Nessuno come Dickens
Dickens e', e rimane, il piu' grande scrittore inglese di tutto l'800.
La sua immensa popolarita' e fama supero' persino quella di Dostoevskji e di Tolstoy; supero' persino un Balzac e non ci fu paragone per tutti gli altri scrittori europei.
Dickens usci' a dispense su un giornale di Londra; come si e' letto poco sopra, le prime tirature arrivarono in un baleno a 40.000 copie, numero iperbolico per i tempi di allora e da quel momento l'Inghiletrra e l'europa non riuscirono piu' a fare a meno dei suoi libri.
Il Circolo Pickwick e' un capolavoro assoluto; irraggiungibile per umorismo, insuperabile per comicita', ineguagliabile per la suprema fusione di critica sociale e narrativa. Un romanzo cosi' era destinato a fare del suo autore, un autore immortale.
Molte testimonianze riportano l'ascesa di Dickens a maggior scrittore europeo: si racconta ad esempio, che in alcuni condomini di Londra, alla sera, si era soliti riunirsi tutti insieme, ed un condomino , con un Dickens in mano, si metteva a leggere ad alta voce.
Questo che puo' sembrare un episodio da poco, quasi folcloristico, e' invece , come molto critici hanno intuito bene, la dimostrazione della grandezza di Dickens: noi , ora abbiano il " cinema", nell'800 avevano Dickens.
L'universo di Dickens assomiglia per certi versi all'universo di Marquez, almeno per l'insieme: miriadi di personaggi, miriadi di situazioni, di simboli, miriadi di analisi storico sociali.
Il romanzo sociale , in Europa, nasce con il grande scrittore inglese.
Di scarsa cultura, dotato di una scrittura modesta, per non dire assolutamente normale , il suo genio e' tutto nel suo istinto, in quel correre picaresco/storico tanto in voga in quel momento narrativo.
Dickens e' un ottimo critico: fedele personalmente a certi principi, ravvede nella societa'vittoriana inglese - soprattutto la nemica borghesia - tutte quelle degradazioni che porteranno alla rovina il genere umano.
Amico da sempre dei diseredati, dei bambini, degli umili, degli offesi, degli sfruttati, dei poveri in generale, Dickens con la sua penna immortala queste figure per sempre: non a caso ancora adesso Dickens rimane lo scrittore che difende non tanto i grandi ideali, o le grandi filosofie, ma bensi', la sua testimoniana letteraria, rimane la bandiera dei "semplici," degli onesti.
Fu talmente un fine osservatore che in parecchi romanzi persino il "proletariato" , assunto a nuvo ruolo, fu ferocemente criticato e messo in derisione dalla sua feroce ironia.
Quell'ironia, quel sarcasmo e comicita' di cui era gran dotato e di cui si rimane abbagliati nel Circolo Pickwick , forse il suo romanzo piu' comico, gioioso, ridente, simpatico.
La banda Pickwick con il suo "capo" e i suoi tre compari sono una perfetta banda all'arembaggio: quasi stupidi, quasi ingenui, quasi poveri di quel carisma culturale, questi personaggi pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, sembra quasi diventino il simbolo dell'" alloco" e i bersagli preferiti della " cattiva" ironia del grande scrittore inglese. Ma da grande scrittore qual'era, piano piano, con lentezza - quasi senza accorgersi della metamorfosi - Dickens illumina di altra luce, Samuel Pickwick, Snodgras, Tupman, Winkle, facendoli diventare altro, risplendendoli in altro modo e la' dove c'era ironia, sarcasmo e perche' no? derisione, subentra tutto quel sentimento profondo di benevolenza e profondissima stima per quei 4 " semplici", per quei 4 personaggi incompresi da un mondo che non sa piu' ne' capire, ne' comprendere, e tanto meno rispettare il vero senso della vita e con la vita stessa rispettare gli altri.
L'ho gia' detto: nessuno come Dickens.