Pericle
Figlio di Santippo, comandante della flotta ateniese nella battaglia di Micale, e di Agariste, nipote di Clistene.
Pericle nel 472 a.C. si occupò di finanziare l'allestimento della tragedia I Persiani di Eschilo.
Nel 463 a.C. accusò pubblicamente Cimone di essersi fatto corrompere dal re Alessandro I di Macedonia.
Attività politica
Nel conflitto instauratosi ad Atene tra il partito aristocratico-conservatore, guidato da Cimone, fautore di una politica filo-spartana, e quello democratico, capeggiato da Efialte, Pericle si schierò con quest'ultimo.
Quando nel 462 a.C. l'invio di truppe in soccorso degli spartani assediati alla rocca di Itome si rivelò un disastro, Cimone fu esautorato ed Efialte e Pericle ne approfittarono per esautorare l'areopago a favore della bulè e della ecclesia.
Nel 461 a.C., in seguito dell'ostracismo di Cimone e della morte di Efialte, Pericle divenne la figura principale della scena politica ateniese.
Politica interna
Pericle fece approvare una legge che istituì la mistoforia, cioè il pagamento di un'indennità giornaliera a coloro che ricoprivano cariche pubbliche. Tutti i cittadini dell'Attica ebbero la possibilità di presentarsi candidati e di svolgere, una volta eletti, l'incarico loro affidato. Pericle attuò una politica sociale che prevedeva l'istruzione degli orfani, il pagamento di pensioni ai mutilati di guerra e agli invalidi, l'ingresso gratuito a teatro per i poveri, una paga regolare ai soldati e marinai e una razione di viveri. Tali modificazioni sono state ripetutamente dibattute e contestate poiché, di fatto, la remunerazione trasformava i cittadini in funzionari facendo perdere alla partecipazione il suo carattere di privilegio personale; tuttavia tale opera giovò alla polis poiché, con i soldi della Lega, Atene finanziava la sua amministrazione.
Nel 451 a.C. propose la legge per cui potevano diventare cittadini ateniesi solamente coloro i quali avessero entrambi i genitori con la cittadinanza.
Molte furono le opere pubbliche che Pericle promosse grazie anche ai tributi della lega delio-attica, come l'ingrandimento del Pireo, fortificando la strada che lo collegava alla città, e l'abbellimento dell'Acropoli di Atene con l'edificazione del Partenone, dei Propilei, dell'Eretteo e del tempio di Atena Nike.
Politica estera
Dopo la pace di Callia (449 a.C.) che sanciva la tregua della guerra con la Persia, l'esercito ateneise nel 447 a.C.-446 a.C. sedò la rivolta in Eubea e l'insurrezione di Megara.
Pericle riuscì in seguito ad ottenere una pace con Sparta e a dare il via al suo programma di imperialismo pacifico, culminato nella fondazione delle colonie di Thurii e di Anfipoli.
In seguito all'ostracismo di Tucidide, nel 443 a.C. Pericle fu eletto stratego, carica che ricoprì fino alla sua morte.
Dopo l'insurrezione di Samo nel 440 a.C., il malcontento degli alleati iniziò a farsi sentire. Nel 432 a.C. su richiesta di Corinto si radunò a Sparta l'assemblea federale della Lega del Peloponneso, per discutere sui provvedimenti da prendere nei confronti di Atene, che era entrata in aperto conflitto con due città facenti parte della lega, Corinto e Megara, e che aveva intrapreso un percorso di progressiva estensione della sfera di dominio sul mondo greco, anche a scapito dell'autonomia e della libertà delle altre poleis.
Atene non cedette all'ultimatum e i Peloponnesiaci iniziarono la guerra. Pericle, che conosceva i rapporti di forza tra i due schieramenti e pensava che l'esercito ateniese e alleato non avrebbe potuto opporsi alla fanteria oplitica lacedemone, decise di che tutti i cittadini dell'Attica lasciasero le proprie residenze per stabilirsi nella città fortificata dalle Lunghe Mura, lasciando l'Attica al nemico. La flotta avrebbe garantito ad Atene il necessario approvvigionamento di viveri e avrebbe al tempo stesso consentito di sferrare l'attacco alle coste del Peloponneso.
Nel 431 a.C. l'esercito spartano invase l'Attica sotto la guida di Archidamo, saccheggiando campi e villaggi abbandonati, mentre Pericle guidava le triremi contro le coste nemiche.
Le precarie condizioni igieniche in cui vivevano le migliaia di cittadini ammassati all'interno delle mura di Atene facilitarono il diffondersi nel 430 a.C. di un'epidemia di peste, che falcidiò la popolazione e di cui cadde vittima lo stesso Pericle.