Saverio Lodato

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sergio.T
00martedì 3 marzo 2009 09:46
Non si può parlare degli ultimi trent'anni della nostra storia senza parlare di mafia. Un sistema di potere che ha avuto una spaventosa capacità di propagazione, arrivando a condizionare la vita economica e sociale non soltanto della Sicilia ma di gran parte dell'Italia, senza contare le sue enormi implicazioni in tutto il mondo. Tra i più attenti osservatori di questa metastasi, e dei modi spesso fallimentari per combatterla, Saverio Lodato è un giornalista e scrittore che dell'impegno inteso come analisi spietata ha fatto il proprio modo di agire. Opera costantemente aggiornata, apparsa per la prima volta nel 1990 con il titolo "Dieci anni di mafia", in questa edizione è arricchita dalla ricostruzione degli episodi più recenti, fino ai primi mesi del 2008, documentati da interviste e articoli e da un nuovo capitolo che sviscera i fatti di cronaca - dall'arresto di Salvatore Lo Piccolo alla morte di Michele Greco - per interrogarsi sul futuro di Cosa Nostra.
sergio.T
00lunedì 16 marzo 2009 12:03
Gran bel libro su un fenomeno particolarmente italiano: la mafia.

E' vero: invece di andare a pescare letture inverosimili ( migliaia di thriller e commissari inventati)basta leggere cosa avviene.
Chi puo' inventare famiglie piu' terribili di quelle di Cosa Nostra?

sergio.T
00martedì 17 marzo 2009 09:03
Cosa nostra capisce un solo linguaggio: le reazioni veramente dure.
E' questo un messaggio sottinteso da decine di magistrati: lo stato non ha mai voluto dare una risposta veramente dura.

E' sconvolgente questo aspetto: non solo non si e' data nel ventennio 70/90 una risposta dura, ma si e' addiritura ostacolata l'opera della magistratura.
Persino la polizia , senza la quale i magistrati dicono che nulla si puo' fare, ha avuto parecchie difficolta' ad esercitare il proprio operato.

E' questa la connessione tra Cosa Nostra e la politica
sergio.T
00martedì 17 marzo 2009 09:09
Falcone dice: niente si puo' fare se non avere in mano anni di indagini.
Infiltrati, intercettazioni telefoniche ed ambientali; pedinamenti, incursioni, ispezioni ed infine arresti con interrogatori a ritmo serrato. E poi i pentiti.

Cosa nostra si combatte con un coordinamento generale tra polizia e magistratura.
Non esiste, infine, un terzo livello: ne siamo sicuri.
Non c'e' una sovrastruttura politica, perche' la politica e' gia' nel tessuto stesso mafioso.
sergio.T
00martedì 17 marzo 2009 09:19
I Marsigliesi
Quando negli anni 70 il clan dei marsigliesi sbarco' in italia, fu compiuta una delle operazioni piu' difficili di sempre.
Tre dei Marsigliesi capeggiati da "Doctor", esperto in raffinazione della morfina in eroina, furono assoldati da una famiglia mafiosa.
L'interpool diramo' l'informazione che i tre ricercati fossero in italia. Ma bisognava prenderli con le mani nel sacco.
Stazionarono sulla costa siciliana, in un dei piu' bei alberghi della costa. Vita mondana, piscina, caviale, belle donne, albergo lussuosissimo pero' con un particolare: dall'usciere al direttore, tutto il personale ma proprio tutto, era della polizia.
Chiunque ti servisse tra i camerieri era un poliziotto. Andavi alla cassa e trovavi ( a tua insaputa) un poliziotto. Persino l'impresa delle pulize erano poliziotti.
Continuarono cosi' per settimane: poi una sera li seguirono fino in una stalla nelle aperte campagne e trovarono la raffineria.
Furono arrestati immediatamente.

Purtroppo la risposta della mafia non si fece attendere: l'albergatore che aveva concesso la collaborazione alla polizia, fu ucciso in un agguato due settimane dopo.
sergio.T
00lunedì 23 marzo 2009 09:20
Un libro imperdibile sotto tutti i punti di vista: direi quasi d'azione, come il miglior romanzo.
Un libro denuncia di uno dei fenomeni criminali piu' profondi dell'italia degli ultimi cinquanta anni.
Una lettura imperdibile, da non perdere assolutamente.
sergio.T
00lunedì 23 marzo 2009 09:27
Un delinquente e' un delinquente
Grandi magistrati e grandi poliziotti: e' questa la miscela giusta per combattere il crimine.
Stupefacente la cultura retrostante queste due corporazioni: in un italia garantista e ipergarantista risulta difficile che una cultura simile abbia ancora voce, ma c'e' e rimane sempre piu' forte, grazie alla costanza alla tenacia di singoli uomini.
Magistrati e polizia investigativa.

" Nonostante una cultura garantista e ipergarantista che non sono la stessa cosa ( la prima tutela in modo spasmodico il diritto criminale la liberta' delinquenziale, la seconda, addirittura, asserisce l'innocenza per principio assoluto); nonostante una politica collusa e corrotta; nonostante una sempre piu' spietata rivisitazione del codice penale, noi rimaniamo di quella idea che ci hanno insegnato fin da bambini: a casa nostra ci dicevano che un delinquente e' un delinquente e va' arrestato"
Un magistrato del pool antimafia.

sergio.T
00lunedì 23 marzo 2009 09:30
Il giudizio in secondo grado non serve a niente e va' abolito ( forse una reminiscenza Romana? forse una luce nel buio garantista? ): cosi' i magistrati del pool antimafia.

sergio.T
00lunedì 23 marzo 2009 10:17
Polizia Investigativa
Se si legge il capitolo dell'arresto di Bernardo Provenzano , chiaramente si cambiera' idea sul lavoro della polizia investigativa.
Noi siamo abituati a pensare e a rappresentarci il lavoro della polizia per quello che solitamente vediamo: pattuglie e volanti sulla strada.
Ma la polizia investigativa e' qualcosa di piu': e' invisibile, e' dovunque succeda un qualcosa, e' in mezzo a noi.
Un pool di 30 poliziotti ( ognuno con un compito specifico) lavoro' a questo grandissimo arresto di uno dei piu' grandi latitanti di sempre ( latitanza di 43 anni) per un anno intero nel modo piu' anonimo e clandestino possibile.
Come dice Lucarelli con Picozzi nel suo libro Scena del crimine, per la polizia investigativa vale la regola prima delle cinque W e una H.
Where? when? wath? who? why? how?
Dove? quando? che cosa? chi? e come?

Partendo da quel dove la domanda fu? dove puo' essere Provenzano?
Cosa nostra era in disarmo; i boss erano tutti in galera; i Corleonesi si stavano disfando: dunque che fare in questo caso?
Quando si e' in difficolta, dicono gli psicologi criminali, si tende sempre ad avvicinarsi a casa e agli amici dei vecchi tempi.

Allora, eta' anagrafica degli abitanti di Corleone; selezione degli amici di vecchissima data ( vecchietti come Provenzano stesso); controlli di tutte le fedine penali inerenti.
Tutto regolare, tutto a posto; nessuna macchia, nessun precedente; nessun lato oscuro. Nessuna collusione con la giustizia, insomma, un gruppo di vecchietti assolutamente al di sora di ogni sospetto. Contadini. Ma...., c'e' un ma.
La polizia investigativa decise lo stesso: intercettazioni a tappeto su tutti i telefonini di questi vecchietti.
Mesi di intercettazioni, milioni di parole ascoltate; tutto a posto, tutto in regola, tutto chiaro, ninte di che. Ma..., c'e' un ma.
In una telefonata ascoltano una frase gia' ascoltata ( purtiamo i vesti a iddu?) e li' si fermano. E' questo il " ma" decisivo.
" Quando" portano i vestiti?
" Dove" li portano?
" Che cosa" servono quei vestiti?
" Come" li portano?
"chi" soprattutto usa quei vestiti?

E allora incominciarono le intercettazioni ambientali: appostamenti con canocchiali; notti in mezzo ai boschi; macchine fotografiche di altissima precisione; fughe improvvise per non farsi notare dai pastori; giorni, settimane, mesi , un anno cosi'.

Una mattina, invece, all'improvviso vedono finalmente una mano sola sbucare da una porta di un casolare ( erano 51 quelli da tenere sotto controllo) e prendere quei vestiti che poco prima erano stati prelevati da casa Provenzano dalla moglie: non hanno piu' esitazioni; li' dentro c'e' il boss, ne sono sicuri.
In dieci minuti sono giu' nell'aia, buttono giu' a mani la porta di vetro, entrano e lo trovano.

Ha ragione Lodato: sono uomini cosi' e non garantisti teorici, la massima garanzia della giustizia, quella vera, quella che arresta.
sergio.T
00lunedì 23 marzo 2009 10:21
Borsellino era di destra , Falcone no.
Eppure erano amici, eppure lavorarono insieme, eppure ignorarono le valenze politiche dei propri schieramenti.

Un delinquente e' un delinquente e va' arrestato.

E' talmente semplice questo concetto da risultare difficilissimo alla comprensione di coloro che sono in malafede.
sergio.T
00lunedì 23 marzo 2009 10:25
Noi lavoriamo nell'ingiustizia perche' in italia vige una " giustizia" ingiusta.

I magistrati del pool antimafia.
sergio.T
00lunedì 23 marzo 2009 10:26
Ingroia e Scarpinato: due grandi magistrati, due grandi pubblici ministeri.
sergio.T
00lunedì 23 marzo 2009 10:32
Contrada
Si vada a rileggere la motivazione della sentenza in Cassazione sull'annullamento dell'assoluzione di Contrada in secondo grado.
" Non esistono le prove certe? puo' darsi, ma esistono accuse certe contro una difesa che non ha niente di logico , anzi e' assolutamente " illogica". Dunque non esiste una tesi difensiva certa - piuttosto - mentre esistono punti che l'imputato non puo' chiarire. L'accusa e' piu' logica della difesa.
Cosi' si annulli il processo di 2 grado e lo si ripeta in coordinazione con una certa logicita' dei fatti"

Fu ripetuto e ci fu la sentenza definitiva di dieci anni di galera.

Una cosa giusta, insomma.
sergio.T
00lunedì 23 marzo 2009 10:38
Ingroia
Abbiamo oggi una mafia più civile e una società più mafiosa. Una mafia sempre più in giacca e cravatta e una società che cambiandosi abito troppe volte al giorno sceglie il travestimento. Insomma, abbiamo interi pezzi di società che hanno ormai introiettato i modelli comportamentali dei mafiosi. E lo si vede in tutti i campi. (dall'intervista di Saverio Lodato, l'Unità, 11 novembre 2006
sergio.T
00venerdì 3 aprile 2009 15:41
Munnu è statu e munnu sarà [SM=g10608]

mujer
00venerdì 3 aprile 2009 15:48
mafiuso addivenisti? [SM=g10931]
sergio.T
00venerdì 3 aprile 2009 15:55
Amara cu è sutta d'atru. [SM=g8455]
mujer
00venerdì 3 aprile 2009 16:00
rivoglio il mio milaneseeeeeee! [SM=g9760]
sergio.T
00venerdì 3 aprile 2009 16:06
[SM=g8455] A 'sto mond hinn trii quij che sta ben: el gal del mornée, el can del becchée, el fattor d'i mónegh.
sergio.T
00venerdì 3 aprile 2009 16:09
El gh'ha el dun de Dio de capì nagott. [SM=g8455]
mujer
00venerdì 3 aprile 2009 16:11
l'ho capita!

A 'sto mond hinn trii quij che sta ben: el gal del mornée, el can del becchée, el fattor d'i mónegh.

A questo mondo ci sono tre che se la passano bene: il gallo del mattino, il cane del becchino e il fattore del..... monaco?


e tu? le hai capite quelle delle mie parti? [SM=g10529]
sergio.T
00venerdì 3 aprile 2009 16:18
scrivene uno abbruzzese.
mujer
00venerdì 3 aprile 2009 16:24
dài, ci ho preso? vuoi dire che capisco anche il milanese?
uau, ora sì che sono poliglotta! [SM=g9058]


ecco l'abruzzese:

"a lava' la faccje a lu ciucce ce s'arifonn' l'acqua e lu sapone"

[SM=g7088]
sergio.T
00venerdì 3 aprile 2009 17:12
a lavar la faccia e le ciucce /tette?/ ci vuole acqua e sapone.

Bho? ma che lingua parlate? [SM=g8180]
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