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Poésia

Ultimo Aggiornamento: 20/02/2012 11:31
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23/11/2007 10:01
 
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Di diritto nel caffè letterario, perchè i versi si declamano e non si leggono in solitaria.
Questa poesia che si affanna sempre più e tenta la sopravvivenza in un mondo di distratti, vuole possedere la realtà a livello ontologico, al livello dell'essere, e spesso ci riesce.
Il poeta che, suo malgrado, si denuda sa che nessuno arriverà mai alla sua vera essenza.
E ogni giorno muore.



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23/11/2007 10:06
 
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Inizio da Dario Bellezza, voglio rendergli omaggio.
Nato nel 1944 a Roma e morto di aids nel 1996.
Molto amico di Pasolini e di Sandro Penna, trova la sua voce attraverso la poesia, distaccandosi dai purismi e dalle avanguardie tipiche degli anni sessanta in cui vigeva la contestazione ideologica e la rottura, a tutti i costi, degli schemi linguistici tradizionali.
E’, la sua, una poesia autobiografica che si strugge del suo senso di impotenza.
Scrisse anche opere narrative come Lettere da Sodoma (1972), Storia di Nino (1982), L'amore felice (1986), e opere ibride, prosa e poesia, come Angelo (1979).
Angelo e L’amore felice furono ispirati da Elsa Morante che Bellezza definiva "la sua madrina letteraria".
Il suo rapporto con la grande poetessa fu di amore tra un giovane poeta sconosciuto e una signora poetessa affermata ed ebbe un epilogo quanto mai banale, la Morante si sentì tradita perché si riconobbe ne L’angelo descritta "nella sua verità, senza finzioni né di carattere né di età" e, anche se con toni e tinte fiabesche, non gli perdonò di essere raccontata attraverso lo sguardo impietosamente sincero del suo amico, ancor prima che amante.
Secondo Dario Bellezza la storia finì perché "la nostra storia è andata avanti per nove mesi fino a quando una rivista ha pubblicato un mio racconto e lei, che credeva fossi eterosessuale, leggendolo si è accorta che non era così...".
Fino alla fine il poeta renderà omaggio ad Elsa, dichiarando apertamente che la sua ricerca di amore delle origini la legherà per sempre a lei.

Bellezza era molto legato anche a Pier Paolo Pasolini, al quale sarà sempre riconoscente per il suo accrescimento culturale. Il legame si salda soprattutto sul male di vivere, sulla necessità di entrambi di rompere gli schemi della società perbenista e di testimoniare la dissidenza.
Ma se per Pasolini questo sentimento si convertiva in scelte di un vissuto che rompeva le norme e i codici morali, in Bellezza si strutturava nella vox poetica rabbiosa che, nel corso degli anni, si convertì in denuncia rassegnata.
La morte del suo amico segnò profondamente la sua vita e un dolore irreparabile segnerà tutta la sua poetica.
Dario Bellezza si distaccò dalla corrente degli anni ’60 e ’70 che creava una poesia avanguardista, innovativa, progressista o la poesia impegnata politicamente; lui rivendicò il suo verso privato, il suo diritto a parlare di sé, ad essere se stesso.

"Il mare di soggettività sto perlustrando
immemore di ogni altra dimensione.

Quello che il critico vuole non so dare. Solo
oralità invettiva infedeltà codarda petulanza".

Diceva che "[occorre] vivere la poesia e insisto sulla parola vivere, altrimenti la poesia sarebbe vuoto esercizio retorico, informe giostra di parole, ludico ludibrio di sgangherate immagini in libertà".

"Ho paura. Lo ripeto a me stesso
invano. Questa non è poesia né testamento.
Ho paura di morire. Di fronte a questo
che vale cercare le parole per dirlo
meglio. La paura resta, lo stesso".

In questi versi la certezza che la poesia non è eternità né presenza ma radicamento della propria sofferenza dell’esistere.
“Questa non è poesia né testamento” è una bellissima denuncia dell’attuale, oggi e non domani, nessuna profezia, concetto che in Pasolini è invece molto presente segnando così una sostanziale differenza tra l’individualismo di Bellezza e il socialismo di Pasolini.

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23/11/2007 15:09
 
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Molto interessante.
Non conosco questo autore ma ho letto il tuo post con molta attenzione: sai una cosa? condivido la scelta e l'esigenza di Bellezza.
Perche' non scrivere di se' stessi? perche' non essere se stessi?
La poesia poeticamente impegnata , l'avanguardia, le correnti poetiche: tutte cose impletate in un impegno sociale ( per certi versi), in uno sguardo d'insieme, partecipativo.
Ma il dolore , la paura, o altri sentimenti, sono individuali, sono personali: attimi che ti colgono nella tua vita, nella tua esistenza e ti assalgono con impeto.
Puoi raccontartela come vuoi, puoi rigirarla a tuo piacimento, rimirarla da su e da giu'; puoi persino pensare di avere qualcosa di sbagliato, di viziato, puoi fare tentativi, sforzi per non cadere, puoi infine vergognarti, ma alla fine ti ritrovi disincantato da tutto.
Tutto quello che ti circondava , tutto quello che ti interessava, tutto il mondo insomma, fosse solo per un po' nella tua vita - e in alcuni casi per sempre - viene relegato sul retropalcoscenico, dietro le quinte, oppure si trasforma in quel tendone vecchia maniera dietro al quale si celava lo schermo dei vecchi cinema anni 60.
Quello schermo, dove invece, va' in onda solo la tua vita con tutti i tuoi sentimenti.
Ed e' giusto cosi': o almeno , per il carattere che ho, io comprendo benissimo un poeta, uno scrittore, un chichessia , che se segnato nell'animo in modo profondo, si distacca da tutto, e se ne infischia di tutto il resto.
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Email Scheda Utente
03/12/2007 09:58
 
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Non sempre se ne infischia, sai?
Pensa a Dante che ebbe la capacità di "poetare" l'attualità denunciando.
E così molti altri.

Uno che declama in versi l'emozione e il mondo come fossero un'unica entità, come pangea della lirica, è Juan Gelman, poeta argentino che ha appena vinto il Premio Cervantes 2007.

Ascolta:

La extranjera no sabe
que su sangre es su casa, que
todo pájaro suyo
sólo ahí puede cantar y abrir
alas de su verano y se abalanza,
alcanza, lanza, alza
como una sed de mundo
que no se puede apagar.
El pájaro encendido cuida
los huecos de la pérdida como
joyas perdidas sin remedio.
Canta allí, loco de luz, no renuncia
a mis monstruos, valiente.
La hora de los dioses
junta los pies
de ese camino.



La straniera non sa
che il suo sangue è la sua casa, che
ogni suo uccello
può cantare soltanto lì e aprire
le ali alla sua estate e si sbilancia,
rilancia, lancia, slancia
come una sete di mondo
che non può spegnersi.
L’uccello acceso fa la guardia
ai buchi della perdita come
gioielli perduti senza rimedio.
Canta lì, pazzo di luce, non rinuncia
ai miei mostri, valoroso.
L’ora degli dei
avvicina i piedi
di quell’andare.

da “Oficio Ardiente” - Juan Gelman

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Email Scheda Utente
23/01/2008 23:55
 
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anche a me piacciono le poesie ma non ho mai letto questi poeti qui
cosa significa oficio ardiente?
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Email Scheda Utente
12/02/2008 08:34
 
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"Ma se i morti infinitamente dovessero mai destare un
simbolo in noi,
vedi che forse indicherebbero i penduli amenti
dei nocciòli spogli, oppure
la pioggia che cade su terra scura a primavera.

E noi che pensiamo la felicita'
come un'ascesa, ne avremmo l'emozione
quasi sconcertante
di quando cosa ch'e' felice, cade"

Rainer Maria Rilke, da Elegie Duinesi


E' il finale della Decima Elegia. E' il trionfo, è l'assoluto di quel che siamo nel nostro profondo.
Noi siamo "ritorno" come la pioggia che "cadendo" felice torna sulla terra, per poi evaporare e risalire di nuovo.
E' di nuovo cadere per tornare.

Quell'ascesa contrapposta al cade finale è il ciclo effimero, è il non senso del mai più riproposto nell'ancòra.
E in quel ritorno c'è l'esperienza "nascosta in chissà quale piega del tempo", come scrive Chiara in un racconto che Sergio sta leggendo.
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Email Scheda Utente
13/02/2008 23:54
 
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Non ho capito questa poesia che hai messo,neanche quello che dici che noi siamo ritorno come la pioggia,io non ci credo.Se uno è evaporato come fa a tornare, almeno che non se ne sia mai andato, figurte.
Me lo dici cosa significa oficio ardente?
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Email Scheda Utente
18/05/2009 10:42
 
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Adios mi poeta
Táctica y estrategia

Mi táctica es mirarte
aprender como sos
quererte como sos
mi táctica es hablarte
construir con palabras
un puente indestructible
mi táctica es quedarme en tu recuerdo
no sé cómo ni sé
con qué pretexto
pero quedarme en vos
mi táctica es ser franco
y saber que vos sos franca
y que no nos vendamos simulacros
para que entre los dos
no hayan telón
ni abismos
mi estrategia es
en cambio
mucho más simple
y más sencilla
mi estrategia es
que un día cualquiera
no sé con que pretexto
por fin me necesites.


La mia tattica è guardarti
imparare come sei
volerti come sei
la mia tattica è parlarti
costruire con parole
un ponte indistruttibile
la mia tattica è rimanere nel tuo ricordo
non so come
né so con quale pretesto
ma rimanere in te
la mia tattica è essere franco
e sapere che tu sei franca
e che non ci vendiamo simulacri
affinché tra i due
non ci siano teloni
né abissi
la mia strategia è
invece
molto più semplice
e più nuda
la mia strategia è
che un giorno qualsiasi
non so con quale pretesto
finalmente avrai bisogno di me.

Mario Benedetti
Uruguay
14/09/1920 - 17/05/2009
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Email Scheda Utente
18/12/2009 12:37
 
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Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all' orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.



Alda Merini

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18/12/2009 16:27
 
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bella, mi piace molto. [SM=g8455]
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Email Scheda Utente
20/12/2009 13:52
 
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Degli angeli ciascuno è tremendo.
E così mi rattengo e il richiamo di oscuri singhiozzi
lo soffoco in gola. Ah, di chi mai
ci possiamo valere? Degli angeli no, degli uomini no,
e i sagaci animali, lo notano che, di casa nel mondo
interpretato,
non diamo affidamento. Ci resta, forse,
un albero, là sul pendio,
da rivedere ogni giorno;
ci resta la strada di ieri,
e la fedeltà viziata d'un'abitudine
che si trovò bene con noi e rimase, non se ne andò.
Oh, e la notte, la notte, quando il vento pregno di
cosmico spazio
ci smangia la faccia-, a chi non resterebbe la sospirata,
che soavemente delude, e che incombe pesante al cuore
solitario? Che sia forse più lieve degli amanti?
Ah, loro, se la nascondono soltanto, un con l'altro, la
loro sorte.
Non lo sai ancora? Getta dalle tue braccia il vuoto
agli spazi che respiriamo; forse gli uccelli
nell'aria più vasta, voleranno più intimi voli.
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Email Scheda Utente
21/12/2009 13:50
 
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npn le avevo lette ma pggi che sono un po triste mi sono fatto compagnia con i penduli amenti che non so cosa sono ma sonano bene
sembra che siano parole scritte solo pe me anche se penso che volete dire qualcosa a voi due ma fa lo stesso anche a me piacciono
anche la frase- degli angeli ciascuno e tremendo - lo penso anche io che un angelo deve essere solo come quello con la spada con la fiamma
un angelo mite come quello dei presepi mi fa ridere


salvo
(un po' corretto da Pippo)
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Email Scheda Utente
21/12/2009 23:21
 
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I penduli amenti sono quelle bacche che cadono dagli alberi spogli. vero che è una bella immagine?
Mi fa piacere che la poesia vi faccia venire malinconia, è un bel sentimento la malinconia.
Quando torni puoi mettere una poésia pure tu.
Chau Salvo.
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Email Scheda Utente
25/01/2010 23:00
 
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Il poeta non sa se è
intellettuale o solamente poeta
dubbio disperato in mezzo
al verso di questa sera.

Gli viene in mente che sta amando
una donna
e che rumori assordanti lo distraggono
dietro il tutto
che scompare
e rompe la carezza: e la promessa?

Peggio è l'intellettuale
che chiede alla sua reputazione se
è solamente intellettuale o anche uomo.

Lei, dal canto suo,
caparbiamente lotta.
Cieca d'amore diventa
lo scandalo in questa storia

Quando piove ed è triste
non vuole vedere l'agrifoglio
gocciolare
e mette un telo sul ramo più alto.
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Email Scheda Utente
09/02/2010 09:55
 
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Passa per impegno
la trama del silenzio
che si trasforma in oblio.

Verrà il tempo
di cambiare.

E se non viene
amen.
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09/03/2010 08:33
 
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Come piangerebbero gli angeli

Se la donna non esistesse
come avrebbero freddo gli alberi
come avrebbe paura della mano dell’uomo
il pane di primo mattino
ed il mare delle proprie onde
Se la donna non esistesse
come sarebbero soli i camini
come piangerebbero gli angeli
nelle notti di pioggia
come invecchierebbero presto gli dei
Se la donna non esistesse
il cielo sarebbe sempre corrucciato
le api non avrebbero scoperto
il miele né l’uomo l’aratro
né l’Indio la sua America
né il cuore la poesia
né le rondini la primavera
né i popoli avrebbero trovato
il loro orientamento nella rivoluzione
Se la donna non esistesse
la vita sarebbe senza leggende
senza sale, senza porte, senza bussola
il giorno e la notte dormirebbero
sulla stessa sabbia fredda
ed i galli invece di cantare
e gli alberi inveci di fiorire
ed i poeti invece di amare
passerebbero il tempo a disegnare
piccole croci sui muri
sui letti, sui quadri
e le strade senza fine del mondo!

René Depestre

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09/03/2010 08:40
 
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MUJER, NADA ME HAS DADO

Nada me has dado y para ti mi vida
deshoja su rosal de desconsuelo,
porque ves estas cosas que yo miro,
las mismas tierras y los mismos cielos,

porque la red de nervios y de venas
que sostiene tu ser y tu belleza
se debe estremecer al beso puro
del sol, del misino sol que a mì me besa.

Mujer, nada me has dado y sin embargo
a través de tu ser siento las cosas:
estoy alegre de mirar la tierra
en que tu corazòn tiembla y reposa.

Me limitan en vano mis sentidos
-dulces flores que se abren en el viento-
porque adivino el pàjaro que pasa
y que mojò de azul tu sentimiento.

Y sin embargo no me has dado nada,
no se florecen para mì tus años,
la cascada de cobre de tu risa
no apagarà la sed de mis rebaños.

Hostia que no probò tu boca fina,
amador del amado que te llame,
saldré al camino con mi amor al brazo
como un vaso de miel para el que ames.

Ya ves, noche estrellada, canto y copa
en que bebes el agua que yo bebo,
vivo en tu vida, vives en mi vida,
nada me has dado y todo te lo debo.

Pablo Neruda
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Email Scheda Utente
03/02/2012 14:09
 
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Scrivere un curriculum

Che cos'e' necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e' vissuto
e' bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un ché, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.


da "Vista con granello di sabbia"
Wislawa Szymborska
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Email Scheda Utente
20/02/2012 11:15
 
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sentita anche in tivvu' (da Saviano? boh...)

donna tu sei il senso della mia vita
...ma io sono il senso della tua...

(salvo romantico [SM=g11062] )


da studio scolastico sulla poesia
commento delle donne in classe: brutto maschilista!!!!


ma io resto convitno della mia idea (giusta) [SM=g11751]
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Email Scheda Utente
20/02/2012 11:31
 
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Mitico Salvo!! Sergio, dopo questa tua esternazione ti adorerà [SM=g8785]

Ti vedo in forma, mi fa piacere.
Scrivi.
chau
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