De Laclos

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sergio.T
00mercoledì 20 febbraio 2008 14:34
Scrittore ed ufficiale francese (Amiens, 1741 - Taranto, 1803).

Suo padre era segretario dell'Intendenza di Picardie e di Artois. A diciotto anni, Pierre Choderlos de Laclos entra come aspirante alla scuola d'artiglieria di La Fère, celebre per il suo insegnamento delle discipline matematiche. Ne esce tenente a ventidue anni dopo aver compiuto studi brillanti. Appassionato di armi, Laclos tenterà di inventare un proiettile cavo (boulet creux) di grande potenza esplosiva. L'artiglieria francese è allora la prima d'Europa e nelle furerie i soldati discettano di assalti alle piazzeforti e ai bastioni fortificati, di obici e proietti, come noi oggi di ogive nucleari e di guerra batteriologica . È l'epoca in cui gli inglesi annientano i corpi di spedizione francesi in Canada e nelle Indie. Laclos è allora a La Rochelle, la cittadella militare sull'Atlantico, in attesa d'imbarco per il Canada. Il trattato di Parigi (1763) mette fine alla guerra, di conseguenza, il giovane ufficiale, sfumata l'occasione di pronto impiego si trascina di guarnigione in guarnigione: Toul, Strasburgo, Grenoble, Besançon, Valece, l'île de Ré. L'avanzamento in carriera procede pigramente in assenza delle accelerazioni fornite dal campo di battaglia: sotto-aiutante-maggiore nel 1767, capitano nel 1771, aiutante-maggiore nel 1772, ed infine Capitano comandante (generale) nel 1780. A solo titolo comparativo si ricorderà che i marescialli di Napoleone di una generazione dopo saranno tali poco più che trentenni.



Il geometra e lo scrittore

Sotto la suggestione del linguaggio del tempo ma anche della propria fantasia militare e sentimentale incline ad adoperare le stesse parole sia per la guerra dell'amore che per l'amore della guerra, Laclos si lancia alla "conquista gloriosa" nei salotti di provincia. Il fallimento è cocente: ha troppo l'aria di un "géomètre", e la Marchesa di Coigny annoterà: « Viene molto spesso da me questo signore alto, magro e pallido, vestito di nero, non saprei che dirgli... se mi trovassi da sola con lui, avrei paura».



Laclos ha quarant'anni. Concepisce allora la scrittura de Le relazioni pericolose. Chiede un congedo di sei mesi, si chiude a La Rochelle e scrive di getto uno dei capolavori della letteratura del XVIII° secolo e la "vetta della letteratura del cardiogramma" secondo una felice espressione di Jean Rousset. I due personaggi del romanzo, la Marchesa di Merteuil ed il Visconte di Valmont, ricchi e blasonati, incarnano tutto ciò che il giovane artigliere non è. Assolvendo così ad una delle funzioni del romanzo e della narrativa artistica in genere: non solo dire il mondo com'è, ma come dovrebbe essere, come noi lo vorremmo. Non solo l'adozione del genere romanzo come registratore del presente ma anche (e piuttosto) proiettore dei propri desideri nella più oscura camera della coscienza.
sergio.T
00mercoledì 20 febbraio 2008 14:38
Un romanzo immortale : Le relazioni pericolose ( scheda)
Per quell'istigazione sottotraccia al vizio cui, nello spirito, il romanzo rinvia, mentre, nella lettera, vorrebbe additarne la punizione a favore di un improbabile trionfo della virtù che resta solo sulla carta (Laclos non riuscì mai a scrivere Les liaisons heureuses, sebbene annunciate) - Le relazioni pericolose, si presenta come il vero boulet creux, una bomba contro il potere, le istituzioni, i valori dominanti. Questo romanzo segna inoltre una tappa importante nella storia della sensibilità e del sentimento amoroso, sostituendo all'amore propriamente detto un amore di testa, fatto d'orgoglio, di cinismo, d'ipocrisia satanica, dove tutto ciò che è umano è incenerito, e finisce per incenerire anche i suoi eroi. Baudelaire ha definito le Liaisons: «Libro di un moralista elevato fra i più elevati, profondo fra i più profondi». Ed anche, a proposito della raggelante atmosfera erotico-amorosa che lo sorregge: «Se brucia questo libro, brucia alla maniera del ghiaccio
sergio.T
00mercoledì 20 febbraio 2008 14:39
Le relazioni pericolose, capolavoro della letteratura epistolare in particolare e della letteratura mondiale in generale, è stato oggetto di molti adattamenti cinematografici (Roger Vadim, 1959; Stephen Frears, 1988; Milos Forman, 1989).
sergio.T
00mercoledì 20 febbraio 2008 14:42
Trama
Il visconte di Valmont, cinico seduttore, ha deciso di conquistare l'austera Mme de Tourvel. Confida il suo progetto alla marchesa de Merteuil, sua ex amante e sua emula in libertinaggio. Sarà lei a guidare a distanza le avventure di Valmont, imponendogli di rispettare il codice libertino. Lo consiglia innanzitutto di conquistare la timida Cecile Volanges, appena uscita di convento e promessa a un uomo di cui la marchesa si vuole vendicare. Cecile si innamora del giovane Danceny, e Valmont riesce a sedurla ponendosi come intermediario tra lei ed il giovane. Grazie ad alcuni stratagemmi il visconte vince le resistenze di Mme de Tourvel, ma poiché la marchesa lo obbliga a rompere quest'ultima relazione, Valmont scrive una lettera di rottura a Mme de Tourvel nella speranza, che risulterà vana, di riottenere i favori della sua ex amante. La lotta fra i due libertini è ormai inevitabile e la marchesa rivela a Danceny la relazione fra Valmont e Cecile. I due si battono in duello e Valmont muore. La marchesa sfigurata dal vaiolo e conosciuta finalmente dalla società nella sua reale natura si isola dalla società mentre Mme de Tourvel e Cecile si ritirano in convento. Mme de Tourvel morirà poco dopo.

sergio.T
00mercoledì 20 febbraio 2008 14:56
Unico
Mettete insieme cento storie d'oggi, mettetele li' davanti a voi per due tre secoli e continuate a rileggerle; non contenti prendete altre cento storie, e altre ancora - quelle infinite storie " moderne" -; continuate a cercarne sempre di piu', cento, mille un milione, e rileggetele da capo.
Non troverete niente di simile alle Relazioni Pericolose.
Ha il carattere dell'unicita', perche' unici sono i caratteri di Valmont e della Marteuil, perche' unico e' il suo sentimento antico.
mujer
00domenica 19 aprile 2009 16:57
Non potevo che leggerlo in questo periodo, sia per bisogno di viaggio in altri tempi e in altre storie che per gli spunti che mi rende sulle "tresche" psicologiche che insidiano le nostre relazioni.

Che bel libro questo "Le amicizie pericolose"!
Intanto perchè l'epistolario è da sempre una struttura che mi rapisce. Sarà per la mia passione per le lettere. Ma è soprattutto per quella correlazione inevitabile tra una missiva e l'altra. E nel bel mezzo la vita che scorre.

Ovviamente grandi la Marchesa e il Visconte. Non in quanto personaggio con carattere ma perchè donna e uomo di azione viscerale e senza schermi morali.
Maschere perfette per raggiungere l'obiettivo che accomuna le donne e gli uomini di ogni epoca e luogo: il potere.

In questo periodo ci sta proprio un libro del genere, un periodo in cui guardo alla perfidia e le do un nome, è chiara e riconoscibile e resto salda. E da questo libro rileggo che non basta un'azione malvagia per ottenere il potere ma dipende dal legame che la vittima sceglie di intraprendere con il suo carnefice.
Ne resto affascinata, a volte persino sorpresa, perchè non è scontato che il carnefice sia incarnato - per forza di cose - dalla Marchesa o dal Visconte.
Anzi.

Così come io non sono la vittima di chi mi attacca, tutt'altro.

Ognuno ordisce la sua strategia di potere e spera che funzioni.
Ci immedesimiamo nel Visconte di Valmont e viviamo per la passione di possedere.
E' ininfluente, a questo punto, concepire una morale.

Anzi, se la vittima è colei che rappresenta l'antitesi del potere, quale miglior vittoria nel renderla carnefice del proprio amore?
Da oppressore ad oppresso il passo è breve.
E l'epilogo giustamente tragico.

Vado a continuare la lettura...
sergio.T
00lunedì 20 aprile 2009 09:28
Buona continuazione, allora! [SM=g8455]
sergio.T
00mercoledì 22 aprile 2009 09:38
a che punto sono i due filibustieri dell'anima?
mujer
00mercoledì 22 aprile 2009 11:51
uhhhhh, la signorina di Volanges se la sta vedendo brutta...
e la presidentessa, maronn' che languidez! [SM=g7377]

m'intrippa!
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