L'altro giorno ti ho citato un lupo.
Ora ti cito una volpe, che non è zorro che si fa vedere ogni tanto nella comunità in cui lavoro, ma si è fatta vedere l'altra sera in montagna, mentre Sergio ed io che eravamo in macchina, scendevamo dopo aver visto il suo Milan che è diventato campione d'Italia (Sergio è ancora lì che si alza in piedi e blatera qualcosa su ago e filo, questa notte cuciamo, noi siamo i campioni, cose così).
La volpe, furbetta no? Non è come il lupo, ma anche lei se la cava.
C'è volpe e volpe.
Così come c'è prete e prete.
Io, pur essendo atea (ora si usa dire agnostica, ma non ho mai capito cosa significhi davvero) ho molto rispetto per i religiosi che incontro nelle strade. Bada bene Salvo, "nelle strade" non vuol dire che passeggiano e basta.
C'è Don Antonio, ad esempio, che è in un paesino in Molise, che sta combattendo contro una politica corrotta e davanti alla sua chiesa ha appeso un lenzuolo su cui ha scritto: "Io ospito clandestini, e tu?"
E non è un modo di dire, lui li ospita davvero.
Poi, c'è Don Silvio, che viaggia molto, che si è impegnato tantissimo per la comunità in cui lavoro, ipotecando la sua casa, firmando fidejussioni (sono degli impegni economici importanti) per garantire la vita a molti ragazzi senza lavoro né famiglia.
Poi c'è Suor Egilda, una suora operaia, che fa una miriade di cose che non sto qui ad elencarti ma, fidati, le fa davvero.
Quando provi a chiedere loro come gestiscono il loro rapporto con la Chiesa (quella di Roma, per intenderci) non perdono molto tempo e dicono che non ha molta importanza. In gioventù mi arrabbiavo molto quando ricevevo questa risposta, ora do loro ragione.
Non ha molta importanza perchè non c'è tempo da perdere con "discorsi di palazzo".
Prova a vedere se, tra i preti che frequenti tu, c'è qualcuno che è come Don Antonio, o Don Silvio, o Suor Egilda.
Ecco, se hai la fortuna di conoscere persone così, allora non c'è problema.
Saranno lupi di riferimento che ti faranno ricredere sul fatto che la vita sia mediocre.
Fammi sapere come va la scuola
un abbraccio