Jorge Luis Borges

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mujer
00giovedì 14 giugno 2007 22:14
"Ai miei tempi non c'erano best seller e non potevamo prostituirci. Non c'era nessuno disposto a comperare la nostra prostituzione"

E' una semplice citazione, ma descrive bene il temperamento di questo grande scrittore.
Io ho potuto assistere ad una sua conferenza nel lontano 1984 e non potrò mai dimenticare quella dura saggezza, quello spirito terribilmente critico e quell'arroganza.
E noi meritavamo lo scherno del maestro, uscivamo da un periodo di censura ed eravamo ancora addormentati.
Era duro, feriva il maestro, e lo faceva perchè era stato accusato di appoggio ai militari in un'Argentina matrigna, che non lo ha mai voluto.
E lui, da vero snob, finì la sua vita nella ricchissima Svizzera, odiando gli intervistatori e gli scrittori in erba.
Concesse solo a Eduardo Galeano di fargli visita lì sul lago.

Le sue opere sono uniche e di un'importanza letteraria senza eguali.
Il realismo fantastico, di cui Borges è autorevole rappresentante, nacque naturalmente, gli uscì dalla penna carica di "sabidurìa", quella sapienza che solo un uomo di cultura, un letterato intellettuale, può possedere.
La sua amicizia con Adolfo Bioy Casares e Silvina Ocampo ingrandirono la sua capacità di stravolgere la realtà. I racconti a tre mani, con pseudonimi diversi per ingannare i critici dell'epoca, sono delle perle letterarie impareggiabili.

Elencherò i libri che sono stati tradotti in Italia tentando un percorso emotivo mio che, anche se non sarà d'interesse per chi legge, può permettermi di dare il tributo che il Maestro merita.
mujer
00giovedì 14 giugno 2007 22:27


Evaristo Carriego, questo il libro che di solito consiglio a chi mi dice di non aver mai letto Borges.
Molto lontano dai suoi saggi nasconde, però, la visione del maestro e la sua Buenos Aires.
A volte lontana e altre riconosciuta dal vissuto di Evaristo.
I porteños, questi strani esseri, raccontati con la capacità ironica del loro più grande critico, il maestro formatosi in Europa, amante della filosofia occidentale e convinto del fatto che "il male dell'Argentina sono gli argentini".

In Evaristo Carriego l'uomo diventa esempio di ciò che potrebbe essere se realmente fosse.
sergio.T
00venerdì 15 giugno 2007 09:06
Questo grandissimo scrittore argentino e' qualcosa di inimitabile.
Finzioni e', a mio parere, indimenticabile.
mujer
00domenica 17 giugno 2007 11:41
 La luna
                    
A Marìa Kodama

Hay tanta soledad en ese oro.
La luna de las noches no es la luna
que vio el primer  Adàn. Los largos siglos
de la vigilia humana la han colmado
de  antiguo llanto. Mìrala. Es tu espejo.
 La luna
                    
A Marìa Kodama

C'è tanta solitudine in quell'oro.
La luna delle notti non è la luna
che il primo Adamo vide. I lunghi secoli
dell'umano vegliare l'han colmata
d'antico pianto. Guardala. E' il tuo specchio.
sergio.T
00lunedì 18 giugno 2007 09:05
Non ho mai letto Evaristo Carriego. Lo faro' al piu' presto.
mujer
00martedì 3 luglio 2007 12:19
Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere.

Tanto vera quanto inutile questa riflessione che ci viene dal Maestro.
Se aprissimo l'ennesimo dibattito su "cos'è poesia", ci troveremmo a discorrere dell'aria senza esserne all'altezza. Come se l'aria esistesse!
E invece no, è un'impostora.

Così la poesia.
Una convenzione per indicare il collante che dovrebbe tenere insieme le parole alle pulsioni.
Niente di misterioso, Maestro, ma molto istinto.

E' questo irriconoscibile gesto - quello di lasciar fuggire l'inchiostro liberato da uno o due complici, la disperazione e il disincanto - a metter su parole a mo' di scala, numerate o sfuse, in metrica o in verso libero, e a spiattellarle in faccia al primo che passa.

Il mistero si svela quando, tra i distratti, c'è qualcuno che si ferma e declama i versi ad alta voce.
E' solo allora che, mentre ascolti, ti chiedi chi mai potrà aver scritto simili assurdità.

mujer
00venerdì 24 giugno 2011 10:11
Dopo un po' impari la sottile differenza fra tenere una mano ed incatenare un’anima. E impari che l’amore non è appoggiarsi a qualcuno e la compagnia non é sicurezza. E inizi ad imparare che i baci non sono contratti ed i doni non sono promesse. E cominci ad accettare le tue sconfitte a testa alta e con gli occhi aperti; con la grazia di un adulto, non col dolore di un bambino. E impari a costruire le tue strade oggi perché il terreno del domani è troppo incerto per fare piani. Dopo un po' impari che il sole scotta se ne prendi troppo. Perciò pianti il tuo giardino e decori la tua anima, invece di aspettare che qualcuno ti porti fiori. E impari che puoi davvero sopportare,che sei davvero forte e che vali davvero.

Sì, decisamente. Grande Maestro.
sergio.T
00martedì 28 giugno 2011 17:20
Re:
mujer, 24/06/2011 10.11:

Dopo un po' impari la sottile differenza fra tenere una mano ed incatenare un’anima. E impari che l’amore non è appoggiarsi a qualcuno e la compagnia non é sicurezza. E inizi ad imparare che i baci non sono contratti ed i doni non sono promesse. E cominci ad accettare le tue sconfitte a testa alta e con gli occhi aperti; con la grazia di un adulto, non col dolore di un bambino. E impari a costruire le tue strade oggi perché il terreno del domani è troppo incerto per fare piani. Dopo un po' impari che il sole scotta se ne prendi troppo. Perciò pianti il tuo giardino e decori la tua anima, invece di aspettare che qualcuno ti porti fiori. E impari che puoi davvero sopportare,che sei davvero forte e che vali davvero.

Sì, decisamente. Grande Maestro.




Si', decisamente. Grande Maestro.
mujer
00martedì 4 ottobre 2011 09:37
"...ma già i greci sapevano che siamo i sogni d'un'ombra"

(L'altra morte, J.L.Borges)
sergio.T
00giovedì 6 ottobre 2011 10:38
gia', i greci sapevano.
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