Hai mai scritto una storia per ragazzi?

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ncesca
00mercoledì 16 maggio 2007 15:42
GLI SCRITTORI
Storie di vento è un progetto editoriale che sto portando avanti da alcuni mesi, per la realizzazione di unantologia di racconti destinati ai ragazzi dagli 8 agli 11 anni, in cui il vento è lelemento cardine. Il lavoro sarà composto da otto storie, una per ogni vento della rosa dei venti che, con le sue reali caratteristiche atmosferiche, crea lambientazione del singolo racconto (ad es. se si scrive una storia con la tramontana, occorre tener presente che è un vento freddo e asciutto che spira dal nord e comporta cielo limpido). Dunque, mentre cé unampia possibilità di scelta per quanto riguarda i protagonisti e la trama di ogni singola storia (che può essere di fantasia, comica, drammatica o anche un giallo), latmosfera che si respira nel racconto deve essere definita dagli elementi del vento prescelto.

GLI ILLUSTRATORI
Contemporaneamente alla selezione dei racconti, sto scegliendo anche gli illustratori che, con i loro lavori, abbelliranno lantologia.
Per partecipare alla selezione è sufficiente spedire via mail la scannarizzazione di un disegno ad acquarello su uno dei venti della rosa dei venti. Contatterò dopo il 10 giugno gli autori dei disegni migliori, a cui girerò direttamente le storie da illustrare con due disegni.

IL CIRCOLO LETTERARIO BEL-AMI
Proporrò lantologia con i migliori racconti, corredati dai disegni, al Consiglio Direttivo del Circolo letterario Bel-Ami (www.bellami.it) che, se lo riterrà idoneo, lo presenterà, con il suo patrocinio, alle case editrici con cui è in contatto per uneventuale pubblicazione.

CHI PUÒ PARTECIPARE
Chi ha piacere di scrivere e di disegnare.
Chi ha gusto nel mettersi alla prova.
Chi desidera scommettere su una iniziativa che, se andrà in porto, permetterà di veder pubblicato il proprio lavoro.

CHI NON PUÒ PARTECIPARE
Chi mi fa perdere tempo.
Chi non ha spirito di iniziativa.
Chi non ha fantasia.

RICAPITOLIAMO:
Target: ragazzi 8-11 anni
Titolo: Storie di vento
Cartelle: da tre a cinque
Disegni: 1 scannarizzato
Termine: 10 giugno
Spedire: ncesca@gmail.com  mettere in oggetto il nome del vento prescelto

Sono a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento e aspetto fino al 10 giugno 2007 i vostri racconti e disegni tramite mail.

Vi aspetto,

Francesca
www.ncesca.wordpress.com
mujer
00mercoledì 16 maggio 2007 16:44
ciao ncesca
sì, ho scritto storie per ragazzi, qualcuna, le ho scritte in determinate occasioni, alcune per passare dei pomeriggi di quartiere e fare in modo che le ragazze e i ragazzi potessero disegnarle, altre per regalarle ai nipoti, in alternativa ai giocattoli consumistici di cui sono nauseati.
le storie che hanno avuto più successo, però, sono state quelle scritte in libertà, leggere e senza troppi messaggi reconditi.
Niente vento, freddo, umido o forza, piuttosto una casa, una mamma, una bambina o un bambino e una strega.
Perchè le storie per i ragazzi e le ragazze devono contenere quelle tre parole magiche: io, il bene e il male.
Altrimenti la storia è una palla e i ragazzi e le ragazze ti fanno una pernacchia e vanno via.
E fanno pure bene.

Ah ncesca, non te l'ho ancora detto ma il tuo progetto non mi piace, è troppo precisino e pone troppi paletti.
Magari ti esce bene l'antologia e te la pubblicano pure ma, sinceramente, di veder pubblicata una mia storia non me ne puo' fregare di meno.
Tu dillo pure ai quattro venti (otto? ma ne sei sicura??)

ciao ciao
salvo95
00mercoledì 26 gennaio 2011 15:12
sto muginando su cosa fare oggi e dato che devo studiare storia me' venuto in mente che non ho mai letto favole, ho visto solo cartoni, e a volte mi nascondo dietro la porta e ascolto adri che le legge a sua nipotina e anche se sono grande mi piacciono molto. ieri su un blog di cucina dove ho qualche amica ci siamo chiesti se qualcuno ha gia' scritto un libro tipo favola su cosa mangiavano, e come, i grandi uomini quelli che sergio racconta ad esempio.
Tu che sai scrivere bene Julia perche non fai un libro cosi'? Ci sono miei compagni di scuola che leggono solo robe reali tipo di sport o di questo o quel personaggio ma quando ho raccontato cose che ho letto sull'Artusi e la Storia che ho trovato dentro oltre ai manicaretti erano molto interessati.
Dipende sempre dal modo di scrivere. Sto scoprendo che chi scrive pulito e semplice dopo un po' mi annoia. Mi piace trovare suspans o qualcosa di fantasioso anche nelle storie piu' vere.
Devo aver scritto sconclusionato ma in effeti non ho le idee tanto chiare.
Per essere piu' chiaro e meglio che faccio come mi hanno insegnato e cioe' mi racconto.
Parto da quando ascolto le favole dietro la porta: non è la favola del libro (ho controllato [SM=g8434] ) ma dentro ce' la regina Giovanna, o maria stuarda o caterina dei medici e cosa facevano e come si vestivano e dove vivevano e cosa mangiavano. Poi ci sono i vari Filippo e carlo con i loro regni e maneggi. qualche volta ho sentito la storia di dario ma adri non ne sa molto e la storia era un po' povera.
ci fosse un libro favola con napoleone o quel talleiran o giulio cesare o cavur o lombroso o gente cosi' non pensi che già fin da piccoli si potrebbe assorbire il passato attraverso il racconto di queste persone.
Forse ho scritto stupidate.
Ma ciao lo stersso.
mujer
00mercoledì 26 gennaio 2011 19:20
Uh, che idea che mi è venuta Salvo!
Puoi considerarti mio assistente scrivente, UFFICIO RIFACIMENTO FAVOLE!
Inizia tu se vuoi, puoi fare così:
prendi un personaggio, mettilo in fabula
- dagli un luogo
- fallo nascere, crescere e poi gli fai fare quello che vuoi
- racconta con chi vive, com'è e cosa fa
- metti tutti gli intrallazzi, i sotterfugi, le peripezie che ti piacciono
- cosa più importante: scrivilo in chiave comica!

vedrai che ci divertiremo
io recupero un po' di fiabe rielaborate e le metto qui

salvo95
00giovedì 27 gennaio 2011 08:25
[SM=g8179]
[SM=g8180]
AHHHHHHHHHHHH
MI TOCCA LAVORARE????
[SM=g11635]
ASPE' CHE VADO A SMAZZARMI A SCUOLA E INTANTO CI PENSO
[SM=g10203]
sergio.T
00giovedì 27 gennaio 2011 14:15
[SM=g8431] buonissima idea !
salvo95
00giovedì 27 gennaio 2011 17:48
mi e venuta unidea bomba mi documento e parto ma prima devo postaqre una ricetta che ho promesso
e usero tanti congiuntivi perche stamattina il prof mi ha fatto publici complimenti perche li so usare proprio bene.
sono propio sodisfatto
salvo95
00venerdì 28 gennaio 2011 06:56
storia dell'inventore dei remiggini
Tutti i bambini diventano remiggini, da San Remiggio ai primi di ottobre. Questo ai tempi che ero piccolo. Oggi già è cambiato tutto.
Tutto cambia in fretta come i ministri dell'istruzione: ministri non minestra anche se ce' un cordino che lega queste due parole. Ma lo racconto piu' avanti.
Tanto tempo fa, comincia propio così anche questa storia, c'era un fiume. Embe'?. Questo sembrava un serpente. Embe'?. Questo lo chiamavano "Tana", per tanti motivi che se li volete proprio sapere ve li diro'.
Il Tana andava e poi tornava sui suoi passi e poi riandava.
Aveva le acque allegre e freddissime che scavavano giorno dopo giorno una valle profonda nella terra sabbiosa e piena di conchiglie di tempi lontani, ma proprio lontani. La sua tana , o il suo letto come dicono i saputi, aveva per bordi alte rive detti calanchi di terra rossa, veri strapiombi verticali come montagne e anche trappole.
Ogni mattina un bimbotto magrissimo e lungo lungo per la sua età si affacciava su questa balconatae guardava in basso e poi lontano ma non riusciva mai a vedere al di la' di quel monte al di la' del Tana.
Era stato battezato Michele, ma lo chiamavano tutti Gambasecca, qualcuno anche testamatta perche' faceva tante domande e sembrava sempre che dai suoi occhi nerissimi uscissero i suoi pensieri.
Perche' Gambasecca pensava, pensava: non aveva altro divertimento.
Allora mica si andava all'asilo o a scuola se a casa papa' era ciabattino di un piccolo paese.
Veramente Gambasecca aveva un lavoro: con un gatto tigrato, spelachiato, orbo d'un occhio e con solo un pezzo di coda, portava tutte le mattine a pascolare le 9 mucche di Trumlìn. Il gatto lo chiamava Bigàtt.
Quando la galaverna di novembre faceva battere i denti,Bigatt anche se piutosto selvatico saliva sulle spalle a Gambasecca e così tutti due si scaldavano un po'e quando lo stomaco brontolava da sotto il pastrano del bisnonno, che gli strisciava perterra, tirava fuori una scodella di stagno tutta ciaccata e dalla tasca della giachetta una manciata delle ultime foglie dei fichi e qualche noce, convinceva la Slemba a fermarsi vicino a un grosso sasso e si mungeva un po' di latte per se' e il gatto.Colazione, pranzo e merenda, tutti i giorni cosi'.
Il dondolon dei campanacci e le fusa di bigatt, specie quando per il freddo Gambasecca si acuciava a terra, con il pastrano anche in testa,
e sognava dei regni al di la' del monte del Tana, perchè allora cerano tanti re e castelli pieni di ogni bendidio.

mujer
00sabato 29 gennaio 2011 14:38
Bell'inizio, non vedo l'ora di leggere il seguito.
(suggerimento: misto di biografia e fantasia funziona sempre)
bravo per i congiuntivi!
salvo95
00sabato 29 gennaio 2011 18:59
Mentre dormichiava sognava del bendidio dei signori e sopratutto un bel piatto di minestra calda, quella con i fagioli e i pezzi di maiale dentro, quella che tutte le sere Berto il figlio di Trumlin mangiava seduto sullo scalino della stalla quando riportava le 9 mucche.
Una sera gli ando' propio bene. Arrivato in stalla trovo' il piatto di minestra posato sul solito scalino, ma Berto non c'era e allora sela mangio' in fretta e poi nascose il piatto sotto il letame.
comesientra
00lunedì 7 febbraio 2011 12:00
ta-dan!
Berto arrivò, però, proprio in quel momento che con aria furtiva si puliva con una mano la bocca e l'altra la strofinava vigorosamente sui pantaloni per staccare il letame rimastogli a prova del crimine.
E allora...
salvo95
00martedì 8 febbraio 2011 07:37
ALLORA come si dice se le suonarono di santa ragione o, visto come ando' a finire, "giu' botte da orbi..." e anche la Nera partecipo' alla rissa visto che, infastidita dai ripetuti colpi sfuggiti ai due contendenti e piovuti a casaccio sul suo posteriore, penso' di risolvere la cosa alzando la sua zampa posteriore ed assestando a caso
un bel colpo.
Peccato che lo becco' Gambasecca ... e proprio in un occhio...
salvo95
00giovedì 10 febbraio 2011 07:53
Divento' cieco. E non porto' piu' al pascolo le nove mucche. Resto' solo perche' la sua mamma andava sempre nelle case dei ricchi a ricamare e il papa' si spostava nei mercati a riparare scarpe.
Si annoiava tanto in compagnia solo del suo gatto: si guardavano entrambi con l'unico occhio buono rimasto
salvo95
00giovedì 10 febbraio 2011 07:56
cera una cosa buona, pero': lui e Bigatt potevano pensare e al calduccio del fuoco di sterpaglia nella stufetta panciuta di ghisa si pensava proprio bene.
Uno dei pensieri era: domani mattina scendo giu' nella valle del Tana perche' voglio vedere il "serpente" da vicino, voglio toccare l'acqua,voglio nuotare. Voglio pescare.
salvo95
00giovedì 10 febbraio 2011 07:58
ieri ho aiutato a potare le viti e ho preparato le fascine di sterpaglie. Faro' cuocere le pizze appena saranno secche.
ciao gamba a poi. Devo pensare come andare avanti. E' difficile.
mujer
00venerdì 11 febbraio 2011 11:05
Non era semplice per Gamba decidersi. Ogni volta che provava a pensare al Tana si contorceva tutto come se il serpente lo possedesse.
- Oggi sarò sulla tua riva, fiume maledetto! - disse tenendosi la pancia con tale forza che Bigàtt scappò via miagolando dolorante.
Si preparò per bene; indossò stivali di gomma, una giacca di velluto verde e un berretto della Magneti Marelli. Pensò se non fosse il caso di portare un paio di guanti cerati ma si rese conto che non aveva mai avuto guanti simili.
- Avrei dovuto prendere quelli del Trumlin, quel bastardo - pensò.
Quando, finalmente, si decise aprì la porta e mise fuori la testa, la giornata era bella e il cielo pieno di cirri bianchi, corposi e alti.
Il corpo rimaneva incollato all'interno della casa e la testa vagava fuori. Sentiva quello che sentono in molti, il pensiero di partire e la voglia di restare.
Ci pensò Bugàtt a smuoverlo da quella situazione di stallo; era accovacciato sotto un albero ad annusare un animale che Gamba non riuscì ad individuare subito.
Aveva coda lunga, pelliccia morbida e muso affusolato.
Una volpe!
E corse.


Testo nascosto - clicca qui

mujer
00giovedì 17 febbraio 2011 19:21
Gamba decise di seguire Bigàtt e Zorro - nell'affanno della corsa aveva trovato per la volpe questo nome non proprio originale visto che è così che si chiama la volpe in spagnolo - e non pensò alla paura di raggiungere il fiume Tana.

- Ferma Bigàtt! - urlò con la voce spezzata.

Ormai riusciva a vedere soltanto le foglie che si muovevano al passaggio dei quadrupedi, veloci e leggere che, richiudendosi al suo passaggio, sembravano indicare un segno premonitore: "Fermati, Gamba, fermati!"
Certi simboli, quando si presentano così chiari, non sono di facile interpretazione.

Nel frattempo, sul fiume Tana, si era creata una strana combinazione di eventi. Nell'ansa in cui le sponde parevano toccarsi, le acque prendevano una velocità anomala e, sulla riva, si intravvedeva un'ombra che, a occhio nudo, prese le sembianze di una donna alta con abito nero.
salvo95
00domenica 20 febbraio 2011 10:56
aime'
penso' Gamba, con me. Mi tocca proprio fermarmi a pensare.
Una nuova strada per superare la donna nera.
Un nuovo amico per non aver paura della valle del Tana diventato cosi' impaurente?
Ma dove sono ograndi quando si hanno domande e non si e' capaci di trovare risposte?
La volpe: un amico volpe non e' male. Ma la volpe e' cosi' furba come si dice o e solo un altra che scantona i pericoli per tirare avanti?
L'unica pianta della zona che puo' riparami in febbraio e' il vecchio nocciolo carico di "bigatt" che sarebbero poi i fiori. Cosi' pensa Gambasecca perchè lui sa che bisogna assolutamente essere invisibili quando non si hanno armi o capacita' per difendersi.
Pero' quell'ombra nera potrebbe essere un vecchio pioppo ricoperto e "mangiato"dall'edera. E l'edera con i suoi grossi rami pelosi e
le foglie grandi lucide scure puo' essere un nascondiglio per fermarsi.
Ma, cuinta'cc, quell'ombra e' pericolo o salvezza?
Gamba guarda nell'occhi sano il gatto che lo riguarda nell'occhio sano.
Miaooo.....
avrei fame.
mujer
00venerdì 25 febbraio 2011 18:15
Bigàtt si mostrò interessato alle paure di Gamba. I gatti hanno quella capacità tutta felina di annusare l'odore della strizza.
Non capiva, però, cosa impaurisse tanto il proprio compagno - ché a definirlo padrone gli sembrava troppo formale - e perchè se ne stesse lì impalato a guardare verso un'edera rampicante che non aveva nulla di speciale.
- Questo ragazzino mi farà morir di fame - pensò e scattò verso un movimento percepito prima di sentirne il suono.

Gamba non poté fare a meno di seguire con lo sguardo il suo gatto - lui sì lo considerava suo e ne rivendicava il possesso nell'illusione che, l' essere padrone di Bigàtt, potesse assicurargli la sua fedeltà incondizionata - che si avvicinava pericolosamente all'ombra nera che nascondeva qualcosa di inquietante.

Il movimento produceva, ora, un lamento ininterrotto che attirò Bigàtt e atterrì Gamba.

- L'ombra nera è viva - pensarono all'unisono e si guardarono.
salvo95
00lunedì 21 marzo 2011 18:26
Tutti i sensi all'erta, tutti i peli ritti, orecchie e occhi,due in tutto, ben spalancati. La paura...beh, strano ma se n'era andata.
Pericolo? Il suono flebile ma rabbioso non era dentro l'albero ma tutto intorno.
BIgatt si acquatto' a terra e il suo pelo si confuse subito col colore delle foglie accomulate da tanti inverni.
"vorrei essere anch'io piccolo e invisibile"
"vorrei che 'sto umanucolo puzzolente sparisse, perchè mi spaventa un'eventuale cena..."
Il rumore cresceva e cambiava: ora sembravano fischi e raschi.
E smuovere di rami e foglie.
mujer
00martedì 19 aprile 2011 10:51
- Scappo, ora prendo e scappo, ecco, ora, è il momento, aspetta, e se, devo vedere, non è che scappo e.

- Attacco, ecco, sono pronto, ora, è il momento, forza, vado a vedere, ora attacco.
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