Antonio Tabucchi: Il tempo invecchia in fretta

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sergio.T
00venerdì 2 ottobre 2009 10:48
Antonio Tabucchi ha scritto nove racconti sul tema della memoria, dello scorrere inesorabile del tempo e caratterizzati da una visione circolare, quasi magica dell’esistenza umana. Le storie sono ambientate in tutta Europa: da Berlino a Istanbul, da Varsavia a Creta, da Auschwitz a Bucarest. La traversata ripercorre episodi chiave della storia del ventesimo secolo, come l’occupazione sovietica dell’Ungheria o come le attività di spionaggio della Stasi, la terribile organizzazione di sicurezza dell’ex Germania dell’Est. Tabucchi ci presenta una serie di personaggi che a volte raccontano in prima persona e a volte invece sono raccontati, uomini di età avanzata e magari anche benestanti, che provano a fare un bilancio della propria vita o che almeno vorrebbero trovare uno, tra i tanti ricordi, che possa riassumere il senso della loro esistenza.
In I morti a tavola seguiamo un uomo nelle sue passeggiate per le vie di Berlino e scopriamo che, per conto del vecchio regime comunista, era l’addetto che spiava e pedinava il poeta Bertold Brecht. Adesso, invece, è un vecchio signore tranquillo, con un bel conto in banca, un magnifico appartamento in centro sulla Karl-Liebknecht-Strasse, un figlio avvocato e una figlia sposata con un dirigente. Ma quell’aria benestante da pensionato annoiato e un po’ schifato dal mondo circostante nasconde dei segreti. Le insonnie, i bruschi risvegli notturni sveleranno l’altra faccia di quella vita borghese, sotto forma di una confessione finale a proposito della moglie Renate, proprio in un cimitero, sulla tomba di Brecht.
Come in altri suoi romanzi, Tabucchi gioca su parallelismi e simmetrie misteriose. Nel racconto Controtempo ci presenta un uomo che ne osserva un altro: è un manager che trasforma un viaggio di lavoro sull’isola di Creta in una nuova avventura. A un certo punto del suo tragitto in auto, l’ignoto personaggio, per un motivo anch’esso ignoto, imbocca una strada che va verso le montagne dell’interno. Si dirige a Monastiri, in un antico convento semidiroccato, e lì dà il cambio al vecchio anacoreta che lo custodisce. Vivrà per sempre lì. Ma vent’anni dopo, nel 2028, è lo stesso osservatore che seguirà lo stesso identico percorso, e si presenterà a lui per custodire a sua volta quel vecchio monastero abbandonato nella calura di Creta.
Sono le nuove storie di Antonio Tabucchi che ci spiazzano e ci emozionano per quella capacità unica dello scrittore pisano di deformare la realtà e di ridisegnare i ricordi con la potenza dell’immaginazione e di una scrittura scorrevole e allettante.
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