Diario di un uomo libero

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mujer
00mercoledì 16 aprile 2008 16:11
- Provvederò al più presto.
Aveva mal di testa e picchiettava l'indice sui fogli formato A4, sporchi d'inchiostro stampante laser; un appunto a bordo pagina (Stefano 3294567823) copriva parte del documento. In quel punto diceva che la quota di ammortamento era stata calcolata al valore nominale degli immobili.
- Non si preoccupi, è tutto a posto.
Il picchiettio si fece più veloce, non è semplice camuffare l'impazienza quando la persona che parla non è presente.
L'indice era passato, ora, al colpetto frenetico del tempo scaduto.
- Come dice?
Non c'era verso di far capire all'altro che se si è lontani è difficile trattenere notizie, informazioni, aneddoti, versioni discordanti o concordanti, storie. E' difficile soprattutto se, dall'altra parte, chi parla non sta ad ascoltare.
- Lasci che le spieghi.
Niente da fare, le sue ragioni contro le mie, con l'unica differenza che le mie resteranno inascoltate mentre le sue sembreranno legittime. Quando sarà avvenuto che il mio indice si è messo a picchiare forte, portando tutta la mano, e il braccio e il corpo a battere sul tavolo, sui fogli A4, sulla tastiera e sul monitor, scorrendo sulle montagne di carta inutile, e a valle, e lungo le dorsali e attraverso i fiumi, fino al mare e ancora oltre, molto oltre?
-Click.
mujer
00giovedì 17 aprile 2008 17:53
Mancano due giorni, due soli giorni, e sarò finalmente su un aereo che mi riporterà in patria.
Torno per far conoscere mio figlio ai miei genitori, ai miei fratelli, agli zii ed ai cugini, agli amici. Torno con mia moglie e mio figlio, torno nella casa dove sono nato, dormirò nella mia stanza. Mio figlio potrà guardare il soffitto della mia stanza, la luce che filtra al mattino e la penombra che cade alla sera. Guarderà i suoi nonni e piangerà di vergogna per poi ridere e piangere ancora quando partirà.
Prenderà la terra - la mia terra - con le mani e la porterà in bocca per trattenerla per sempre nel suo corpo.
Vedrà nuovi colori e sentirà nuovi suoni, camminerà lungo le strade sterrate che ho percorso io.
Gli rimarrà la voglia di tornare nella mia terra - nella sua terra - e serberà il suo cuore per una donna dei nostri posti. Avrà un figlio che vorrà riportare in patria per...
BOOM!
sergio.T
00venerdì 18 aprile 2008 09:08
Madonna! [SM=g8179]
sergio.T
00venerdì 2 maggio 2008 10:15
ma nei diari dell'uomo libero, non si parla per caso, di non liberta' di fare vacanze, ponti, pontini, ecc. ecc?
mujer
00venerdì 2 maggio 2008 10:34
non so, chiedilo al tuo uomo libero.
nel diario del mio uomo libero oggi c'è un aneddoto strano: questione di memoria dimenticata, un bel casino...
ho deciso che per oggi lo lascio libero davvero e non lo costringo a due pagine di diario.
mujer
00martedì 20 maggio 2008 23:03
Sveglia
A che ora devo andare, oggi è, sì, martedì, allora alle nove e un quarto ma se arrivo alle nove e mezza va sempre bene che tanto recupero dopo e la maestra non fiata che pur di levarselo di torno, ah sì devo portare la storia che oggi la finiamo anche se il solito cavallo che corre libero, vabbe’.
Radiogiornale
Emergenza rifiuti, emergenza Rom, ti pareva che non legavano gli zingari alla munnezza come dieci anni fa aho’, che passa a fare il tempo se tutto è come prima, anzi peggio, che prima almeno sia gli zingari che la munnezza facevano venire il senso di giustizia mentre oggi a questi gli viene il senso di vendetta e bruciano, munnezza e zingari.
Reato d'immigrazione clandestina, lo sanno questi che se qualcuno al mondo l’avesse pensato mezzo secolo fa un milione e mezzo di italiani sarebbero stati espulsi e rimandati a casa a far la fame e, con loro, il resto della cricca che aspettava a bocca aperta le rimesse – sì, così le chiamava mia nonna che mandava alla mia bisnonna i pesos che qui valevano oro – che ha sfamato una nazione intera, un popolo di irregolari nell’anima.
Colazione
Il viaggio in Guatemala sembra interessante: Quetzaltenango potrebbe essere la mia città ideale. Anche Livingston, sul mare, ma questo è periodo di piogge, fa caldo ma non smette mai, magari a ottobre che ci sono i popoli originari, quanto mi irrita questo nome che deve dare una parvenza di salvezza mentre è stata una carneficina, qualche migliaio di poveracci in tutto il mondo e noi, ipocriti occidentali, a dargli quell’appellativo irriverente.
Annaffiatura
In fondo non era poi così male l’idea di allora, perché non riproporla ora. Male che va diventa una riprova di quanto non fatto e ce la giochiamo alla prossima farsa elettorale che, se mi chiamano per chiedermi il voto, gli ficco la proposta su per il culo.
Al telefono
Non puoi venire oggi? Fa niente, vieni domani, ma ricorda che entro la settimana prossima devi finire il lavoro. Ciao
In macchina
La neve è quasi sparita.
La casetta non c’è più, chissà che ci fanno qui ora, speriamo niente, ce la faccio con la benzina? Sì, devo farcela eh, chissà, con dieci euro prima ci facevo casa lavoro avanti e indietro per una settimana, ora invece, ciao vicino, mi saluta sempre e non lo conosco, che bella ‘sta canzone, pensa un po’… Carosone e Caruso, che duo, quanta dolcezza.
E quanto amore.


Pecché quanno me vide
te 'ngrife comm'o gatto?
Nenne' che t'aggio fatto?
ca no mme puo' vedé?
Io t'aggio amato tanto
e t'amo tu lo saie

Te voglio bene assaie
e tu nun pienze a me!

mujer
00mercoledì 3 settembre 2008 23:40
Cerco in citazioni una nuova lettura di questi giorni, eredità di passeggiate e dormite a finestre aperte, ora costretta a tornare ai ritmi lenti della vita in solitaria.
Prendo un libro qualsiasi e ti cerco tutto lì dentro, perché ora altrove non so cercarti e perché ho paura di romperti, spezzarti, violarti in qualche modo. Ti ritrovo addirittura in Ottaedro, nei racconti, e se continuo a cercare appari così tanto da illanguidirmi.
E penso che avevo ragione quando dicevo al mio amico poeta di buenos aires che voi uomini a parlare d’amore siete noiosi, ma a scrivere invece no. Poi penso che per omissione di onestà non ho confessato che io sono noiosa in l’uno e l’altro, e l’uno neanche riesco.
Ti ho trovato ora in un altro che parla di donna innamorata, tu che con me fingi di non voler spartire tempo e passione. Infatti dici “sei demotivante”, come se a parlare con qualcuno si dovesse trovare un motivo. Solo dio sa se il motivo che cerchi sta a me custodirlo.
A volte ti sospendo per lasciare un po' di parte al dopo, perché io conosco la felicità mentale, la so bene ma non so spiegarti cos'è.




Oh it’s a long, long while
from May ‘till December
And the days grow short
When you reach September.
When the Autumn weather
turns the leaves to flame
One hasn’t got time
For the waiting game.

For the days dwindle down
To a precious few...
September...November...
And these few precious days
I’ll spend with you.
These precious days
I’ll spend with you.


sergio.T
00giovedì 4 settembre 2008 09:50
questo diario e' assolutamente " motivante" e persino divertente nella sua enigmicita'.
Non lo si puo' definire demotivante perche' si parte da un punto per andare verso un orizzonte aperto a qualsiasi riflessione.
Il contrario, insomma, di piccole questioni dove si parte da un punto fisso e non ci si muove di li', quasi fosse un partito preso, un punto matematico, una regola granitica.

Ha sempre ragione l'altro: in ogni caso ha ragione, e' tutelato, la cosa sta' cosi' e a capo e se il vangelo di un certo pensiero cosi' recita, tutte le parabole porteranno a questa conclusione.
Che motivo c'e' di discuterne? si discute che due piu' due fa quattro, forse?

Preferisco un diario aperto, allora. Un diario in cui nessuno ha ragione e nessuno ha torto: dipende dai casi, dalle circostanze, dai momenti, dal buon senso, dalle misure delle piccole e grandi cose.

Mi piace la parola " dipende": mi sembra libera. [SM=g8950]

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