Svetonio

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sergio.T
00giovedì 15 gennaio 2009 10:49
Nato attorno al 70 in un luogo imprecisato del Latium Vetus da una famiglia di ceto equestre (il padre, Svetonio Leto, era tribuno militare), Svetonio studiò retorica e giurisprudenza, divenendo avvocato. Ricoprì cariche importanti sotto l'imperatore Adriano, e forse già sotto Traiano, entrando a far parte del personale a più stretto contatto con l'imperatore. Fu infatti il suo segretario personale (magister epistolarum), ed in tale qualità aveva accesso ai documenti più importanti degli archivi imperiali. Amico e corrispondente di Plinio il Giovane, fu al suo seguito quando Plinio divenne governatore della Bitinia. Della sua vita non si hanno molti altri dati certi. L'ultimo è il suo allontanamento, per motivi non chiari, ma dovuti probabilmente alla morte del suo protettore, Plinio, da parte dell'imperatore Adriano nel 122. Anche la data di morte non è conosciuta, ed è posta da alcuni attorno al 126, da altri una quindicina di anni dopo, attorno al 140.


De viris illustribus
Il De viris illustribus ("I personaggi famosi"), che trova un suo chiaro precedente in Cornelio Nepote, analizza le figure di personalità illustri suddividendole in cinque categorie: poeti, oratori, storici, filosofi, grammatici e retori (questi ultimi sono trattati come un unico gruppo). Dell'opera si conserva pressoché intatta soltanto la sezione riservata ai grammatici e ai retori, anche se mancante della parte finale.

Dopo un indice che riporta gli scrittori che saranno trattati, Svetonio offre dei brevi ritratti (alcuni brevissimi) di coloro che hanno contribuito allo sviluppo dello studio della grammatica a Roma. Di ogni autore non sono forniti specifici dati biografici, ma in genere l'attenzione è posta sulle novità che ciascun grammatico ha apportato.

Delle altre sezioni del De viris illustribus, rimangono soltanto alcune vite, sulla cui reale attribuzione a Svetonio, peraltro, non c'è accordo fra gli studiosi. Si ricordano la vita di Terenzio (che costituisce la premessa al commento di Elio Donato alle commedie terenziane), la vita di Orazio e quella di Lucano; deriva dal De poetis anche la vita di Virgilio, premessa al commento delle opere del poeta sempre da Elio Donato.


De vita Caesarum
Le Vite dei dodici Cesari sono ben più ampie e sono a noi giunte pressoché complete (manca solo una breve parte iniziale). Comprendono, in ordine cronologico, i ritratti di Cesare, Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone, Galba, Otone, Vitellio, Vespasiano, Tito, Domiziano.

Nell'analisi di ciascun imperatore Svetonio segue uno schema che, seppur non rigido e modificabile a seconda delle esigenze dell'autore, rimane sempre lo stesso: descrizione delle origini familiari, carriera prima dell'assunzione al potere, vita pubblica e provvedimenti relativi a Roma, vita privata, aspetto fisico e ultimi giorni prima della morte.

Come membro della corte imperiale, Svetonio aveva a disposizione documenti di prima mano (decreti, senatus consulta, verbali del Senato), tutti utili fonti per il suo lavoro, e materiale utile agli storici moderni per la ricostruzione del periodo. Tuttavia egli si servì anche di fonti non ufficiali, quali scritti propagandistici e diffamatori e anche testimonianze orali, al fine di alimentare quel gusto per l'aneddoto e il curioso cui egli dedica ampio spazio e che alcuni gli ascrivono come difetto ed altri come pregio.
sergio.T
00lunedì 19 gennaio 2009 09:19
Uno stile vigoroso, uno stile fotografico per fotografare la vita degli Imperatori Romani.
Una lettura, quella di Svetonio, sorprendente proprio per lo stile di scrittura.

Svetonio: una specie di reporter.
sergio.T
00lunedì 19 gennaio 2009 09:32
Un Augusto particolare quello di Svetonio: se si alzava in un certo senso, in un certo senso andava tutta la giornata.
Era molto scaramantico.
sergio.T
00martedì 20 gennaio 2009 11:50
Un Svetonio in stile reporter. [SM=g8431]
sergio.T
00martedì 20 gennaio 2009 15:27
Un Tiberio, invece, con una forte tendenza all'isolamento. [SM=g8455]
sergio.T
00mercoledì 21 gennaio 2009 09:26
Tiberio parte in modo modesto, defilato:
non vuole trionfi
non vuole monumenti
non vuole che lo si chiami Signore
non vuole che lo si chiami Padre della patria
non vuole che i suoi ordini siano considerati ordini, bensi', consigli
non vuole cortesie
non vuole riverenze
non vuole responsabilita'
non vuole feste in suo onore
non vuole essere circondato dalla corte

un tipo defilatissimo, di basso profilo, anonimo.

Piu' tardi nel suo isolamento ( Rodi e infine Capri) secondo Svetonio e alcune testimonianze dara' sfogo alla sua infinita crudelta'.
Un tipo al limite della patologia.
sergio.T
00mercoledì 21 gennaio 2009 10:14
Deviazioni e perversioni sessuali, queste le caratteristiche provate della sensualita' di Tiberio.
mujer
00mercoledì 21 gennaio 2009 11:24
Queste cronache coincidono con la Storia Romana di Mommsen?
Non ricordo che Tiberio fosse dipinto come un "anonimo".
sergio.T
00mercoledì 21 gennaio 2009 11:52
Mommsen si ferma alla Fondazione della monarchia militare, dunque alla fine della repubblica, prima della trasformazione in Impero.

Non prende in considerazione , tranne Cesare ( che non lo fu) gli Imperatori. ( 12 Cesari, per la precisione)
sergio.T
00mercoledì 21 gennaio 2009 15:58
Se Tiberio rasentava la patologia , Caligola vi vola dentro come un razzo [SM=g8179]
sergio.T
00giovedì 22 gennaio 2009 09:14
La caratteristica comune degli Imperatori, almeno Tiberio, Caligola e anche Claudio, e' la crudelta'.
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