ANDREA VITALI

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sergio.T
00giovedì 10 maggio 2007 17:36
Il primo consiglio che, nelle scuole di scrittura creativa, solitamente si fornisce ai giovani autori è di scrivere di ciò che si conosce.
Andrea Vitali, medico di professione, ma scrittore per vocazione, ne è forse l'esempio più manifesto e certamente meglio riuscito.

La nativa Bellano, località sulla sponda orientale di quel lago di Como tanto caro a Manzoni, è infatti lo scenario prediletto di tutti i romanzi di un autore che è stato definito dal critico letterario Antonio D'Orrico, "un campione dell'antica arte del racconto italiano".

Il sorriso ironico e partecipe che si intravede nei suoi romanzi, unito a una scrittura semplice, il cui stile fatto di frasi brevi e secche compone capitoli che scorrono veloci, rende tutti i racconti di Vitali facilmente leggibili e rigeneranti come una boccata d'aria fresca.
Innamorato sin da giovanissimo della scrittura, Andrea Vitali abbandona ben presto il sogno di diventare giornalista, per intraprendere la più sicura professione di medico. Ma una vocazione, quando è davvero tale, non si lascia mettere da parte troppo facilmente. Così il medico condotto Andrea Vitali capisce che i racconti sentiti durante le riunioni di famiglia, possono, anzi devono, trasformarsi in romanzi. Aneddoti, pettegolezzi, ritratti di gente comune che vive in una qualunque provincia, diventano la materia prima dei suoi libri.

Proprio da un episodio avvenuto in tempo di guerra e narratogli dal padre, nasce Il Procuratore, suo romanzo d'esordio recentemente riproposto da Garzanti. Siamo nel 1938, naturalmente sul lago di Como, e osserviamo le mosse di Marco Perini, un personaggio che incuriosisce da subito. È sufficiente un incrocio di sguardi con la cameriera del Caffè dell'imbarcadero per capire di chi si tratti: un "procuratore", cioè colui che procura signorine per le numerose case di tolleranza della zona. Nella piccola città di provincia è subito scompiglio: notai trafficoni, donnine allegre, bottegai inquieti finiscono per cadere nella rete di una trama scoppiettante con un pizzico di giallo. Intrigante e umoristico, questo romanzo presenta già tutta la grazia ironica, il gusto per la commedia e lo straordinario talento narrativo che si confermano nei romanzi seguenti.

Una finestra vistalago, premio Grinzane Cavour 2004, si apre nuovamente sul paese di Bellano e ci fa assaporare un pezzetto di storia del nostro paese dagli anni Cinquanta ai turbolenti Settanta. A muovere le trame, tantissimi personaggi e naturalmente un indimenticabile protagonista: l'operaio tessile Eraldo Bonomi. Perdutamente innamorato della bella Elena, Bonomi diventa un pericolo per la tranquillità del paese, facendo riaffiorare, insieme a segreti sepolti da tempo, anche molti degli scheletri negli armadi della brava gente di Bellano.

Ed è proprio questo mondo comune che Vitali ama raccontare, un cantore di provincia capace di cavare racconti gustosi anche dai protagonisti meno probabili. È ciò che accade in Un amore di zitella. Nella Bellano degli anni Sessanta Iole Vergara, dattilografa comunale, è la classica signorina attempata di paese, la cui esistenza abitudinaria, in apparenza grigia e monotona, nasconde un segreto capace di dare il via a piccoli intrighi conditi con una punta di mistero.

Dai tempi di "Quando, quando, quando", facciamo un passo indietro e ci tuffiamo nelle atmosfere degli anni Trenta con La signorina Tecla Manzi, un divertente giallo all'italiana in piena epoca fascista che vede, tra i tanti protagonisti, una zitella derubata, un usuraio beffardo e due carabinieri litigiosi.

Un vivissimo affresco della vita di paese che ritroviamo, ancora più luminoso in La figlia del podestà. Vincitore della 54° edizione del Premio Bancarella, questo romanzo mostra un Andrea Vitali sempre più spumeggiante che, attraverso capitoli brevi e dinamici, ci fa strada direttamente tra i pensieri di questo o quel personaggio, in una maliziosa Bellano degli anni Trenta. La vicenda narrata si ispira a un fatto storicamente documentato, cioè le trattative per istituire una linea di aerei turistici sul lago di Como. Il Cavalier Meccia, ambizioso podestà di Bellano, si mette in testa di collegare l'Italia e la Svizzera via idrovolante. Peccato che a intralciare i suoi piani si metta la relazione tra sua figlia Renata e Vittorio Barbieri che, oltre a essere un semplice fornaio, è anche figlio della donna che molti anni prima ha abbandonato il podestà all'altare. Intorno a loro si muove un microcosmo geniale di storie e personaggi, per un romanzo che si legge con il sorriso sulle labbra e, una volta cominciato, davvero non si può più lasciare.

L'amore e l'attenzione che Vitali dedica a tutti i suoi personaggi si manifestano pienamente nella sua ultima produzione letteraria: Olive comprese è una giostra di caratteri e vicende irresistibili. Uno stretto e complicato intreccio lega persone, storie e luoghi: dalla prostituta di paese chiamata "l'Uselanda", cioè l'ornitologa, specializzata in "casi difficili" alla Sofistrà, capace di leggere il futuro delle persone e in grado di influenzare la personalità della moglie del podestà. Anche in questo romanzo i personaggi di Vitali finiranno per stupirci. Così come stupefacente è la felicità narrativa di questo autore che, da un piccolo microcosmo di pettegolezzi di paese, sa fare emergere l'amore e il desiderio, la passione e l'abbandono, grazie al suo dono straordinario fatto di curiosità per la storia del proprio paese e di amore viscerale per la letteratura e per il racconto
sergio.T
00lunedì 18 giugno 2007 09:49
Ho letto in un paio di giorni Il procuratore, primo romanzo di Vitali.
E', probabilmente, quello che meno di tutti mi ha convinto.

sergio.T
00mercoledì 9 luglio 2008 10:24
Intervista oggi sul Corriere della Sera.
Libro sul suo comodino." La stanza del Vescovo" Piero Chiara, ritenuto da lui un esempio immortale.

Lettura preferita: G.D.Maupassant con i suoi Racconti.
E poi Sciascia.

sergio.T
00mercoledì 9 novembre 2011 12:03
vien voglia di rileggerlo. [SM=g8431]
mujer
00lunedì 14 novembre 2011 11:07
"Almeno il cappello", la vita raccontata mentre si svolge.
Che pace leggere un libro che ti fa far pace con le chiacchiere e i giudizi dell'uomo piccolo. Sto amando persino le peripezie del segretario di partito fascista innamorato.
Un Vitali dovremmo averlo sempre come amico d'osteria. Lo immagino silenzioso ma, al momento giusto, ti narra quella storia che ti fa ricordare il nonno o il prete opulento, la venditrice di cedrate o l'amico di oratorio.
Sarà che in questi giorni la voglia di antico ha il sopravvento e mi penso in un villaggio sperduto a raccogliere storie.
Mi mancano poche pagine e le rallento, voglio gustarmi la lentezza delle relazioni e la tranquillità di Bellano.
sergio.T
00mercoledì 16 novembre 2011 17:39
e che fine ha fatto il segretario del partito fascista tutto innamorato? [SM=g8431]
mujer
00giovedì 17 novembre 2011 10:29
Il Bongioanni ha vissuto. Moglie e prole, tette e creazione, piacere e impegno in poche parole.
E addio partito, com'è giusto che sia.

Finito e non so cosa leggere...
sergio.T
00giovedì 17 novembre 2011 11:59
Eh vedi? persino loro mollavano tutto! [SM=g8431]
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