Carrellata di autori conosciuti in rete. Opinioni.

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
sergio.T
00lunedì 22 settembre 2008 11:18
In rete si possono fare notevoli scoperte letterarie. Che internet sia la possibilita' infinita di conoscere autori contemporanei e' fuori discussione.
L'andare semplicemente in libreria non permette piu' la possibilita' di consultare tutti i libri esposti: sono troppi e non c'e' il tempo necessario per sfogliarli tutti.
Internet apre le porte di questo mare magnum: forum, pubblicita', siti personali, blog e quant'altro, sono i nuovi binari di conoscenza.
Oltretutto i forum permettono di conoscere gli autori al di la' delle loro copertine e le sorprese sono davvero tante.
Alcune positive , altre negative.

La Fred Vargas l'ho conosciuta curiosando in internet, per fare un esempio.

Altri li ho conosciuti direttamente ( letti) sui forum letterari.

Che dire? l'impressione generale e' che ci sia una grossa frattura tra la loro visibilita' generale ( di copertina) e la loro visibilita' personale. A volte sembrano persone diverse o forse diversa e' solo l'impressione che il lettore si fa leggendo un loro libro.

Se avessi conosciuto Flaubert in persona, forse mi sarebbe piaciuto di piu'? Flaubert, questo vilipendio del concetto di volonta', probabilemnte sarebbe stato un uomo godibilissimo e a livello personale mi sarebbe riuscito simpatico.

Per un Nietzsche, filosofo che amo, magari era l'esatto contrario.
Antipaticissimo d'istinto ne avrei avuto un'impressione negativa. Chissa'.

Ma distinguiamo: un conto sono i libri , un conto e' la persona.
O vanno a braccetto?
sergio.T
00lunedì 22 settembre 2008 11:38
La letteratura moderna ( non tutta) si apre al suo pubblico non piu' come una volta.
Dickens , per fare un esempio o un Balzac in Francia, si conoscevano tramite i giornali: pubblicavano li' le loro prime opere e li' li conoscevi.
Era una conoscenza indiretta, dunque: non potevi interloquire con loro perche' ben difficilmente potevi incrociarli nella vita ( se abitavi loro vicino, magari...)
Oggi tutto cambia per due motivi: innnzitutto ci sono milioni e milioni di autori ( troppi), secondo, sono a portata di mano in internet.
Internet e' diventato il palcoscenico generale degli autori:
blog
facebook
forum
siti
sono i contatti piu' diretti. Puoi scrivere email, puoi intervenire, puoi leggere pagine personali, puoi fare quello che vuoi.

Per questo ci sono grandi vantaggi, ma anche piccoli inconvenienti.
Il vantaggio incommensurabile sta' nel potere dialogare con autori che , in caso contrario, avresti sempre visto su una copertina o in televisione.
Permette un confronto diretto, uno scambio di opinioni, una critica serena( a volte meno), un elogio sincero ( a volte interessato).
L'inconveniente piu'grosso, come controaltare, e' invece, il fatto innegabile che il piu' delle volte , questi siti altro non sono che il mezzo di propaganda pubblicita', piu' esplicito a disposizione dell'autore stesso.
Un sito cosi' concepito diventa, dunque, un convento di " seguaci adepti" dell'autore stesso che si compiace del suo specchio del reame.
Non smepre e' cosi' naturalmente, ma il piu' delle volte gli " eretici" , a loro modo di vedere, diventono immediatamente d'incanto il nemico pubblico numero uno.
In mille casi ho visto questa situazione.

I grandi forum non permettono questo tipo di fenomeno, ma in quelli piccoli quasi sempre diventa lo stile imperante.

Sui blog ancora peggio: enormi specchi infrangibili diventono un'ossessionate idea fissa dell'autore.
In alcuni, addiritura, si e' tolto la possibilita' di commentare i post perche' giudicati non di gradimento.
In uno letto mesi fa, ( Francesco Pecoraro) appena arrivo' qualche critica a un libro pubblicato dall'autore, si cancello' assolutamente la possbilita' di commentare.
Questo e' solo un esempio, ma la dice lunga. ( poi magari Pecoraro in quel caso specifico aveva pure ragione, non saprei...).Come la dice lunga un altro fatto: i litigi degli autori tra loro.
Guarda caso tutto verte sulla reciproca gelosia di cricca: se qualcuno appartiene a una cricca diversa, quel qualcuno diventa uno stupido, se appartiene alla stessa cricca, allora, e' un venerabile autore.
Se vogliamo tutto questo comunque fa parte del gioco. Ma di questo gioco, fino a prova contraria, si puo' farsene un'opinione.
mujer
00lunedì 22 settembre 2008 16:24
Bella idea questa stanza, mi piace.

Intanto parto dal tuo primo post: avrebbe influito sulla nostra scelta letteraria la conoscenza dell'autore?
Io dico di sì in un primissimo momento.

Mi è successo con Borges, lo scrissi un secolo fa.
Lo lessi tutto tutto e poi lo conobbi in una classe pubblica; non dimenticherò mai la delusione che ne ebbi.
Eppure, dopo una decina d'anni, capii quell'astio borioso.

A dir la verità, per un bel po' di tempo andai in giro a dire che un intellettuale non può predicare bene e razzolare male, che non si può scrivere di verità e finzione e poi allearsi ai finti veritieri, e cose di questo genere.
Però avevo strumentalizzato una posizione che, se da una parte mi mostrava il limite di un uomo contrario all'ignoranza e, pertanto, intollerante, dall'altra mi poneva in una condizione di incertezza: è maestro o non lo è?

Inutile dire che passai anni ed anni a parlarne male e a leggerlo sotto le coperte - avrei scoperto molto tempo dopo che lo fanno tutti gli argentini che lo amano/odiano - per giungere al punto di comprendere certe sue esternazioni alla luce del suo pensiero che, con l'avanzare dei miei anni, vado via via sentendo.

Certo è che, oggi, non farei più lo sbaglio di limitare a poche parole dette in un contesto pubblico e all'atteggiamento scontroso la grandezza di uno scrittore. Se Gabo tenesse una conferenza e si presentasse scontroso e dicesse che la rivoluzione cubana è un fallimento - che non arrivi mai quel giorno!! - sì lo ostacolerei, ma sentirei attentamente ciò che ha da dire e la ragione per cui lo dice.

Forse nel tuo caso, con Nietzsche, ti sarebbe accaduto lo stesso. Magari arrivava a dirti: l'uomo superiore non esiste e tu, pur contrariato, saresti stato lì ad ascoltarlo a bocca aperta.

Penso che accada, però, con gli intellettuali che noi apprezziamo molto.
Con gli altri non farei l'errore di far la loro conoscenza. Di solito, quando mi capita di partecipare alla presentazione di qualche libro, ne ho una impressione negativa.
Ti ricordi con Fois? Magari parlano di temi interessanti, condividi qualcosa, ma quando arriva al clou, il tema letterario, la figuraccia è inevitabile.
Ecco, inevitabile è l'antipatia che, poi, nutro nei loro confronti, libro compreso!
mujer
00lunedì 22 settembre 2008 16:46
Sulla questione forum, blog e compagnia bella, credo che l'esperienza non sia delle migliori.
Infatti, molti scrittori si defilano dal confronto online perchè non sono in grado di tenere il dissenso senza risultare spocchiosi.
Un po' come se dovessero difendere la propria creatura dall'orco che se la vuole mangiare, senza tener presente che la creatura, quando è tra le mie mani, è in mia balia, la apprezzo o la schifo, e lui - l'autore - non c'entra un emerito niente.

Dire questo ad uno che scrive è talmente banale da sembrare deficienti quando in un forum o in un blog lo si deve ribadire.
Il fatto è che sono pochi gli scrittori che scrivono e non temono il giudizio del lettore e, guarda caso, quegli scrittori lì non scrivono in rete.

Andate a chiedere a Saramago cosa pensa del fatto che alcuni lo snobbano per la sua scrittura.
Se ne infischia altamente.

Quelli che si iscrivono qua e là, poi, sono talmente patetici da non meritare analisi di sorta. (tra poco vedremo certi nomi nella lista dei singles in cerca d'ispirazione! come se la musa della scrittura fosse in cerca di un'idillio...)
[SM=g10529]
sergio.T
00martedì 23 settembre 2008 09:42
Io pero' vedo delle differenze per gradi.
Intendo dire che oggi tutti scrivono su internet ( scrittori e sedicenti scrittori compresi) ma ognuno scrive a suo modo.
Insomma vedo differenze nel modo di interagire con il pubblico.

Un altra questione interessante: nell'approccio con uno scrittore incide di piu' la sua opera o la sua personalita'?
Intendo dire: io leggo un libro di pinco pallino, poi lo conosco e ne sono condizionato? io direi di no, un conto e' il suo libro, un altro la sua personalita'.
Viceversa: io prima conosco un autore e mettiamo che mi sta sulle palle a pelle. Poi leggo un suo libro: ne sono condizionato? qui mi sa che e' piu' difficile rispondere.

Potrebbe sembrare la stessa cosa al contrario , ma credo che il condizionamento non sia il medesimo.

Incominciamo con un nome preciso: Fois.

Manco sapevo chi fosse prima di internet.
Come dicevo prima , poco su, oggi sarebbe impossibile conoscere tutti gli autori sfogliando i libri in libreria: sono troppi e anche su questo apriremo un discorso.
Allora Fois: lo conosco per caso in internet. ( solamente di nome)
Recensioni, dibattiti, tam tam.
Incuriosito compro un suo libro e non mi piace per niente: veramente una pena.
Poi per caso a Lovere lo vedo di persona: una sua presentazione nella Mondadori.
Innanzitutto: a pelle non mi sta' affatto antipatico. Anzi, mi da' una buona impressione.
Poi: tema della presentazione interessante. Su alcune cose sono assolutamente d'accordo con lui, non mi da' assolutamente fastidio ascoltarlo ( pur ricordando che il suo libro mi ha fatto schifo).
Quando infine si incomincia a parlare di letteratura, allora non condivido piu' niente. Addirittura mentre sta predicando sul valore del romanzo entro in libreria e vedo il suo nome in una raccolta di insulsi raccontini erotici ( puro commercio).
Ma questo, in toto, non significa niente.
La sua personalita' mi risulta in generale simpatica, e dunque niente di personale con lui ( antipatia).
La sua opera non condizionera' il mio senso nei suoi confronti: semplicemente non mi piace come scrittore.
Curioso sarebbe: e se glielo dicessi in faccia e lui si offendesse, sarebbe altrettanto capace di condividere una discussione senza metterla sul personale?
Puo' darsi.
mujer
00martedì 23 settembre 2008 09:56
"Curioso sarebbe: e se glielo dicessi in faccia e lui si offendesse, sarebbe altrettanto capace di condividere una discussione senza metterla sul personale?
Puo' darsi."

Per niente, se ne avrebbe a morte.
Come capita a tutti gli scrittori costretti a mettersi in gioco con il pubblico.

Rilancio.

Sono d'accordo con quanto dici sul condizionamento della persona.
Meglio, secondo me, non conoscere l'autore prima di leggere un suo libro. Di solito me ne frego dell'autore, non spulcio niente su internet, compro il libro in libreria e non guardo neanche la foto.

Ma nel momento in cui hai la sfortuna di conoscerlo (ad una presentazione, su un blog o su un forum) e dici le tue impressioni, buone o critiche, vedrai sempre un indifeso/a omino o donnina che si arrampica sulle ragioni del tal coso e l'ispirazione della tal cosa.

Poi, ovvio, potremmo starcene zitti, perchè no? Ma allora, che senso ha incontrare l'autore.

Perciò, lasciatemi in pace con i MIEI libri!
sergio.T
00martedì 23 settembre 2008 09:57
Facciamo esempi precisi.
Mauro Marcialis autore esordiente.
Senza Internet mai lo avrei conosciuto.
Mettiamo per ipotesi che fossi entrato in una libreria: La strada della violenza non avrebbe attirato la mia attenzione. Genere poco amato, copertina che gia' ( almeno per me) e' tutto un programma. Semplicemente e' un filone che non amo.
Ma lo conosco su un forum e dunque so che viene pubblicato. Compro il suo libro , lo leggo e puo' non essere ( in toto) un mio autore. La pensiamo diversamente sullo stile con il quale si scrive una storia.
Pero' ho l'occasione di conoscerlo di persona e lo trovo un ragazzo simpaticissimo, giu' alla buona con il quale si puo' ridere e scherzare ( pazienza se e' un nemico nel lavoro....).
Dunque: prima lo conosco per internet, poi di persona e infine leggo un suo libro.
La prima impressione personale e' stata positiva , ma questa non ha condizionato la mia lettura del suo libro.
Libro che nel complesso non potrebbe essere uno dei miei favoriti.
Al contrario se lo avessi conosciuto dopo la lettura, medesima sarebbe stata la mia impressione.
Questo incomincia a fare intuire che la personalita' di una persona prevale sulla sua opera.
mujer
00martedì 23 settembre 2008 10:13
A volte mi chiedo perchè alcune persone diano così tanto peso all'incontro scrittore/lettore.
Secondo me, in Italia, ha preso una valenza "andiamo a incontrare il personaggio famoso".
E' ridicola 'sta cosa qua.

Cosa ti può dire lo scrittore del suo libro che tu non abbia capito già?
Ti conferma quanto avevi già sentito nella lettura? Ovvio
Si mostra, al contrario, una persona che non risponde all'idea che ti eri fatto dal libro che hai letto? E che importa?

Tu il libro hai letto, lo scrittore - se vale - si farà amare per quello che scrive e non per quello che vuoi che scriva...

E' per questo che ritengo inutile partecipare alle presentazioni commerciali degli editori (vai a dire a mcCarthy di andare in Feltrinelli, tzé!)

sergio.T
00martedì 23 settembre 2008 10:21
McCarthy? si racconta che prende a fucilate chi si avvicina a casa sua ( giornalisti compresi) Fai tu, che farebbe in una Feltrinelli... [SM=g8455]

Certamente conta per uno scrittore leggere il suo libro.
Del resto sono scarsissime le possibilita' di conoscerli di persona ( quelli grandi intendo) e dunque ci si limita alla loro lettura.

Il discorso cambia per quelli minori che , per motivi diversi, sono piu' a contatto diretto con il pubblico.

mujer
00martedì 23 settembre 2008 10:23
Per motivi diversi?
Ma è per vendere, Se', per vendere...
sergio.T
00martedì 23 settembre 2008 10:30
questo e' assolutamente sicuro.
E' solo pubblicita' non occulta.

Pero' ci sono modi e modi.
Prendi i Wu Ming: il loro sito , seppur pubblicitario, e' un buon sito.
E poi , almeno io, non li ha mai visti in giro per internet in campagne pubblicitarie.

Non tutti sono uguali.
mujer
00martedì 23 settembre 2008 10:39
Infatti i Wu Ming non sono uno scrittore, ma è un progetto.

Tu ne hai visti alcuni in giro, dimmi tu cosa accomuna questi scrittori.
E poi, fare la loro conoscenza ha cambiato il tuo modo di approccio alla lettura?
sergio.T
00martedì 23 settembre 2008 10:48
I WU MING in fondo sono cinque scrittori, dai.

E se li si intende come progetto, allora si parlerebbe di pubblicita' al progetto...

Lansdale.
Un altro conosciuto in rete, di persona e infine letto.
Qui e' diverso da Marcialis: la conoscenza e' stata visiva durante una conferenza, come Fois insomma.

Chi e'? un bonaccione tipico uomo U.s.a.
Un pacioccone.

E poi nel suo caso , la pubblicita' e' relativa: un conto e' un autore esordiente che impazza con la sua propaganda, un conto un autore gia' venduto in tutto il mondo.
Sono pubblicita' diverse.
Nel primo caso la pubblicita' e' il mezzo di visibilita': non avendo una fama consolidata si abbaglia il pubblico con mille artifici: immagine, parole, slogan.
Nel secondo caso e' una sorta di celebrazione per tutti, scrittore e lettori.

Se un Saramago presenta un suo libro e' cosa diversa: e' un momento celebrativo, secondo me. Celebra l'occasione per i lettori di vedere in " carne e ossa" un culto letterario.

Non e' pubblicita'.
sergio.T
00martedì 23 settembre 2008 11:00
il tema deve essere: tra lo scrittore ( un grande o uno scribacchino dei tanti) e la persona stessa puo' esserci una discrepanza nella nostra opinione?
E quanto incide il fatto di avrlo prima conosciuto o prima letto?


Ma questo discorso varrebbe per mille altri casi: attori, calciatori, personaggi pubblici, persino lavoratori comuni.

Per fare un esempio: un presidente di una Commissione tributaria puo essermi totalmente inviso in un ricorso fiscale ( ma che cazzo sta dicendo questo qui'?) e poi fuori dalla sua professione risultare una persona simpaticissima.

Io , credo, che questo sia possibile anche se riconosco che la stragrande maggioranza dei casi e' contraria.
sergio.T
00martedì 23 settembre 2008 11:08
un esempio.
Maradona.
Un classico uomo poco piacevole, a seconda delle testimonianza dirette.
Un uomo, per lo meno , discutibile per valori morali.

Poi il Maradona calciatore: si puo' dire quello che si vuole, ma con il pallone era un fuoriclasse incriticabile.

Come riassumere un giudizio e una opinione unica? difficile, come vedi.

Berlusconi: uomo politico? nada de nada.
Uomo pubblico? se vuoi un finto che piu' finto non si puo'.
Presidente del Milan? un ottimo presidente.

Quello che voglio dire in generale e' se sia possibile , in alcuni casi, distinguere il nostro giudizio.

mujer
00martedì 23 settembre 2008 11:21
Non so, posta così la cosa mi sembra irrilevante.

Ne fai una questione di simpatie/antipatie ma non credo sia da porre così la questione.
A questo punto vale pure il tuo vicino di casa che senti rumoreggiare e che odi alla follia fino a quando non ti invita a casa sua a bere il caffè.
Embè? E' normale che l'incontro porti a capire determinati comportamenti che, in uno sconosciuto, non accetteremmo mai.

Ma lo scrittore, o l'attore, o il muratore, se diventa conosciuto e meno distante è poi così vicino al suo libro, alla sua esibizione o al suo muro?

Per tornare agli scribacchini (a proposito, wu ming non sono cinque scrittori ma più mani che si defilano/aggiungono in base al progetto), la loro visibilità costante, il loro forsennato senso dell'esserci (eresia no?) il loro prorrompente presenzialismo fa sì che, intimamente o pubblicamente, la mia antipatia sia scontata.
E il loro libro, di conseguenza, rimane sugli scaffali.
sergio.T
00martedì 23 settembre 2008 11:22
per rimanere agli scrittori.

McCarthy e' un intrattabile, un orso, un qualcosa di poco simpatico.
Anche snob, si dice.
I suoi libri sono capolavori immortali.
Meridiano di sangue e' forse uno dei massimi libri di tutto il 900 ( non lo dico io, lo dice parte della critica)

E allora chi e' Cormac? uno scrittore grandissimo e un uomo poco propenso agli altri?
E' di destra? di sinistra? anche qui, si ha un pregiudizio( se n'e' gia' parlato).

Io ad esempio un Guccini mai potrei leggerlo: eppure mi piace molto.
Saramago , dichiaratamente di sinistra, lo adoro.

Hollueqbec ( come si scrive? ) e' di destra, ma leggendolo mi e' piaciuto molto.

Perche' anche la visione del mondo , a volte, induce, nelle nostre letture, verso un autore piuttosto di un altro. ( ma e' un errore)


sergio.T
00martedì 23 settembre 2008 11:31
Re:
mujer, 23/09/2008 11.21:

Non so, posta così la cosa mi sembra irrilevante.

Ne fai una questione di simpatie/antipatie ma non credo sia da porre così la questione.
A questo punto vale pure il tuo vicino di casa che senti rumoreggiare e che odi alla follia fino a quando non ti invita a casa sua a bere il caffè.
Embè? E' normale che l'incontro porti a capire determinati comportamenti che, in uno sconosciuto, non accetteremmo mai.

Ma lo scrittore, o l'attore, o il muratore, se diventa conosciuto e meno distante è poi così vicino al suo libro, alla sua esibizione o al suo muro?

Per tornare agli scribacchini (a proposito, wu ming non sono cinque scrittori ma più mani che si defilano/aggiungono in base al progetto), la loro visibilità costante, il loro forsennato senso dell'esserci (eresia no?) il loro prorrompente presenzialismo fa sì che, intimamente o pubblicamente, la mia antipatia sia scontata.
E il loro libro, di conseguenza, rimane sugli scaffali.



Beh , anche questa puo' essere una risposta.
A me i Wu Ming piacciono e quindi non mi pongo il problema se sono troppo o poco pubblicitari.
Mi baso su quanto ho letto di loro.
54 , Manituana, Q. sono state letture godibili.


Tu hai risolto per te stessa in questo modo: ti fidi molto delle sensazioni d'immagine dove l'immagine e' la costante presenza di uno in canali pubblicitari.
Anch'io ho questa impressione, comunque. Piu' sono martellanti in internet e meno hanno qualcosa da dire.
Ci sono mille esempi.

Il tentativo era quello di estrapolare qualche eccezione o capire se poteva capitare un caso diverso. Un caso nel quale, o prima o dopo, la nostra opinione potesse cambiare nei confronti di un autore.

Travaglio ad esempio, quando impazzava con le sue pubblicazioni a raffica su certi temi ( e in tv) non godeva di tutta la mia simpatia. Pregiudizio? puo' darsi.
Ora avendolo un poco letto, seppur con le molle, devo riconoscergli un suo valore, limitato fin che vuoi , ma che ad ogni modo ha un poco cambiato la mia opinione.





sergio.T
00venerdì 26 settembre 2008 15:34
Uno degli autori conosciuti ( non di persona) tramite rete ( pubblicita' bella e buona) e' Aldo Nove.
E io, imbecille, a caderci dentro, leggendo un suo libricino.
Mio disastro infinito!!! [SM=g11802]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:52.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com