Arthur Conan Doyle.

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sergio.T
00martedì 21 ottobre 2008 14:57
Sir Arthur Conan Doyle (Edimburgo, 22 maggio 1859 – Crowborough [1], 7 luglio 1930) è stato uno scrittore britannico. Assieme a Edgar Allan Poe è considerato il fondatore di ben due generi letterari: il giallo e il fantastico.

In particolare, Doyle è il padre e maestro assoluto di quel sottogenere definito giallo deduttivo reso famoso grazie alla sua creatura di maggior successo, quella di Sherlock Holmes, che però ha costituito solo una frazione della sua enorme produzione, che ha spaziato dall'avventura alla fantascienza, dal soprannaturale ai temi storici.


Nato in Scozia nel 1859, Doyle era inglese per parte di padre, mentre per parte di madre discendeva da una famiglia irlandese di antica nobiltà (imparentata con i Plantageneti). Il giovane Arthur iniziò i suoi studi prima presso una scuola della sua città, quindi alla Hodder Preparatory School, nel Lancashire. I suoi studi più importanti proseguirono presso lo Stonyhurst Jesuit College, scuola cattolica gestita dai Gesuiti nei pressi di Clitheroe, e quindi all'Università di Edimburgo nel 1876, dove si laureò in medicina nel 1885.

È di quel periodo la sua prima opera, Il mistero di Sasassa Valley (1879, racconto del terrore venduto al Chambers Journal) e il suo primo articolo medico, su un sedativo sperimentato su di sé. L'anno successivo vende a The London Society la storia Il racconto dell'americano, su una mostruosa pianta originaria del Madagascar che si ciba di carne umana (con buona probabilità questo racconto è tra le fonti del romanzo del mistero Relic, di Douglas Preston e Lincoln Child).

Nel 1881 ottenne prima il baccellierato in Medicina, quindi il Master in Chirurgia, iniziando a lavorare presso l'ospedale di Edimburgo, dove conobbe il dottor Joseph Bell, di cui divenne anche assistente per un breve periodo, prima di laurearsi. Il brillante e freddo dottor Bell, con il suo metodo scientifico e le sue abilità deduttive, gli ispirò in seguito il fortunato personaggio di Holmes, che ha così, almeno nelle origini, un legame con il medical thriller.



Elementare, Watson
Dopo la laurea si imbarcò su una baleniera come medico di bordo, trascorrendo molti mesi nell'Oceano Atlantico e in Africa. Tornato in Inghilterra, aprì, con scarso successo, uno studio medico nel Southsea, sobborgo di Portsmouth: fu proprio in questo periodo - complice la disponibilità di tempo - che Doyle cominciò a scrivere le avventure di Holmes, che così iniziarono ad avere un discreto successo presso il pubblico britannico. Il primo romanzo sul detective dal fisico asciutto fu Uno studio in rosso, del 1887, pubblicato sullo Strand Magazine, in cui il narratore, il buon Dottor Watson, che in un certo senso rappresenta l'autore stesso, presenta Holmes e la sottile scienza della deduzione. A questa prima opera fece seguito Il segno dei quattro (1890), opera che gli valse enorme successo. Nonostante ciò la famosissima frase "Elementare, Watson!" fu inventata dai posteri.


Non solo Holmes
Doyle, nonostante l'enorme successo (senza pari nella storia della letteratura poliziesca) non legò mai abbastanza con il suo personaggio più popolare, che odiava perché divenuto più famoso di lui. Era invece attirato da altri generi letterari come l'avventura o il fantastico o come opere di ricerca storica: in questo campo realizzò romanzi storici come La Compagnia Bianca (1891), Le avventure del brigadiere Gérard (raccolta di sedici racconti del 1896) e The Great Boer War (1900, scritto mentre era corrispondente della guerra anglo-boera in Sudafrica) che gli fruttò nel 1902 il titolo di baronetto. Ripeté l'esperienza di corrispondente di guerra durante la Grande Guerra, senza però dimenticare la sua attività di romanziere, saggista e giornalista.

Numerosi, come detto, i suoi lavori nel campo dell'avventura, del fantastico, del soprannaturale e del terrore: si possono citare a titolo di esempio The Last Of The Legions and other tales of long ago, Tales of Pirates, My Friend The Murderer and other mysteries, Lot 249 (La mummia), Il mondo perduto.

Anche se l'elemento fantastico non è mai completamente assente neppure dalla sua produzione realistica - si pensi al romanzo Il mastino dei Baskerville (1902) o al racconto Il vampiro del Sussex (1927), entrambi del ciclo di Sherlock Holmes - Doyle scrisse "solo" cinque romanzi e una quarantina di racconti strettamente fantastici, la maggior parte dei quali dell'orrore e del soprannaturale. La fantascienza è rappresentata principalmente dalla serie del professor Challenger (1912-1929), personaggio che lo scrittore modellò sulla figura del professor Ernest Rutherford, eccentrico e irascibile "padre" dell'atomo e della radioattività. Tra questi il più celebre è rimasto Il mondo perduto, un romanzo del 1912 che racconta di una spedizione guidata da Challenger su di un altopiano del Sud America popolato da animali preistorici sopravvissuti all'estinzione. La storia ha avuto notevole successo nel mondo del cinema, a partire dall'epoca del muto nel 1925 con il primo film al quale seguirono altre cinque pellicole (compresi due remake).

È Arthur Conan Doyle il megafonista che sorregge Dorando Pietri?Doyle scrisse inoltre nel 1926 il saggio Storia dello Spiritismo (The History of Spiritualism), argomento cui dedicò gli ultimi anni della sua vita, realizzando articoli e conferenze grazie ai contatti con la Golden Dawn. A causa del tema controverso di questi studi, tale attività non gli diede quei riconoscimenti che, come studioso, si attendeva: subì anzi gli attacchi della Chiesa cattolica. Prima della sua morte fece in tempo a pubblicare il suo ultimo lavoro, The Edge of Unknown, nel quale spiega le sue esperienze psichiche, ormai divenute sua unica fonte di interesse.


Giornalista alle Olimpiadi [modifica]
Durante le Olimpiadi di Londra del 1908 Sir Arthur Conan Doyle, scrisse in un articolo per il Daily Mail, un pezzo esaltante che ebbe grande risalto, in esso paragonò Dorando Pietri (vincitore della maratona olimpica, ma squalificato) a un antico romano. Egli scrisse che quella vittoria non sarebbe mai stata inficiata dalla semplice decisione di un giudice. Conan Doyle si fece tra l’altro promotore di una colletta per lo sfortunato italiano e raccolse una bella somma per l’epoca: quasi 300 sterline. É inoltre leggenda che fosse lo stesso Doyle l'addetto al megafono che sorresse Pietri negli ultimi metri della maratona olimpica. Pare tuttavia che i due personaggi che attorniano Pietri, siano rispettivamente: alla destra dell'atleta - con il megafono - il giudice di gara Jack Andrew e alla sinistra il capo dello staff medico, il dottor Michael Bulger. Conan Doyle era in effetti presente in tribuna, a pochi metri dalla linea del traguardo, dato che era stato incaricato da Lord Northcliffe di redigere la cronaca della gara per il Daily Mail[2].


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sergio.T
00mercoledì 22 ottobre 2008 10:37
Preso volume dei 5 romanzi a 4.90 euro. Un affare.
sergio.T
00lunedì 27 ottobre 2008 12:07
Uno studio in rosso e Il segno dei quattro.
Prima volta che leggevo Doyle e devo dire che l'ho trovato un classico del suo genere.
La formula: prima il delitto, poi l'indagine e infine la spiegazione della dinamica che ha scatenato quel delitto ( gli antefatti).
Sembra troppo schematico? puo' darsi, ma percorre un canovaccio narrativo ben congegnato.
Elementare, Watson!
mujer
00lunedì 27 ottobre 2008 15:08
Bello, mi piacerebbe leggerlo.
Stai leggendo tantissimo in questo periodo.
Io, invece, sono in un momento di pausa, non ho neanche finito la Vargas.
La riprenderò a giorni e mi farò ispirare da qualche altro racconto breve scovato qua e là.
sergio.T
00lunedì 27 ottobre 2008 15:35
capita a tutti di leggere meno. Dipende dai periodi. [SM=g11120]
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