Montezuma Signore degli Aztechi. A.Burland

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sergio.T
00domenica 15 febbraio 2009 18:08
Montezuma è entrato nella storia attraverso l'ottica dei vincitori. Questa biografia si basa invece su fonti indie, su quanto l'archeologia e l'antropologia hanno rivelato sulle antiche popolazioni del Messico e mostra la tragedia del crollo dell'impero vissuta dai vinti. Il racconto descrive il periodo che precede l'arrivo delle "case galleggianti" da cui sbarcarono stranieri vestiti di "pietra grigia" in sella a "daini senza corna". In questa parte è analizzata anche la formazione del sovrano come astrologo e guerriero, il suo ruolo nella creazione di un impero rapace e oppressivo. Una ricostruzione che permette di individuare il codice religioso attraverso cui il principe interpretava l'invasione. Con un saggio di Italo Calvino
sergio.T
00domenica 15 febbraio 2009 18:09
Me lo hai lasciato due anni fa, ma lo leggo ora, in mezzo ai Romani. [SM=g8455]
mujer
00domenica 15 febbraio 2009 20:52
Uh, come passa il tempo!
Spero ti piaccia, a me è piaciuto moltissimo.
sergio.T
00lunedì 16 febbraio 2009 18:59
sto leggendo e mi sto divertendo: interssanti gli Aztechi, interessante Montezuma, interessante Cortes.
sergio.T
00martedì 17 febbraio 2009 19:42
Gli Aztechi amerindi in fondo hanno qualcosa delle grandi civilta' e , diciamolo pure , hanno una lontana somiglianza con i Romani: popolo di guerra e popolo crudele ( anche se in senso ritualistico).
sergio.T
00mercoledì 18 febbraio 2009 09:37
Senza correre troppo lontano in approffondimenti storici e filosofici, i Romani sono una civilta' superiore per due semplici motivi : l'energia e la volonta' profuse in ogni fare e la loro manifestazione di forza impellente e necessaria. Due spelndidi esempi a riguardo sono l'esercito e l'intervento militare come mezzi supremi per il raggiungimento del loro volere.

E' significativo pensare che gli Aztechi in altra terra e in altra epoca rispecchiano piu' o meno queste due direttive: un forte volere e una forte struttura militare.
Questo lascia pensare parecchio: solo un caso?

Mommsen dice: i Romani nel corso della loro epopea ( 10 secoli) in fondo sono stati sempre una monarchia militare.
Burland , nel suo splendido libro, dice: gli Aztechi erano principalmente una monarchia reggente.
A Roma il Senato e l'Esercito, in Messico il Consiglio dei Quattro e l'esercito.
E' chiaro, a questo punto, che le similitudini tra queste grandi civilta' indicano qualcosa di piu' significativo di una semplice coincidenza: una civilta' superiore ha forse requisiti ben precisi nella sua esternazione?
sergio.T
00mercoledì 18 febbraio 2009 09:46
Gli Aztechi dai popoli sottomessi pretendevano tributi di uomini donne e bambini per i sacrifici umani a Colibri' Azzurro Dio supremo ( il sole) Pena era la guerra per coloro che non portavano puntualmente il tributo.

I Romani dai popoli sottomessi pretendavano tributi monetari e tasse. Pena per ogni ribellione ( autonomia) era la guerra, lo sterminio, e la deportazione.

Le due strade anche se per motivi diametralmente opposti sono identiche: sottomissione una forza imposta come diritto politico e naturale.
sergio.T
00mercoledì 18 febbraio 2009 09:55
Tenochtitlan
Dopo la caduta della civilizzazione tolteca, che fiorì principalmente a Tula fra i secoli X e XI, ondate di immigrazioni inondarono l'altipiano centrale del Messico, intorno al lago Texcoco. Data la loro tarda apparizione, gli aztechi-mexica furono obbligati ad occupare la zona pantanosa situata ad ovest dal lago.

Erano circondati da potenti nemici che gli esigevano tributo e le uniche terre secche che occupavano erano gli isolotti del lago Texcoco, circondati da pantani. Il fatto che, da una posizione così svantaggiosa, gli azteca furono capaci di consolidare un poderoso impero in solo due secoli, è dovuto in parte a la loro credenza in una leggenda secondo la quale fonderebbero una grande civilizzazione in una zona pantanosa dove vedessero un nopal (cactus) su una roccia e sopra un'aquila divorando un serpente. I sacerdoti affermarono aver visto tutto ciò al loro arrivo in questa zona; come riflesso e continuità di questa tradizione, oggi quell'immagine rappresenta il simbolo ufficiale del Messico che appare tra l'altro, sulle banconote e monete messicane.

Con l'aumento della popolazione, gli aztechi stabilirono organizzazioni sociali e militari superiori. Nel 1335 fondarono la città di Tenochtitlán, proprio dove oggi si trova l'attuale capitale, città del Messico. Gli aztechi fecero diventare il lago, in quella parte poco profondo, in chinampas (giardini molto fertili, costruiti su strutture di tronchi annodati con corde da ixtle che sostenevano sabbia, ghiaia e terra vegetale, a modo di isole artificiali, coltivando verdure, fiori e allevando uccelli domestici). Poi fecero vie e ponti collegando la città con la terraferma; costruirono acquedotti ed scavarono canali per tutta la città per il trasporto di merce e persone. Le costruzioni religiose - gigantesche piramide a gradinate ricoperte di pietra calcarea ed stucco di vivi colori, sulle quali si costruivano i tempi - dominavano il paesaggio.

La città progredì come risultato della sua ubicazione e alto grado di organizzazione. Nell'epoca in cui gli spagnoli iniziarono la conquista nel 1519, il grande mercato di Tlatelolco attraeva circa 60.000 persone/giorno. Le merce arrivavano agli azteca grazie agli accordi sui tributi stabiliti con i territori conquistati. Molte di questa merce si esportavano ad altre zone del Impero Azteca e del Mesoamerica.

sergio.T
00mercoledì 18 febbraio 2009 19:14
In una citta' di un milione di abitanti, non esistevano porte perche' non esistevano ladri o quasi-
Il "garantismo" azteco, infatti, sanciva come pena il taglio immediato della mano e poi l'ignominiosa esecuzione capitale in piazza, in pubblico.
Secondo loro l'ammonimento della legge e dell'esempio era piu' forte della barriera della porta.
E avevano ragione: si annoveravano pochissimi ladri nelle vie delle loro citta'.

sergio.T
00venerdì 20 febbraio 2009 10:39
Contraddizione
Inspiegabile la rassegnazione di Montezuma: un misto di superstizione, divinazione, rassegnazione, ed infine, di esoterismo.
Forse un pizzico di presagio, di intuizione: o forse un'accettazione del destino.

La non resistenza verso Cortes ( da leggere una sua biografia) lascia attoniti, quasi tristi.

Qui c'e' una differenza sostanziale con i Romani: un generale di quest'ultimi, mai e poi mai, si sarebbe condotto in simil modo, nessun imperatore o Re, e ancor meno nessun Senato, avrebbe piegato la propria volonta' nella non resistenza.

Indicativo il popolo Azteco: in fondo Montezuma mori' per mano sua, colpito dalle pietre di rabbia del popolo che poi si sollevo' contro gli Spagnoli.
Nel sangue Azteco c'e' molto di Romano e di Spartano: un sangue che non si piega, un sangue abituato a dominare, un sangue ad ogni modo, autoritario.

La rassegnazione di Montezuma e' una contraddizione in termini Aztechi.
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