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Itinerari: Clusone

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2011 08:59
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11/07/2008 16:24
 
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Clusone, in dialetto Clüsù, è un comune di 8.148 abitanti in provincia di Bergamo, considerato parte della Val Seriana, sebbene da un punto di vista orografico l'altopiano di Clusone, di origine glaciale, appartenga al bacino dell'Oglio.

Storia
La città ha un'antica origine, risalente ai primi insediamenti degli Orobi che vi si installarono nel 1300 a.C.

Successivamente, in epoca romana si verificarono importanti insediamenti che resero il borgo un centro di grande importanza nell'intero circondario, con tanto di una costruzione di genere fortilizio. Il nome della città ebbe origine in questo periodo storico e deriva dalla parola latina Clausus, indicante un luogo chiuso circondato da montagne.

I secoli seguenti videro il termine della dominazione romana ed il conseguente arrivo dei Longobardi, a cui subentrarono poi i Franchi, i quali crearono i presupposti per la formazione del Sacro Romano Impero, i cui reggenti governarono le sorti del paese per tutta l’epoca medievale.

Il primo documento scritto in cui viene fatta menzione di Clusone risale al 774, quando in un atto si attesta che il nucleo della Rocca veniva consegnato da Carlo Magno ai monaci di San Martino di Tours.

La rocca in questione si sviluppò notevolmente in epoca medievale, tanto da assumere la fisionomia di un vero e proprio castello, con tanto di mura e torri a scopo difensivo.

Il successivo passaggio ai territori della Repubblica di Venezia rappresentò il periodo di maggior sviluppo sia artistico che culturale che commerciale, permettendo di raggiungere un elevato grado di ricchezza. Qui era presente un Podestà, che amministrava il territorio coadiuvato dall'Arengo, un'assemblea composta dai capifamiglia locali, e dal Consiglio di Congrega. Con la Serenissima Clusone condivise le sorti fino al trattato di Campoformio quando venne aggregata alla Repubblica Cisalpina.

Dopo l'assegnazione di questi territori agli austriaci, che inserirono la cittadina nel Regno Lombardo-Veneto, avvenne il definitivo passaggio al Regno d'Italia, che permise a Clusone di mantenere intatto il ruolo di capoluogo dell'alta Val Seriana.

Il 12 novembre 1801 venne proclamata "Città", titolo riconosciutole per la ricchezza di edifici che ricordano il suo fastoso passato. Questo titolo venne riconfermato il 15 maggio del 1957 dalla Repubblica Italiana.

La città
La città fino al XIX secolo era cinta da mura, e vi sono testimonianze documentali che in epoca più lontana fosse anche dotata di una rocca di cui non rimane alcuna traccia.

Le strade della città sono disposte prevalentemente di costa rispetto al declivio su cui sorge: nella strada più alta è posta la monumentale basilica di Santa Maria Assunta, di forme settecentesche, il cui alto campanile è visibile da tutta la vallata.

Di fronte alla facciata della basilica sorge l'Oratorio dei Disciplini, che presenta in facciata un affresco del XV secolo con in alto il Trionfo della morte e nel registro inferiore una Danza macabra di grande interesse. La basilica sorge in posizione dominante sull'abitato, e il lato sud verso la città è dotato di un portico con archi e colonne che si affaccia su una scenografica scalinata, decorata da balaustre e da quattro grandi statue degli evangelisti.

Nella strada al livello immediatamente sottostante sorgono gli edifici civili più importanti, fra cui il palazzo comunale, con la facciata ricoperta da affreschi tardo gotici e con la torre dell'orologio.

La strada più bassa è invece a destinazione prevalentemente commerciale, mentre quella inferiore, a fianco del luogo in cui sorgevano le mura, è costituita da edifici con la tipica struttura a ballatoio a destinazione originariamente agricola. Fra gli edifici più interessanti abbiamo la chiesa e la Corte di Sant'Anna. Altre chiese importanti sono la chiesa del Paradiso, che sorge nei pressi di Piazza Uccelli e la chiesa di San Defendente entrambe del XV secolo.

Altri edifici di particolare importanza sono il Palazzo Fogaccia, costruito nel XVII secolo e dotato di grandi saloni in cui sono esposti dipinti di gran valore (tra i quali meritano menzione quelli dei clusonesi Domenico Carpinoni ed Antonio Cifrondi) ed il Palazzo Comunale. Quest'ultimo è attiguo alla Torre dell'orologio ed è considerato il simbolo della città.

L'orologio in questione, opera di Pietro e Cosimo Fanzago, è ancor'oggi utilizzato e riporta i movimenti astrali, della terra, del sole e della luna, il tutto con una grandissima precisione. Si rimanda, per approfondire la storia dei Fanzago, alla voce gli Aliprandi-Fanzago.

Nel XIX e XX secolo il paese ha visto anche la costruzione di un certo numero di edifici ispirati alle forme dell'architettura liberty, tra cui spicca il Palazzo Carrara Spinelli Maffei in cui Clara Maffei teneva importanti incontri in epoca risorgimentale.

La città moderna residenziale e produttiva si è espansa a sud della strada provinciale, che passa parallela al tracciato delle mura inferiori, e a nord est in direzione di Rovetta, quest'ultimo quartiere ha carattere quasi esclusivamente residenziale.

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14/07/2008 09:12
 
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Clusone e dintorni, e' oramai un mio posto.
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24/01/2011 10:31
 
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Sabato mattina Sergio ed io siamo stati a Clusone per fare la spesa.
Mentre pesavo l'insalata e una costa di sedano ascoltavo i discorsi delle signore che si raccontano gli eventi della settimana.
Tentavo di capire cosa accade nella valle quando sono a centinaia di km più a sud. Alcune parole mi erano familiari, discorsi che migliaia di donne fanno il sabato mattina in un piccolo supermercato di paese.
Al bancone dei salumi, aspettando che chiamassero il numero 40, ho fissato una bambina di circa sei anni, faccia tonda e capelli biondi, che aspettava paziente in piedi, abbracciando le gambe della mamma. Aveva gli occhi ad altezza formaggi tipici esposti nel bancofrigo. Avrei voluto sentire la sua vocina, ma non ha parlato.
Preso il prosciutto e il pecorino, cerco Sergio che è perso tra gli scaffali. E' di fretta, gli bruciano gli occhi, è insofferente.
Lo seguo e comincio a correre anch'io.
Dobbiamo passare in pescheria, se si innervosisce salta il pranzetto di pesce.
Siamo fuori in meno di cinque minuti, dopo aver appreso che la raccolta punti non ci ha fruttato neanche un bicchiere.
Urge un caffé, di corsa in pescheria ad agguantare il merluzzo e corsa in un bar per sostare due minuti in piedi a sorseggiare un dito di concentrato di energia.
Ma se è sabato, siamo in montagna, non abbiamo appuntamenti, a cosa serve tutta questa energia?
Ah, ok! [SM=g10529]
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25/01/2011 08:59
 
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serve , serve l'energia, eccome se serve!!! Ottimo il pranzetto di pesce...! [SM=g8431]
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