Larson Eric ( letture estive) : Il tifone di Galveston. Il piu' grande uragano della storia

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sergio.T
00mercoledì 25 giugno 2008 14:32
Il tifone di Galveston. Il più terribile uragano della storia
di Larson Eric

L'8 settembre 1900 la prospera cittadina di Galveston, nel Texas, venne colpita e distrutta da uno dei più terribili uragani della storia: nella catastrofe oltre 6000 persone vennero inghiottite dalle acque. Quel giorno svanì anche l'illusione di poter controllare scientificamente i fenomeni naturali. La storia del grande uragano ebbe infatti per protagonista Isaac Cline, il capo della stazione metereologica di Galveston, che molti professori di metereologia considerano un eroe. Cline, confidando nella sua scienza e nelle sue futuristiche strumentazioni era sicuro che il Golfo del Messico non sarebbe stato toccato dalla tempesta: l'errore costò la vita a tutta la sua famiglia, e Cline passò i successivi 50 anni a giustificarsi.

sergio.T
00martedì 15 luglio 2008 11:07
Molto curioso di leggerlo.
sergio.T
00giovedì 17 luglio 2008 11:20
molto difficile da trovare? [SM=g8273]
mujer
00giovedì 17 luglio 2008 11:30
sì, ibs lo dà disponibile in 5 giorni che sono tantissimi!

tre libri sono già pronti
se tutto va bene ti arrivano la prossima settimana

(ma questo Larson dove lo hai scovato?)
sergio.T
00giovedì 17 luglio 2008 14:33
a caso. Scartabellando tra titoli d'avventura, di viaggi, di eventi straordinari.
Mi piacciono molto queste letture soprattutto in estate quando si ha bisogno di letture appassionate ma leggere.

sergio.T
00martedì 22 luglio 2008 15:09
si fa fatica con questo titolo....eh!
sergio.T
00venerdì 25 luglio 2008 09:38
l'ho sfogliato.
Penso che sia piu' avvincente dei tanti romanzi d'avventura di oggi.
mujer
00venerdì 25 luglio 2008 10:22
Bene, sentiremo le emozioni che questo tifone ti regalerà.
sergio.T
00venerdì 25 luglio 2008 11:00
questo, Pasolini e i suoi Scritti Corsari, e Bourget ( ma con lui e' cosa naturale) saranno le mie letture piu' sentite di questa estate.

Il tifone: ricostruzione su documenti autentici di quanto avvenne nel 1900 a Galveston investita da uno degli uragani piu' potenti della storia.

Il frontespizio ( recito a memoria):

Settembre 1900
Servizio di Washington D.C.
Telgramma stazione meterologia a Galveston Texas

"Notizie da Galveston?"
sergio.T
00venerdì 25 luglio 2008 11:01
Cosa c'e' di piu' teso ed emozionante di una storia vera?
Si hanno notizie da Galveston?». Il laconico telegramma, datato 9 settembre 1900, è di Willis L. Moore, capo dell'U.S. Weather Bureau, dopo il passaggio di quello che è stato definito il più terribile uragano della storia.

Nei giorni in cui, davanti alla tragedia di New Orleans, si torna a parlare di un'atmosfera sempre più violenta a causa del presunto effetto serra, la storia mostra come certi eventi non siano una novità.

La città di Galveston, nel Texas, l'8 settembre 1900 fu spazzata da un tifone che, nel giro di tre ore, fece precipitare la pressione barometrica di 40 mm, provocando venti che, al momento in cui l'anemometro della stazione meteorologica venne strappato, soffiavano a oltre 180 km/h ma, secondo le ricostruzioni, tra le 17.15 e le 19 rimasero costantemente superiori ai 215 km/h; è stato calcolato inoltre che, nell'occhio del ciclone, la velocità abbia toccato i 360 km/h, producendo una pressione di 30 tonnellate sui muri delle case.

Penetrato dal Golfo del Messico dopo aver devastato le isole caraibiche e "incattivito" da un percorso di circa 1.300 chilometri in acque libere, la spinta del tifone di Galveston innalzò il mare di almeno cinque metri, provocando l'inondazione della città.

Al telegramma del capo dell'U.S Weather Bureau rispose il direttore della Wester Union di Houston, scrivendo che «le prime notizie giunte da un treno che non ha potuto avvicinarsi più di una decina di chilometri dalla baia di Galveston comunicano che grandi navi erano incagliate fino a quattro chilometri all'interno della costa».

Nelle settimane successive sul Post, un quotidiano della stessa Houston, si sviluppò una polemica circa l'operato dell'U.S. Weather Bureau di Washington, che non era stato in grado di prevedere la traiettoria dell'uragano, onde permettere l'evacuazione della popolazione.

Non solo: a parere dei meteorologi, nel suo viaggio all'interno del continente, il tifone avrebbe perso forza, mentre la realtà fu che imperversò nell'Oklaoma e risalì fino a Chicago e Buffalo. Nessuno seppe mai dire con esattezza quante fossero le vittime: certamente più di 6.000, forse 10.000 nella sola Galveston, più alcune migliaia nelle località vicine.

In ogni caso, a quell'epoca il tifone di Galveston fu catalogato come la peggior calamità naturale nella storia degli Stati Uniti e i morti furono almeno il triplo di quelli dell'inondazione di Johnstown (Pennsylvania) del 1889. Il capo dell'U.S. Weather Bureau scrisse: «I cittadini di Galveston dovrebbero rincuorarsi perché è probabile che nei prossimi mille anni la loro città non sarà più così crudelmente colpita». Fu smentito nel 1915, e poi per altre otto volte fino al 1983; nel 1961 l'uragano Carla provocò l'evacuazione di 250 mila abitanti di Galveston e delle località circostanti e distrusse 120 edifici in una ventina di isolati.
sergio.T
00lunedì 28 luglio 2008 09:38
un libro che si divora pagina dopo pagina: un uragano di lettura.
E' il classico libro il cui fascino consiste nella realta' di quanto raccontato dalle testimonianze e dai documenti dell'epoca.
E' un libro promonitore in un certo senso: le calamita' naturali, le catastrofi che ogni tanto si ripetono sono la prova che la natura non puo' essere imbrigliata e tanto meno la si puo' prevedere nelle sue manifestazioni.
L'arroganza dell'uomo e della sua tecnologia complica ancora di piu' le cose data la fiducia riposta nella scienza e nei mezzi a disposizione. Piu' ci si fida dei provvedimenti presi e degli interventi eseguiti in certi territori e piu' si va' incontro all'ennesimo disasto, disastro che ogni volta fa ripetere come una lagna il ritornello che " queste cose non devono piu' succedere" e invece si ripetono sempre piu' violente.
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