00 16/07/2012 09:59
Sono assolutamente d'accordo con lui. Ha intuito benissimo che tutta la cultura della cooperazione collettiva e sociale, altro non e' che una sfumatura del sistema stesso. E' incredibile come questo cosa talmente evidente da risultare apodittica, sia negata e persino confutata da coloro che capovolgendo un'equazione cosi' semplice addirittura la ribaltano nel suo contrario, tacciando ed accusando chi non si piega a questa schivitu' " sociale", di egoismo se non di misantropia.
E' un po' come la politica: se non voti sei un qualunquista. Ma qui si nasconde proprio lo stratagemma del potere, del capitalismo, di tutto il sistema: ti fa credere che lottando contro di esso tu possa mantenere la tua autonomia e la tua liberta' mantenendo intatti i tuoi inviolabili diritti mentre -in realta'- proprio quando ti assegna questo "ruolo" ti imprigiona ancora di piu', ne fai parte definitivamente.
Il progresso, la costruzione di un'idea sociale perfetta e' il sotterfugio conclusivo per dis-individualizzarti definitivamente : non sei piu' " un individuo", sei un " ruolo".
Solo coloro che non cadono in questo tranello di sistema riusciranno a mantenere il proprio status di uomo libero ed autonomo e come diceva un grande filosofo, quell'uomo libero sara' felice seppur non faccia nulla per il sociale e per il progresso: la sua felicita' sara' di gran vantaggio per tutti dato che sara' un uomo senza rancore e senza risentimento.
Questi uomini, paradosso dei paradossi, vengono chiamati egoisti e misantropi: io li definerei, invece, benefattori.