Elizabeth Strout - Premio Pulitzer 2009

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carla b.
00giovedì 1 ottobre 2009 17:03
OLIVE KITTERIDGE



In un angolo del continente nordamericano c'è Crosby, nel Maine: un luogo senza importanza che tuttavia, grazie alla sottile lama dello sguardo della Strout, diviene lo specchio di un mondo più ampio. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull'Oceano Atlantico c'è una donna che regge i fili delle storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È Olive Kitteridge, un'insegnante in pensione che, con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltipllcarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell'animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; Christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione, e una croce. E ancora, le due sorelle Julie e Winnie: la prima, abbandonata sull'altare ma non rassegnata a una vita di rinuncia, sul punto di fuggire ricorderà le parole illuminanti della sua ex insegnante: "Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi". Con dolore, e con disarmante onestà, in "Olive Kitteridge" si accampano i vari accenti e declinazioni della condizione umana - e i conflitti necessari per fronteggiarli entrambi. E il fragile, sottile miracolo di un'alta pagina di storia della letteratura, regalataci da una delle protagoniste della narrativa americana contemporanea, vincitrice, grazie a questo "romanzo in racconti", del Premio Pulitzer 2009

[SM=g9035]

Letto nei giorni scorsi.
Uno di quei libri che ti scalda il cuore, ti coccola..
Olive Kitteridge è uno di quei personaggi che ti restano nel cuore.
[SM=g8431]
mujer
00giovedì 1 ottobre 2009 17:07
L'avevo incrociato e mi aveva incuriosito
Lo prenderò.

ciao Carla
sergio.T
00venerdì 2 ottobre 2009 09:28
Ciao Carla, io non conosco il libro che proponi ma mi sembra una lettura invitante.
Lo prendero' e lo leggero' magari scambiandolo con Julia ( con quello che costano i libri e' meglio passarseli)
Se ogni tanto hai dei libri da consigliare postali pure: diventa sempre piu' difficile andare a scovarli in mezzo a milioni di pubblicazioni inutili.
Quando vado su ibs o in una libreria, oramai, mi e' venuta meno la voglia di consultare gli infiniti banconi delle novita'.
Sono troppi e quasi sempre deludenti.
Allora tanto vale il passa parola tra amici.

Tipo Eugenio Corti che ho postato qualche giorno fa: me lo ha consigliato un mio cliente che ne parla molto bene.
Poi puo' capitare che un consiglio non si addica ai tuoi gusti ma questo fa parte del gioco.
carla b.
00venerdì 2 ottobre 2009 11:17
E si..Olive è un personaggio come pochi..un donnone grande e grosso,
burbera, con una scorza dura, ma capace di commuoversi alla fioritura annuale dei suoi tulipani, temuta dai suoi allievi, ma ricordata da questi dopo anni e anni.
Una lettura veramente bella
sergio.T
00lunedì 5 ottobre 2009 14:23
Domenica mattina a Lovere, nella piccola libreria Mondadori sul lago, Julia ha chiesto e trovato subito questo libro.
L'abbiamo comprato e dando una veloce scorsa alla seconda di copertina, mi sembra una lettura decisamente invitante.
L'arduo parere , dunque, a Julia!!!
Da notare una cosa: persino la commessa , prendendo in mano il libro, ha detto che in molti ne parlano bene e che lo leggera' anche lei sicuramente.

sergio.T
00martedì 6 ottobre 2009 09:46
come sono le prime pagine?
mujer
00martedì 6 ottobre 2009 09:52
Belle, scrittura semplice. Iniziato ieri sera.
sergio.T
00martedì 6 ottobre 2009 10:26
Bene, poi ce li scambiamo tutti questi libri qui. [SM=g8950]
carla b.
00martedì 6 ottobre 2009 10:35
Insieme ad Olive, ho comprato anche Amy e Isabelle, l'altro (e unico...) libro della Strout pubblicato in Italia.
A breve leggerò anche questo e vi saprò dire [SM=g9058]
sergio.T
00martedì 6 ottobre 2009 10:42
ha qualche cosa a che fare con la Proulx? ( autrice che non e' piaciuta a Julia).
Forse perche' essendo tutte e due statunitensi go fatto questa associazione.
O forse perche' donne.
O forse perche' i temi possono avvicinarsi ( per certi versi)

L'eleganza del riccio, ad esempio, ( mi sembra che lo avessi consigliato tu, Carla) e' piaciuto molto a Julia e molto a meno me ( detestavo quella portinaia snob piu' borghese dei borghesi).

Una domanda che ho fatto anche a Julia: non c'e in queste scelte una sorta di ricerca di letteratura femminile?
senza pregiudizi, naturalmente, mi incuriosisce questo aspetto.
Anche Julia tira fuori molte autrici donne.

carla b.
00martedì 6 ottobre 2009 11:24
Della Proulx ho letto solo Avviso ai naviganti (che mi era piaciuto molto) e, per quel che ne capisco, non ha niente a che vedere con la Strout.
Differenti modi di narrare, bravissime entrambe, ma ognuno a modo suo.
L'eleganza del riccio...o lo ami o lo odi. Io l'ho amato e ho amato pure la portinaia. Per me quel modo di raccontarla e di esasperare il lettore con la continua esibizione della sua cultura nascosta e inaspettata è stato proprio un giochetto della scrittrice.
Andava solo capito [SM=g9058]
Per il discorso della scrittura al femminile, boh...anch'io, ultimamente, sto leggendo molto "in rosa".
A cominciare dalla Oates, che ritengo una delle migliori (forse la migliore) scrittrici viventi, per passare alla Nemirovsky, poi ho scoperto la Du Maurier, altro genere, altra scrittura, ma comunque da leggere (capolavoro la sua Rebecca, la prima moglie), la Shine, leggera e frizzante, ho letto anche Betty Smith con il suo classico e bellissimo Un albero cresce a Brooklyn, poi ne ho lette altre negli ultimi mesi, poi mi tornano in mente [SM=g9035]
sergio.T
00martedì 6 ottobre 2009 11:46
La Proulx a me piacque molto. Avviso ai naviganti e Cartoline , i miei preferiti.
La Proulx scrive molto sulle saghe familiari o di territori. Le sue ambientazioni sono solitamente " tradizionali".
Parla di gente di una volta.

La Strout e' sicuramente diversa dato che avendole lette entrambe tu hai questa impressione.
L'associavo probabilmente per l'ambientazione: una piccola localita' del Maine come specchio di un mondo piu' vasto.
Allora mi e' venuto in mente la Proulx con quei personaggi della Terranova intesa come un piccolo mondo parallelo.

sergio.T
00giovedì 8 ottobre 2009 16:51
Intervista
Intervista a Elizabeth Strout, premio Pulitzer 2009

Destinata a raccogliere la stessa popolarità di romanzi leggendari come “Via col vento” di Margaret Mitchell, “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway e “Amatissima” di Toni Morrison, “Olive Kitteridge” è il patchwork di racconti scritti dalla scrittrice americana Elizabeth Strout, arrivata in Italia per presentare il suo romanzo, vincitore del Premio Pulitzer 2009. Fazi editore ne ha già vendute 40mila copie, arrivando a ristamparla 5 volte in 2 mesi. Noi di Booksblog, l’abbiamo intervistata per saperne di più.

Cos’ha il romanzo “Olive Kitteridge” che piace tanto alla gente?
Penso dipenda dal fatto che rappresenta e descrive sentimenti universali, con i quali la gente si confronta normalmente nella propria vita. Racconto quello che molte persone non hanno a volte il coraggio di esprimere, navigo nella profondità delle emozioni.

Come è nato?
La prima immagine che ne ho avuto è stata quella di lei al tavolo del picnic durante il matrimonio del figlio Christian, mentre desiderava che finalmente tutti gli invitati se ne andassero. Non è sempre in primo piano nei racconti che conpongono il romanzo perchè è un personaggio cosi forte e duro che ho voluto dare delle pause al lettore. Inoltre nella vita i punti di vista sul mondo sono sempre molteplici.

Olive è servito a Elisabeth per comprendere meglio se stessa e la sua vita?
Si dovendo entrare in profondità nel personaggio ho dovuto conoscere meglio me, utilizzare le mie esperienze per immaginare le sue.

Il romanzo sembra indagare sul dolore umano: ma c’è un luogo dove trova terreno più fertile? E cosa serve per fronteggiare la pace e i conflitti?
Pazienza e amore. E magari qualche donuts! Nel libro ce ne sono molti perché non mangiavo che quelli quando l’ho scritto, stando per la maggior parte del tempo in un piccolo cottage sulla spiaggia, a Cape Code, nel Massachuttes. Ero senza tv, senza radio, con me avevo solo tre libri di Graham Greene e molti donuts!

Dopo l’unanime consenso di critica ricevuto per tutte le sue opere e dopo essere stata finalista ai più importanti premi letterari americani (Orange Prize, PEN/Faulkner Prize e Critical Book Award), quando ha scritto “Olive Kitteridge” credeva diventasse la “Spoon River” di Elizabeth Strout?
No!! Stavo solo cercando di scrivere il romanzo migliore che fossi in grado di scrivere.

Come lavora, quando scrive a chi si ispira Elisabeth?
Sono molto metodica, cerco di lavorare la mattina, per tre ore al giorno o per almeno tre pagine. Gli scrittori cui mi ispiro sono soprattutto George Elliot, Alice Munroe, Lev Tolstoj e Philip Roth.

In “Olive Kitteridge” c’è l’idea di un’America insicura: quale?
Me lo hanno gia detto, ma non credo. Olive è una donna spesso spaventata, anche dai cambiamenti in atto nel paese, ma il libro non descrive un paese spaventato.

Ha detto che in molte occasioni si è sentita imbarazzata di essere americana: quando?
Negli ultimi anni, a causa della presidenza Bush, specie per via della sua politica estera.

Quale futuro vede per l’America?
Non so quale sarà il nostro futuro. Spero i democratici possano continuare a governare. In ogni caso non credo gli Stati Uniti possano rappresentare un modello cui ispirarsi oggi.

Elisabeth Strout

mujer
00lunedì 12 ottobre 2009 11:46
Sono indecisa su Olive. Me la sto curando - come direbbe il Sergio - ma lo faccio a debita distanza.

Il libro è carino, i personaggi un po' stereotipati, ma la stesura a "salti" mi piace, spiazza all'inizio pero è gradita quando hai familiarizzato.
Vediamo se, dai cliché, la Strout saprà sfruttare la sorpresa - così rara di questi tempi-.
sergio.T
00lunedì 12 ottobre 2009 12:04
e' gia' tanto che sei indecisa.
La Proulx me la bocciasti subito.

mujer
00lunedì 12 ottobre 2009 12:14
ahahahah
hai ragione! [SM=g7088]
sergio.T
00lunedì 12 ottobre 2009 12:17
La Stoult e' meglio della Proulx sicuramente, a questo punto.
Lo si capisce dalla tua reazione.
sergio.T
00venerdì 16 ottobre 2009 11:40
come va?
mujer
00venerdì 16 ottobre 2009 11:55
bene grazie [SM=g8455]
mujer
00lunedì 19 ottobre 2009 13:48
sono quasi alla fine...
mah, mbeh, mmsì, però, mmmm, ebbene, mmmcerto, mah... [SM=g11120]
carla b.
00lunedì 26 ottobre 2009 11:06
Alura? Il verdetto finale? [SM=g10608]
mujer
00giovedì 29 ottobre 2009 14:38
Eccolo:

La Strout è bocciata.
(premetto che, fossi in te, non darei troppo peso al mio giudizio lapidario, attinge alla mia rigidità letteraria, prendila con le pinze)

Spiego il perchè di questa mia antipatica troncatura.

Si vede che all'inizio, l'idea che la Strout aveva del suo insieme di racconti (eh già, si nota che sono stati scritti in tempi e in luoghi diversi) doveva essere parecchio brillante, limpida, piena di buoni propositi.

La Sigra Olive, personaggio tondo intorno a cui dovrebbero ruotare le storie, diventa via via più spigoloso.
Verso la fine del libro, addirittura, la Strout dimostra che non vede l'ora di sbarazzarsene, tanto le è venuta a noia la "madre onnipresente".

Se il principio dell'opera è da curiosa lettrice che spegne l'abat jour a notte inoltrata, verso la fine quella lettrice lì si trova a poggiare il libro sul cuscino perchè distratta dal sogno di una donna lontana mille miglia dalla Olive e da tutta la banalità che le ronza intorno.

Le scrittrici contemporanee sembrano cercare una "vita nova" che non sono in grado di rappresentare.
Dovrebbero scrivere di panni stesi e di conserve andate a male...

(non ti intimidire Carla, ti ringrazio del consiglio e ne attendo altri)

un abbraccio
sergio.T
00giovedì 29 ottobre 2009 15:16
ah, dopo la Proulx bocciata anche la Strout. Fa anche rima! [SM=g8180]
mujer
00giovedì 29 ottobre 2009 15:25
La passo a te.
Magari ti piace, anzi, ne sono certa! [SM=g7088]
sergio.T
00giovedì 29 ottobre 2009 15:29
Si, si, passamela, la leggo, perche' no. A me la Proulx di Avviso ai Naviganti e di Cartoline non mi era affatto dispiaciuta. Speriamo cosi' anche per la Strout. [SM=g8950]
carla b.
00martedì 3 novembre 2009 18:48
Urca...mi ritiro a leggere King con Sergio [SM=g8434]

sergio.T
00mercoledì 4 novembre 2009 09:03
Ciao carla. Sembra che a Julia le scrittrici americane ( statunitensi) siano poco simpatiche. Mi ricordo che le regalai Cartoline della Proulx. Non l'ha nemmeno finito di leggere, mi sembra. Come vedi con la Strout e' andata meglio. L'ha letto tutto!!! [SM=g8950]
mujer
00mercoledì 4 novembre 2009 13:16
soffro di pregiudizi culturali [SM=g10529]
(certo che è vero che "en casa de herrero, chuchillo de palo". l'equivalente di: "a casa del maniscalco, coltello di legno")

Comunque non è la cittadinanza che mi condiziona ma la visione delle statunitensi contemporanee. Appena trovo un po' di tempo ne faccio una riflessione con sfondo culturale. Promesso.
sergio.T
00mercoledì 4 novembre 2009 14:53
[SM=g8950]
comesientra
00martedì 10 novembre 2009 09:50
Sto leggendo Olive K. La Proulx non mi piacque. Temo di aver troppe aspettative per la Strout, ma, per ora, la sua scrittura ha le due caratteristiche che mi avvincono.
A.
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