Lambert Khaterine

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sergio.T
00lunedì 20 aprile 2009 09:56
Nel 1912 il viaggio del capitano Robert Scott verso il Polo si concluse tragicamente con la morte di Scott e dei membri del suo gruppo. Ma della spedizione faceva parte anche una seconda squadra di sei uomini, sbarcati dalla nave "Terra Nova" presso una baia nel mare di Ross, sulla costa nord del continente. La loro missione prevedeva alcune settimane di ricerche geologiche ma, al momento di ritornare al campo base, la nave non riuscì a recuperarli. Il gruppo fu costretto ad affrontare il terribile periodo invernale contando solo sulle proprie forze, rifugiandosi in una caverna scavata nella neve e utilizzando il grasso di foca come cibo e combustibile per le stufe.
sergio.T
00martedì 21 aprile 2009 09:17
Personaggi come Scott e il suo equipaggio; come Schakleton e il suo equipaggio; oppure come il Gesu' di Saramago; oppure mettiamoci anche il viscone Valmont e la marchesa Marteuil per alcuni versi; infine i Romani tutti insieme da Pilato a Tito, da Cicerone Quinto a Rufo, da Pisone all'ultimo plebeo - tutti questi- rimarrebbero attoniti in questo tempo di riunioni e assemblee di chiacchere varie di G8 e G20.
Che roba e' mai questa, si chiederebbero.
mujer
00martedì 21 aprile 2009 09:33
Però, nelle riunioni a ridosso delle tende questi uomini e donne d'azione avrebbero espresso la loro verve.
O no?

[SM=g11029]
sergio.T
00martedì 21 aprile 2009 10:06
Un comitato che fu.
Sicurissimo, vi darebbero una grande mano.
Soprattutto ve la darebbero quando in pompa magna arrivano politici, politicanti, politicastri con i loro simboli, sombolini, simboletti.
Quando arrivano a parlare, a chiaccherare, a promettere, a indire comitati, riunioni, assemble.
Un po' come quel progetto di cui mi parlavi l'altra sera, la sera della riunione con quel fanatico della burocratizzazione.
Che voleva istituire? cosa voleva formalizzare? cosa voleva simboleggiare?
Ah, in altri tempi di fronte a quella cooperativa, magari nella via che gli corre davanti, o in quel parcheggino a lato, o alla rotonda piu' avanti, sarebbe comparso un altro simbolo magnificente, silenzioso, ma che diceva tutto al suo solo apparire: un aquila.
E dietro a questa Aquila, un reggimento legionario molto propenso a fare e pochissimo propenso a parlare se non in questi rigorosi termini: " avete un 'ora precisa , non un minuto di piu' non un minuto di meno, per recarvi ad AQUILA - la citta' e non il simbolo s'intende, come direbbe il Saramago - per incominciare a fare quello di cui ora voi parlate soltanto. Tra un'ora questa riunione non sara' piu' e nemmeno alcuni di voi saranno piu'"

Ah, ma questi sono i bei tempi, lo so.
mujer
00martedì 21 aprile 2009 10:20
Allora è vero che sono di stirpe romana!!
D'ora in poi ti obbligo a chiamarmi legionaria Julia [SM=g10529]

sergio.T
00martedì 21 aprile 2009 10:27
Ok, te la sei meritata.
Ma rimane una piccola differenza: con te dopo un'ora si sarebbe ripetuta la grande tua incazzatura, con loro non si sarebbe ripetuto assolutamente niente. Semplicemente, si sarebbe scatenata l'ira di dio sulla testa dei cosidetti "chiaccheroni"
Diciamo, per non essere troppo brutali, che quelle dette in quella riunione , sarebbero state le ultime parole pronunciate da vivi, almeno.
Vai a sapere se anche i morti parlano, non si sa mai.

Si vede che ho letto Saramago che si diverte un mondo con queste uscite.
mujer
00martedì 21 aprile 2009 10:33
Pungenti ma sagaci. Ma non è solo merito di Saramago, è una dote che ti appartiene.
E' la parte più affascinante di te. Ed è anche per questo che ti piace Saramago.


sergio.T
00mercoledì 22 aprile 2009 09:12
Lervik
304 giorni in un igloo in sei, in poco piu' di dieci metri, con temperature esterne di media di - 25/40 gradi.
Cibo razionato al minimo, mancanza assoluta di luce se non quella fornita dal grasso di foca.
Poi 350 km di cammino in territori impervi; malattie di tutti i tipi soprattutto infezioni intestinali, crisi depressive, astenie, crisi d'isterismo.
Ma ce la fecero, tornarono al campo base tutti uniti, tutti vivi.
Persino nell'igloo rispettarono , cosa paradossale ma significativa, la gerarchia militare della nave: i marinai a dormire da una parte , gli ufficiali con il comandante spedizione dall'altra.
Ma dato che non c'erano separe' ne' aritificiali ne' naturali , come fecero questa separazione? Tirarono una riga tracciandola sul terreno dell'igloo: quella riga rappresentava le cuccette e lo spazio di competenza.
E fu rispettata per 304 giorni.
Lervik , il chirurgo della spedizione e ufficiale in seconda di comando , anni dopo disse: " fu la disciplina assoluta a cementare il gruppo e a renderlo, unito forte, compatto. Nelle situazioni estreme ti salvi in un unico caso: se sottoponi te stesso al rispetto ferreo del tuo ruolo e a quello degli altri. Il comandante non deve perdere il suo senso di autorita', ma lo deve mantenere coltivandolo nel rispetto e nella fiducia degli altri"

Mi ricorda le parole di un Sckakleton, di un Massena, di un Ney o comunque di tutti coloro che furono sottoposti a situazioni di comando estreme. Senza dimenticare la fortuna loro ad avere uomini cosi' in gamba al loro fianco.
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