Biografia
Sono nato a Roma, il 24 Maggio 1953, ma la mia famiglia è sarda, e i padri dei miei padri provenzali e i loro avi spagnoli, e ho sempre desiderato vivere in una città che non c'è, perchè è Barcellona, con il quartiere Castello di Cagliari, la cattedrale di Alghero, un mercato provenzale e il porto di Lisbona. A scuola sono sempre stato rimandato o bocciato, finchè mio padre non mi ha affidato a Guglielmo Martucci, l'uomo che sapeva tutto, ed era stato, a sua volta, il suo professore di filosofia. Guglielmo era un genio di periferia, con i capelli da Einstein e il corpo deformato del gobbo di Notre Dame, perchè da bambino era caduto da un albero. Abitava in capo al mondo, distanza che veniva coperta da cinque autobus al giorno, andata e ritorno, e mi ha insegnato due cose: la prima, che studiare può essere più strabiliante della donna baffuta del circo; la seconda, che la periferia di una grande città nasconde dei monumenti umani, mentre il centro solo dei monumenti.
Mi sono diplomato privatamente a diciassette anni e sono andato a vivere da solo, in una camera dalle parti di piazza Navona. Per mantenermi ritiravo sacchi di monetine dalle macchinette Faema sparse per gli uffici della città e le rifornivo di zucchero, bicchierini e caffè; facevo l'aio di bambini di famiglie signorili (oggi si direbbe baby-sitter); la notte, per tre anni, sono stato praticante non riconosciuto per quotidiani secondari nelle tipografie a piombo di una volta. Più dei cronisti, i miei maestri sono stati i grandi tipografi che mi hanno insegnato che si può tagliare chiunque, e forse, prima ancora d'imparare a scrivere, ho imparato a tagliarmi.
Molti anni dopo ho appreso che anche questo è un vizio, e conduce alla perfezione lapidaria della pagina bianca. Lo stile, credo, si raggiunge infondendo temperanza fra i due estremi.
Da ragazzo ho letto i romanzi che ho più amato: "Martin Eden" di London, "Le illusioni perdute" di Balzac, "Alla ricerca del tempo perduto" di Proust, "Demian" di Hesse, le "Conversazioni in Sicilia" di Vittorini, "Tonio Kroger" di Mann, "Il Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa, "Lo straniero" di Camus e tutti i romanzi di Dickens pubblicati in Italia. Le "Memorie di Adriano" della Yourcenar, invece, Stendhal, i russi, la narrativa americana (Conrad e Melville) e in particolare quella sudamericana, a partire da "Cent'anni di solitudine", li ho letti dopo. Da ragazzo mi sono abbeverato a tutti i racconti di Poe, di Buzzati, di Calvino, di Cechov. Alle poesie di Rilke, di Borges, di Silvia Plath, di Eluard, di Neruda e di Evtušenko, e soprattutto di Giovanni Pascoli.
L'amore per Pascoli e per la letteratura lo devo a mio padre e alla sua voce che tremava leggendomi "La pecorella smarrita" o "Tra San Mauro e Savignano" e alla sua sfavillante biblioteca.
Sono entrato in analisi freudiana all'età di quattordici anni perchè diventavo rosso quando parlavo con le ragazze. Ho partecipato alla prima terapia di gruppo in Italia, al Policlinico Gemelli, all'età di sedici anni, e una delle partecipanti, nella prima seduta, ha detto "Vorrei fare l'amore con lui." Tutti mi hanno guardato e sono diventato rosso come una lampada di cartapesta cinese, ma sono riuscito a dire "Veramente l'ho pensato anch'io di lei." Con la terapia di gruppo ho imparato a non mettere filtri fra ciò che si pensa e ciò che si dice.
Con l'analisi individuale ho imparato a mettere filtri tra ciò che si è e ciò che si sogna di essere. Oggi penso, comunque, che la vita sia la migliore maestra in circolazione e che la psicanalisi abbia un solo, grande difetto: quello di farti ripiegare su te stesso fino a farti ombra e, paradossalmente, a impedirti di crescere.
Sono stato iniziato al Krya Yoga, lo yoga spirituale, dall'allievo di Paramahansa Yogananda, un indiano di più di ottant'anni e dal sorriso senza tempo che sosteneva di essere stato mio figlio in una vita precedente. L'ho molto amato, ma non amavo i suoi discepoli come, generalmente, non amo le "scuole", le sette, i club e le lobby, comprese le spirituali.
Sono diventato giornalista professionista a ventun anni, il giorno dopo l'editore de "Il Globo" mi ha licenziato perchè, nonostante avessi scritto più di trecento articoli, mi ero permesso di fare l'esame sottraendomi alla mia condizione di "negro". Nonostante le promesse, la redazione non ha fatto un'ora di sciopero. La settimana successiva sono stato ricoverato per una broncopolmonite fulminante di origine sconosciuta e, dopo un mese tra la vita e la morte, sono stato salvato da un nuovo antibiotico non ancora in commercio. Grazie a questa esperienza ho scritto il mio primo racconto, s'intitolava "La sfida". Dal 1974 al 1976 ho inviato racconti e poesie a tutti i giornali d'Italia. Nessuno mi ha mai pubblicato o risposto. Nel 1976 "La Fiera Letteraria" mi ha pubblicato due poesie. L'articolo di presentazione cominciava così: "Chi lo dice che in Italia non esistono più poeti? Noi ne abbiamo scoperto uno…" Lo ricordo come uno dei giorni più emozionanti della mia vita.
Nel 1977 ho cominciato a lavorare per Radio Rai, per la quale sono sempre rimasto, in questi ventisei anni, un collaboratore esterno.
Da qualche anno mi dedico a ideare e realizzare show per la televisione. Faccio il mestiere che sognavo da bambino, anche se mi è sempre più difficile stupirmi come allora. Sono divorziato, con due figli, Francesco di 14 e Michele di 11, così diversi e inconfondibili da sembrarmi figli unici. Ho una compagna che si chiama Isabella e chi me la tocca muore, come c’è scritto sulle cabine dell’Enel. Presto vivremo insieme e questo rende tollerabile il fatto che si sia impuntata a nascere ad Aosta, che dista 587 km da casa mia. Abbiamo un pastore tedesco che si chiama Sara e ci fa meravigliosi dispetti. Ho scritto questo testo di getto e non lo rileggerò, se non per aggiornarlo ogni cinque anni, altrimenti ne ricaverei una pagina bianca, con un puntino pulsante, al centro. Delle storie amo l'antefatto e il mistero dopo la fine. Per quanto riguarda questa, se qualcuno già la sapesse, è pregato di non raccontarmela. Anche se lo considerasse un film così e così, è comunque il mio. E come finirà non voglio saperlo neanche in cambio di uno scoppiettante sacchetto di popcorn.
Bibliografia
Rumors (Rai-Eri, 1997)
Domino (Rai-Eri, 1998)
Jack Folla Alcatraz (Mondadori, 2000)
No (Bompiani, 2001)
Jack l'uomo della Folla (Mondadori, 2002)
Il Mercante di Fiori (Mondadori, 2002)
L'incosciente (Mondadori, 2003)
Jack Folla - Lettere dal silenzio (Mondadori, 2004)
Un amore all'inferno (Mondadori, 2005)
Zomberos (Mondadori, 2006)
Programmi radio
Spazio X - 1977
Mocambo Bar con Paolo Conte - 1978
Voi e io - 1978
Torno subito con Massimo Catalano - 1980
Torno subito 2 – 1981
La corsa dei levrieri parlanti – 1981
Viva la radio con Lella Costa, Francesco Pannofino, Michele Serra, Antonio Catania, David Riondino - 1982-1983
Lacrime con Rina Fianchetti - 1984
Gomitate - 1986
La domenica delle meraviglie con Gianni Agus - 1991
Gulliver, un musical con Cochi Ponzoni - 1992
Portofranco - 1993
Il Mercante di Fiori Radiofilm in 60 puntate – 1996
Rumors- Voci incontrollate con Gastone Moschin – 1996
Mio carissimo signor padre con Sergio Graziani – 1996
Domino Radiofilm in 50 puntate - 1997
Alcatraz -Un DJ nel braccio della morte- con Roberto Pedicini - 1999-2000
Jack, l'uomo della folla - 2002
Zombie – 2006
Programmi televisivi
1989 - I ragazzi della III C
1990 - La TV degli animali
1991 - Ghibli
1992 - Magazine 3
1993 - Natale al circo
1994 - Questa sera rischiamo anche noi
1995 - La televisione può attendere
2001 - Alcatraz
2001 - Francamente me ne infischio" con Adriano Celentano (coautore)
2005 - Rockpolitik
2006 - Non facciamoci prendere dal panico
Dal sito dell’autore.