Fahrenheit 9/11

Titolo originale: Fahrenheit 9/11
Nazione: USA
Anno: 2004
Genere: Documentario
Regia: Michael Moore
Cast: Michael Moore, Debbie Petriken, George W. Bush.

Trama:
Dalle compagnie petrolifere alla contestata elezione, dall'11 Settembre 2001 alla guerra in Iraq, le strabilianti avventure di George W. Bush.

Commento:
Di Michael Moore si può dire di tutto.
I suoi numerosi detrattori per esempio, sostengono che le sue inchieste non possono essere prese sul serio essendo delle operazioni parziali, arbitrarie, eccessive e politicamente schierate.
E allora mi domando?
Non assistiamo forse tutti i giorni a questo tipo di giornalismo ogni volta che accendiamo la tv o che leggiamo un quotidiano?
Sono tre le cose che mi hanno colpito in Fahrenheit 9/11.

- Nonostante avessi già letto Stupid White Men e quindi ero già a conoscenza delle vicende relative ai brogli elettorali in Florida, mi ha sorpreso vedere, nella chiarezza delle immagini, la contestazione a Bush il giorno del suo insediamento come presidente.
Intendiamoci, niente di particolare (lanci di uova e qualche manifesto), ma io non ricordo di aver visto queste immagini nei notiziari italiani di quei giorni.
Forse me le sono perse…

- Ho sempre considerato la guerra in Iraq del tutto ingiustificata (anche se oggi non se lo ricorda più nessuno quel paese è stato invaso perché si diceva possedesse armi di distruzione di massa), ma vedere giovani militari americani caricarsi prima della battaglia, ascoltando musica haevy-metal mi ha riportato alla mente alcune scene di Full Metal Jacket capolavoro assoluto di Kubrick.
La follia della guerra ci viene mostrata in tutta la sua essenza nello sguardo vuoto e nel sorriso idiota di quei giovani militari.

- “Sapete che stiamo cercando voi? Nessuno ha mai pensato di arruolarsi?”
Cosi si presentano i due sottufficiali del corpo dei Marines ai ragazzi che escono da un centro commerciale.
Al giovane appassionato di basket gli prospettano la possibilità di giocare nella squadra del corpo mentre a quello che sogna una carriera nel mondo della musica gli dicono che i Marines fanno proprio al caso suo.
D’altra parte ci vuole disciplina per amministrare i milioni di dollari che guadagnerà se sarà fortunato.
Nelle loro lucenti e impeccabili divise i reclutatori preferiscono indirizzarsi verso i ghetti più poveri tralasciando quelle zone dove un maggior benessere economico renderebbe il loro appello inascoltato.

Questo e molto altro si trova nel documentario di Moore che pur inferiore al suo precedente successo(Bowling for Colombine), merita comunque di essere visto con molta attenzione essendo oggi uno dei pochi tentativi di fare una contro-informazione degna di questo nome.

Voto: 80/100

Ps:vecchia rece fa buon brodo...

Moore non mi ha convinto per niente a me personalmente, ma mi convince molto , Max, quando dici che tutto il giornalismo e la televisione moderna sono schierati politicamente e che la loro comunicazione e' fortemente strumentalizzata.
Su questo punto non ho niente da ribattere: il film di Moore non lo si puo' criticare per questo.