Itinerari: Santo Stefano di Sessanio

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sergio.T
00giovedì 10 luglio 2008 12:23
S. Stefano di Sessanio sorge in epoca romana. Il nome "Sessanio" viene fatto risalire al latino "Sextantia" ad indicare che il borgo era distante sei miglia romane dall’antica Peltinum, importante crocevia per i traffici che da Roma portavano verso la costa adriatica.

Durante il periodo romano, il borgo di Sessanio si trovava alla base della collina dove venne poi costruita la torre di osservazione nel periodo medievale. La posizione esatta è probabilmente vicina a dove attualmente si trova il cimitero e la chiesa di S. Stefano Protomartire.

Il declino dell’Impero romano e della vicina Peltinum, ha profondamente trasformato l’economia della zona.

Nell’alto medioevo, il notevole aumento della popolazione si deve all’insediamento dei monaci benedettini sulla piana di Campo Imperatore nel Convento di S. Maria del Monte (denominato "Convento di Casanova" dagli anziani del paese) ed alla loro attività volta alla bonifica del territorio ed all’incentivazione della pastorizia. Come conseguenza si ebbe anche la nascita di piccoli borghi fortificati, posti spesso in posizioni strategiche per controllare facilmente il vasto territorio.

Nel XVI secolo il paese di Santo Stefano di Sessanio apparteneva alla Baronia di Carapelle e, nell’anno 1415, fu dato in feudo ad Antonio Tedeschini Piccolomini conte di Celano. La famiglia Piccolomini mantenne il borgo per oltre 150 anni fino al 1579, quando venne ceduto alla famiglia Medici.

Sotto i Medici il paese ebbe il periodo più fiorente della sua storia. Si deve a questo periodo la costruzione del perimetro difensivo fatto di case-mura e delle principali porte di accesso al paese. A tutt'oggi la porta di accesso alla piazza medicea reca lo stemma della Signoria di Firenze.

Oltre agli ampliamenti architettonici, si ha anche un notevole aumento di interesse per i prodotti della zona e della famosa lana nera (detta carfagna) che spinge molti mercanti fiorentini ad incrementare i lori affari in queste zone. E’ così che si assiste alla nascita del fenomeno della "transumanza" che, nel periodo estivo, sposta milioni di capi di bestiame dalle vicine puglie verso i pascoli abruzzesi.

Dopo due secoli di proprietà dei Medici, il paese entra a far parte del Regno delle Due Sicilie diventando patrimonio privato del Re di Napoli. Nel 1810, dopo l’Unità d’Italia, diventa comune.

La fine della transumanza, nella metà del secolo scorso, segna la fine della prosperità di Santo Stefano di Sessanio e di tutti i paesi della zona basati sulla pastorizia.

Ha così inizio una fase di profonda crisi socio-economica che porta velocemente la popolazione ad emigrare verso paesi esteri. Degli oltre 1500 abitanti di Santo Stefano all’inizio del secolo, moltissimi sono emigrati verso Francia, Germania, Belgio, Stati Uniti e Canada, paesi che promettevano le maggiori possibilità di lavoro.

Durante la seconda guerra mondiale, il paese è stato usato dalle truppe tedesche come punto di osservazione privilegiato, installando nella "Casa del Capitano" il proprio quartier generale.

L’uso della Torre permetteva di avvistare i movimenti di truppe per molti chilometri, ravvivando così la funzione che ha avuto fin dalla costruzione.

La fase di emigrazione continua massiccia anche dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, riducendo drasticamente la popolazione residente. Oggi il paese conta non più di 100 abitanti, in maggioranza anziani.

Nel corso degli anni 70 si ha un notevole declino delle attività economiche della zona, fortemente contrastate dalla posizione geografica sfavorevole.

Nel 1974 si svolge la prima edizione della Sagra della Lenticchia che ottiene un successo insperato, anche e soprattutto a causa della particolarità e della bontà delle lenticchie che crescono nel terreno circostante il paese, a ragione considerate le uniche rivali delle più conosciute lenticchie di Castelluccio.

mujer
00venerdì 11 luglio 2008 14:47
sergio.T
00venerdì 11 luglio 2008 15:50
Qui ci si torna eh! non e' detto che ritrovi il mio amico cane: quell'imperturpabile cane ( cane? direi orso) che mi fece sobbalzare dallo spavento mentre lui, beato, incomincio' a trotterellarmi a fianco come nulla fosse.
Ah cane briccone! magari questa estate ci rivediamo e non mi freghi piu!
sergio.T
00venerdì 11 luglio 2008 16:32
Un paese intero come casa.
e poi che posto! che borgo! un paesino saliscendi tutto d'incanto.
Sembra di vivere in un altra dimensione, in un altro tempo.
Ricordo quella sera in quella piazzetta. Chiamarla piazza!!!?? piuttosto un salttino casa, un focolare, un posto accoglientissimo.
Silenzio, il cielo, queste luci soffuse alle finestre.
Ecco il paese intero diventa casa!
sergio.T
00giovedì 9 aprile 2009 09:08
Dispiace immensamente saperlo colpito dal terremoto.
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