Dino Campana

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mujer
00sabato 13 giugno 2009 23:50
LA GIORNATA DI UN NEVRASTENICO (Bologna)

La vecchia città dotta e sacerdotale era avvolta di nebbie nel pomeriggio di dicembre. I colli traspiravano più lontani sulla pianura percossa di strepiti. Sulla linea ferroviaria si scorgeva vicino, in uno scorcio falso di luce plumbea lo scalo delle merci. Lungo la linea di circonvallazione passavano pomposamente sfumate figure femminili, avvolte in pellicce, i capelli copiosamente romantici, avvicinandosi a piccole scosse automatiche, rialzando la gorgiera carnosa come volatili di bassa corte. Dei colpi sordi, dei fischi dallo scalo accentuavano la monotonia diffusa nell’aria. Il vapore delle macchine si confondeva colla nebbia: i fili si appendevano e si riappendevano ai grappoli di campanelle dei pali telegrafici che si susseguivano automaticamente.

Dalla breccia dei bastioni rossi corrosi nella nebbia si aprono silenziosamente le lunghe vie. Il malvagio vapore delle nebbia intristisce tra i palazzi velando la cima delle torri, le lunghe vie silenziose deserte come dopo il saccheggio. Delle ragazze tutte piccole, tutte scure, artificiosamente avvolte nella sciarpa traversano saltellando le vie, rendendole più vuote ancora. E nell’incubo della nebbia, in quel cimitero, esse mi sembrano a un tratto tanti piccoli animali, tutte uguali, saltellanti, tutte nere, che vadano a covare in un lungo letargo un loro malefico sogno.

Numerose le studentesse sotto i portici. Si vede subito che siamo in un centro di cultura. Guardano a volte coll’ingenuità di Ofelia, tre a tre, parlando a fior di labbra. Formano sotto i portici il corteo pallido e interessante delle grazie moderne, le mie colleghe, che vanno a lezione! Non hanno l’arduo sorriso d’Annunziano palpitante nella gola come le letterate, ma più raro un sorriso e più severo, intento e masticato, di prognosi riservata, le scienziate. […]

sergio.T
00lunedì 15 giugno 2009 09:06
niente male come giornata...

Non ho mai letto Dino Campana: forse qualcosa a scuola ma non me lo ricordo.
mujer
00giovedì 18 giugno 2009 10:01
MONTAGNA - LA CHIMERA


Tu tra le rocce il tuo pallido
Viso traente sorriso
Da lontananze ignote:
Tu ne la china eburnea
Fronte fulgente, o giovane
Suora della Gioconda:
(Tu de le Primavere
Spente, per i tuoi mitici pallori
O Regina, o Regina adolescente)…
Oh! per il tuo ignoto poema
Di voluttà e di Dolore
Musica fanciulla esangue,
Segnato di linea di sangue
Nel cerchio delle labbra sinuose
Regina de la melodia.
Oh! invano per vergine capo
Reclino io poeta notturno
Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo
Io fiso al tuo dolce mistero
Io fiso al tuo divenir taciturno

Oggi una fiamma pallida
Entro i capelli viventi
Sul Suo profondo pallore
O Estate che ardi nei cieli
Tu accendi per suo corpo eburneo:
A la regina dei sogni che appare nei vaghi suoi veli.

da Canti Orfici
mujer
00giovedì 9 luglio 2009 08:47
Mi sono sempre battuto in condizioni così sfavorevoli che desidererei farlo alla pari. Sono molto modesto e non vi domando, amici, altro segno che il gesto. Il resto non vi riguarda.

da Storie, I
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