non potrebbe esserci lettura se non ci fosse un Marquez: e' scritto nel destino.
Lo stesso destino di cui tanto canta il grande scrittore colombiano: persino una storia incredibilmente bella come La mala ora, e' gia' stata scritta e Marquez da' l'impressione di ri-scrittura.
Oppure come in Cento anni di solitudine , la storia delle storie, la storia madre.
La ciclicita' del tempo, l'eterno ritorno: e' questa la struttura di Marquez, e' questo il suo bellissimo mondo caleidoscopico: un mondo fantastico, magico, reale.
Personaggi che si rincorrono nei romanzi, situazione che si sviluppano da un racconto all'altro; episodi che tornano da altre angolature; tentativi sbocciati qui e ripresi la'; il labirinto di Marquez si dipana in un eterno circolo dai mille colori sempre diversi, sempre uguali, sempre mitici.
Marqez e' mitopoietico: e' il mito che dona vita , e' la vita che fonda il mito.
Marquez e' l'assoluto, il definitivo, il relativo, il corrispondente, e' il gioco di tutto il mondo e al centro di questo gioco, sta Macondo, unica, impareggiabile, irraggiungibile.
Macondo e' per i secoli dei secoli, per sempre.
[Modificato da sergio.T 24/09/2007 09:25]