fermo alla fine 800 e alle relative traduzioni; seppur nel secolo successivo molte cose sono state chiarite, quello che distingue la sua storia e' l'interpretazione e la struttura con le quali ha steso la sua opera.
Altalenando riferimenti, narrazione, storiografia pura, il suo affresco romano prende una strada magnificiente: la lettura si fa serrata, coinvolgente, veloce.
Ogni analisi e' supportata da un sano studio; ogni particolare e' prima sviscerato in generale, e poi in dettaglio; le connessioni culturali, tradizionali, filosofiche sono cadenzate nella giusta misura; le cronologie delle battaglie e delle guerre non stancano, non annoiano, ma sono cadenzate a lunghi respiri di riflessione sociale.
Un mosaico perfetto per una civilta' perfetta.
Mommsen non risparmia critiche agli stessi romani, pero'; quando si rendono responsabili di infamie e codardie non lesina di rivendicare le giuste critiche; quando il loro "carattere" fenomenale e la loro grandezza risplende, invece, lo sottolinea con parole pacate, ma allo stesso tempo ammirate.
La struttura sociale, epocale, territoriale, religiosa, economica, filosofica, militare viene fantasticamente espressa in minuziosi studi; in poche parole, piu' si legge e piu' si diventa Romani.