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Piero Chiara

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2011 09:27
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15/02/2008 12:07
 
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Chè tema! Scrivere un racconto simile denota la capacità di Chiara di vedere oltre all'aspetto formale della storia.
Devo leggerlo assolutamente.
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15/02/2008 14:32
 
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Due direzioni: che liberta' e' quella di essere solo un barbone?
che liberta' sociale e' mai quella che ti abbandona alla miseria, all'indigenza come un reietto?
e' liberta' elemosinare in mezzo all'opulenza sociale, borghese,capitalista?
L'operaio decide liberamente di rinunciare a questo tipo di finta liberta'.
Ma qui intervengono le associazioni umanitarie per i diritti umani universali.
E' morale quello che avviene?
L'individuo puo' liberamente compiere un atto consapevolmente immorale?
Puo' un individuo rinunciare alla sua liberta' sociale? a quella che noi crediamo essere liberta'?
L'altra direzione piu' ancora interessante: filosoficamente cos'e' l'individuo? L'essenza stessa dell'individuo e' la sua liberta' stessa da ogni vincolo restrittivo e dunque la liberta' come essenza contempla anche la liberta' di movimento in uno spazio, un individuo non puo' rinunciarci perche' non si tratta di un di piu' o di una facolta' di scelta, ma bensi' di essenza irrinunciabile.
Dunque questa liberta' non e' a disposizione dell'individuo, perche' rinunciarci significa rinunciare a se stesso.
In altre parole: un individuo non e' davvero libero perche', paradossalmente, troppo libero.
L'uomo inteso in questo tipo di assoluto non e' piu', dunque, un uomo e l'esasperazione di un umanesimo troppo acceso, porta inevitabilmente al suo contrario.
Il barbone non era uomo libero in una societa' capitalista che lo sfruttava e lo schiavizzava ai margini; non era un uomo libero nella sua scelta indipendente di rinunciare alla finta liberta', perche' proprio alcune tra le stesse associazioni umanitarie che difendevano un suo diritto ( quello della liberta'), capovolgevano all'estremo opposto il concetto di individuo libero, fino ad una aberrante perversione: l'individuo non e' libero di rinunciare alla propria liberta'.

[Modificato da sergio.T 15/02/2008 14:32]
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12/03/2008 10:28
 
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La banca di Monate e' un racconto splendidamente chiaro che puo' essere solo di Piero Chiara.
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13/03/2008 15:52
 
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L'antifascismo in Chiara e nei suoi personaggi e' viscerale e non tanto ideologico.
Non c'e' una contrapposizione di " sinistra" o di un accenno comunista: semplicemente e' un'avversione d'istinto, direi, un anarchico rifiuto.
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13/03/2008 15:54
 
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Il Corduri non predica contro il fascismo: semplicemente non gli piacciono i fascisti.
Non c'e' uan riga di critica all'ideologia fascista.

Anche in altri racconti cosi' capita: il fascimo visto male, denigrato in nome di un approccio quasi di pelle.

Mi piace il senso di questo rifiuto.
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13/03/2008 17:25
 
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Mi è successo di parlare con ultraottuagenarie pimpanti e dispotiche attendendo che l'onda irrefrenabile dei loro ricordi spiaggiasse dolori e perplessità inerenti il periodo da loro vissuto dal 25 al 45. Niente angoscia, uno sguardo in tralice a me che volevo, forse, parole di panza.
Eppure hanno avuto fratelli in campi di concentramento,
figli sgozzati sulla porta di casa, mariti "sperduti" in Russia (e dicono rrusssia come dicessero la luna...), ma alla mia domanda "Il fascismo ha colpa delle vostre tragedie?" mi guardano come fossi anch'io piovuta dalla luna. "Che centrano i fascisti? Gent grama..."
M'è sempre parso riduttivo che uno sconvolgimento grande come la guerra potesse aver lasciato in queste donne non il senso della tragedia, ma la voglia di attendere che " a sun mument ch'a passu i
viv" (sono momenti che passano i vivi) arrivasse il "dopo", sicuramente meglio, come in effetti è stato.
Son gente grama...(come dire quella c'è sempre: siamo mica così illuse da pensare che siano frutto della guerra!)E con piacere s'infervorano nel ricordo del piacere provato nel
ritornare ai balli senza scarpe, col foulard nuovo, al suono di fisarmoniche e clarinetti rabberciati nascosti nell'umidità di fienili
protetti più dei figli...
Che centra con Chiara? Devo aver letto qualcosa di suo assonante con
queste esperienze.
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14/03/2008 09:40
 
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Ciao Adriana.
Non so a quale racconto di Chiara ti riferisci, ma per farti un esempio, un attacco al fascismo in queso autore , e' la famosa anguria che rotola dal pubblico e va' a colpire in pieno petto l'esponente fascista durante un comizio.
Come vedi il comico come satira contro il regime fascista.
In Chiara, per quanto ho letto, non esiste una critica ideologica al fascismo: e' troppo intelligente per cadere nella solita retorica anti fascio.
I suoi racconti, poi, sono molto spesso, ambientati in quel periodo storico: tieni conto che molti degli italiani erano fascisti convinti , al contrario di quanto si creda.
Negli anni 80 non eravamo per caso tutti socialisti?
Gli italiani sono un popolo cosi': si entusiasmano per comodita' e convenienza; quando poi le cose vanno al contrario diventano tutti partigiani e resistenti e cambiano vento.
Craxi, idolo di prima, fu dimenticato in Tunisia e rinnegato da tutti: in perfetto stile italiano.
Poi sia chiaro: c'erano anche tanti italiani che hanno combattutto dall'inizio una battaglia per la liberta'e questo non va' disconosciuto.
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02/04/2008 09:51
 
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Le prime 9 pagine del Il Piatto Piange, sono gia' di per se', un racconto.
Rileggere questo romanzo a distanza di anni, me lo fa ritrovare ancora in tutta la sua atmosfera.
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02/04/2008 09:57
 
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Leggevo ieri sera sull'edizione Mondadori Classici moderni che i romanzi di Piero Chiara hanno venduto milioni di copie.
Non migliaia, ma milioni.

Bene.
Al di la' del fatto che questa e' cosa ovvia ( uno scrittore cosi' e' naturale che sia letto da milioni di persone), cosa meno scontata, e' che lui probabilmente non sapeva nemmeno di vendere cosi' tanto, e cosa ancora piu' probabile, non si preoccupava nemmeno tanto delle vendite.
Tutto il contrario, insomma, di quegli scrittori di oggi che non conteranno mai le milioni di copie ( chi vuoi mai che li legga?), ma stanno li' , attenti attenti, a contare le poche migliaia di copie del loro " compitino" vendute a destra e a manca e non contenti di questo, aprono addirittura blog per informarci delle splendide recensioni ( amichevoli) che hanno dai critici o presunti tali.
Morale: ad ognuno il suo. Chi milioni di copie, chi qualche obolo di elemosina...
[Modificato da sergio.T 02/04/2008 09:57]
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07/04/2008 10:15
 
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Paghen paghen!
L'antifascismo di Chiara e' sempre velato di sarcasmo e di ironia.

Occupazione dl nord Italia. I tedeschi si avvicinano, sono attesi, stanno arrivando e arrivano anche a Luino ( o in tutti i paesini montani)
Tutto si ferma, tutto chiude.
I negozi abbassano le serrande, le saracinesche rimangono abbassate: si attende la violenza dei tedeschi, i loro soprusi, i loro furti, le loro esecuzioni.
Due ufficiali nazisti passeggiano per la piazza del paese, si fermano davanti alle vetrine di una pasticceria ( uno dei pochi negozi ancora aperti e che sta chiudendo per paura proprio in quel momento); vedono esposte delle paste, parlano tra loro ed entrano.
Il paese assiste alla scena con il fiato sospeso: ci si aspetta da un momento all'altro l'esecuzione della prestinaia, gli spari prepotenti.
I due ufficiali nazisti indicano le paste e portano le mani alle tasche: la tensione sale, fuori dal negozio i paesani riamngono muti.
Uno tra loro, Blasetti, vede e capisce per primo una cosa: gli ufficiali chiedono il prezzo gentilmente, estraggono il portafogli e pagano.
In quel preciso momento la vita rinasce, e Blasetti correndo per le strade, se ne va' di corsa verso il suo negozio gridando a tutti: " paghen paghen!!!"

Il racconto capolavoro di Chiara e' un classico del sarcasmo intelligente.
Sarcasmo contro chi?
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08/04/2008 10:41
 
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Sono appena stata al mercato in un quartiere popolare. Amo moltissimo immeggermi nell'aria di paese che ancora si respira qui.
Ho visto una scena bellissima, mentre attendevo il mio turno al banco della verdura.
Una signora sceglieva i carciofini e parlava da sola:
- So' proprio belli da fa' sott'olio questi.
Intanto prendeva e scartava a mani nude.
Ad un tratto arrivano dietro di lei tre signore con carrello che mostrano di conoscerla, devono essere vicine di casa perche una dice all'altra di averla vista uscire presto questa mattina per "venire alla piazza".
Lei si è girata, le ha guardate per qualche secondo, ed è subito tornata alla scelta dei carciofini dicendo:
- So' proprio belli da fa' sott'olio 'sti carciofi...

Mi viene sempre in mente Piero Chiara quando vado al mercato.
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29/09/2008 16:00
 
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Le avventure di Pierino al mercato di Luino: quattro cinque episodi nella Via dei Mercanti. E forse anche nei ricordi d'adolescenza.
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29/09/2008 16:01
 
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Il Meridiano di Chiara in fondo e' un libro che non si mette mai via. Lo si tiene a portata di mano e ogni tanto lo si apre per dei nuovi racconti.
Una specie di bibbia sul comodino.
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07/02/2011 09:44
 
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Ho divorato "Vedrò Singapore?".
Leggere Chiara ti riappacifica con il mondo.
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Email Scheda Utente
09/02/2011 09:27
 
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[SM=g8431]
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